Domani mattina alla 1:25 ora italiana
in Salt Lake City cominceranno ufficialmente
le prime Olimpiadi- Paraolimpiadi
invernali del nuovo millennio.
I Giochi ritornano in Nordamerica,
dopo Calgary nel 1988. Per media e
sponsor quella edizione rappresentò un
business grazie al fatto che negli sport
trainanti del programma, sci alpino e
pattinaggio artistico, c’erano due star
come Alberto Tomba e Katarina Witt.
Oggi Hermann Maier è a casa e Michelle
Kwan non è Ana Kournikowa (circa
10milioni di euro all’anno di guadagni
come donna immagine). Detto questo,
le Olimpiadi invernali per gli Americani
continuano ad essere un evento molto
sentito (in particolare hockey e pattinaggio
su ghiaccio, e la novità dello
snowboard); le aziende lo sanno bene
e, nonostante lo scandalo che investì
nel recente passato il Comitato organizzatore,
hanno risposto.
Possiamo suddividerle in sostanza in
tre categorie.
Alla prima appartengono i “top partners”:
sono i co-sponsor del Cio, che
sostengono in diversi settori con denaro,
beni e servizi il movimento olimpico
ed i comitati organizzatori dei Giochi.
Li ritroveremo in Torino 2006
(CocaCola, Kodak, Panasonic, Xerox, ...).
In questo contesto lo strategico settore
delle telecomunicazioni l’ha occupato
Samsung Electronics Company, che
da oggi entrerà anche nelle case degli
Italiani a colpi di spot.
Il secondo gruppo di imprese è rappresentato
dall’insieme degli sponsor
istituzionali del Comitato olimpico
americano (Usoc) e di quelli legati per
l’occasione al Comitato organizzatore di
Salt Lake (Sloc).
Diciamo che si tratta di un programma
che dovrebbe essere studiato e
sviluppato in Italia, dove il Coni e le
squadre olimpiche non hanno di fatto
un gruppo di partner istituzionali (a
parte CasaItalia ed il fornitore di turno
delle divise da cerimonia). Per intenderci
immaginiamo l’equivalente italiano
di un pool fra At&T (telefonia), Bank
of America, General Motors, Allstate
(assicurazioni), Delta Air Lines, Gateway
(informatica), Hallmark
(abbigliamento),
Monster. com (lavoro interinale), Nuskin
(cosmesi);
Seiko, Utah Power (energia
elettrica) e York (industria del freddo).
Arriviamo al terzo insieme, quello
dei fornitori locali del Comitato di Salt Lake City,
che garantiscono ad organizzatori,
tecnici, atleti ed ospiti beni
e servizi di ogni sorta ventiquattro ore
su ventiquattro. Un vero punto di forza.
Se ne contano circa 30. Direi un record.
Una cifra che dà l’idea di che cosa potrà
significare in prospettiva in termini di
opportunità per l’economia piemontese
l’evento di Torino 2006.