Il crollo del Totocalcio che da più di
un anno interessa l'Italia investe anche
le aziende del calcio professionistico
più deboli sul mercato: quelle della
serie C. Un dato sembra confermare
l'involuzione. Da tempo la quota mensile
Totocalcio-Totogol che viene ripartita
tra le 90 industrie affiliate (36 di C1 e 54
di C2) si era stabilizzata sui 5,3 miliardi
di lire. Nel dicembre scorso essa è scesa
a 3 miliardi. Cresce il rischio di indebitamente
dell'intero settore (federazione
compresa) per fare fronte ai costi del
personale.
I rimedi a questo preoccupante
panorama non sono facili per la Lega
di Firenze.
1) Ridurre il numero delle società,
creando una divisione C d'élite, ha un
senso solo se legato ad un progetto
più ampio e lungimirante di formazione
professionale di giovani calciatori
in carriera: tetti sull'età degli atleti e
sulle retribuzioni (un rigido salary cap
all'americana), abolizione dei meccanismi
di promozione e di retrocessione
sul campo e premi in denaro ai sodalizi
meglio classificati in rapporto alle risorse
disponibili segnalate nei rapporti
trimestrali alla Covisoc. Per intenderci
una sorta di campionato Usa universitario
da dove i grandi club attongono
manodopera qualificata.
2) Vendere i diritti tv del pacchetto
serie C ad un network nazionale.
L'accordo siglato venerdì scorso in
Milano con il neonato Rai sport satellite
(canale gratuito visibile con decoder
digitale e parabola) va in quella direzione.
Ma facciamo due conti in tasca
al network: un budget di spesa annua
di 25miliardi, di cui 1/3 per il personale,
1/3 per la tecnologia ed 1/3 per l'acquisizione
dei diritti tv. Quanto potrà offrire
di questi 8 miliardi una rete che nasce
per assicurare la copertura televisiva
agli sport minori soffocati da quelli forti
(calcio in testa) a livello Auditel? Alla
Lega in teoria non rimane che "ricomprare"
la maggiore fetta possibile di
spazi del palinsesto procacciando spot
pubblicitari alla Sipra. Un compito duro
considerato la limitatezza del mercato
italiano della tv digitale.
3) Minacciare uno sciopero dei campionati
contro il concorso SuperEnalotto.
Senza la partecipazione della Lega di
serie A e B una sfida boomerang per il
presidente Mario Macalli.