In Italia le federazioni sportive della
pallacanestro e del calcio impongono
alle società affiliate alle leghe professionistiche
il rispetto di alcuni parametri
economico-finanziari per effettuare
acquisti di atleti sul mercato e per iscriversi
ai campionati di categoria. Per
entrambi le discipline questi indicatori
fanno riferimento ai conti al 31 marzo
di ogni anno.
Pallacanestro. Due i parametri a carico
dei club. Il valore del patrimonio
netto societario (capitale sociale + riserve
- perdite) deve essere almeno pari
ad un mezzo di quello del vivaio e del
patrimonio cestisti. Questo ultimo è
costituito dalla somma dei valori contabili
degli atleti sotto contratto fatturati
dai club cedenti. Considerato la brevità
dei contratti, la prassi della risoluzione
consensuale degli stessi, l’assenza di
una fattura di carico degli atleti Usa
liberi sul mercato e la rivoluzione della
disciplina dei trasferimenti internazionali
che dovrebbe interessare anche il
basket dal 5 luglio prossimo, si tratta di
un indicatore svuotato ormai di significato.
Anche il secondo parametro racchiude
dei risvolti discutibili. Il valore
dell’indebitamento societario (sistema
bancario, fornitori, personale, fisco e
previdenza) al 31 marzo non deve essere
superiore a quello del 30 giugno
dell’anno precedente. Si tratta di un
confronto fra due dati disomogenei in
termini temporali, tenuto conto che, a
differenza di altri settori produttivi per
365 giorni all’anno, i debiti significativi
verso la manodopera (in particolare
straniera) con aprile/maggio tendono
generalmente a ridursi, se non ad azzerarsi.
Si noti poi come in entrambi i rapporti
l’aspetto economico (costi/ricavi)
dell’azienda rimanga assente.
Calcio. Un solo indicatore viene
richiesto: i debiti complessivi al 31
marzo devono essere pari ad un terzo
dei ricavi in bilancio al 30 giugno dell’anno
precedente. Con la notevole crescita
in questi ultimi anni dei costi di
manodopera sia in termini di ingaggi
che di stipendi, non bilanciata da quella
dei proventi tv, ci si domanda come sia
possibile il rispetto del rapporto per i
club del football. Nelle sconto in banca
delle fatture di vendita dei calciatori e
dei diritti tv e nel saldo positivo della
campagna acquisti e vendite si può
ricercare la risposta. Ma le prospettive
di un ridimensionamento dei diritti tv
e di quello dei prezzi dei trasferimenti
degli atleti a seguito dell’accordo Fifa/
Ue potrebbero rendere più arduo il raggiungimento
del rapporto. Non a caso
potrebbe partire presto una richiesta
delle leghe alla federcalcio per riconsiderare
il parametro non più alla stregua
di un vincolo, ma di un elemento di
valutazione del club in un contesto più
generale.