Questione di parametri

1 Giugno 2001

In Italia le federazioni sportive della

pallacanestro e del calcio impongono

alle società affiliate alle leghe professionistiche

il rispetto di alcuni parametri

economico-finanziari per effettuare

acquisti di atleti sul mercato e per iscriversi

ai campionati di categoria. Per

entrambi le discipline questi indicatori

fanno riferimento ai conti al 31 marzo

di ogni anno.

Pallacanestro. Due i parametri a carico

dei club. Il valore del patrimonio

netto societario (capitale sociale + riserve

- perdite) deve essere almeno pari

ad un mezzo di quello del vivaio e del

patrimonio cestisti. Questo ultimo è

costituito dalla somma dei valori contabili

degli atleti sotto contratto fatturati

dai club cedenti. Considerato la brevità

dei contratti, la prassi della risoluzione

consensuale degli stessi, l’assenza di

una fattura di carico degli atleti Usa

liberi sul mercato e la rivoluzione della

disciplina dei trasferimenti internazionali

che dovrebbe interessare anche il

basket dal 5 luglio prossimo, si tratta di

un indicatore svuotato ormai di significato.

Anche il secondo parametro racchiude

dei risvolti discutibili. Il valore

dell’indebitamento societario (sistema

bancario, fornitori, personale, fisco e

previdenza) al 31 marzo non deve essere

superiore a quello del 30 giugno

dell’anno precedente. Si tratta di un

confronto fra due dati disomogenei in

termini temporali, tenuto conto che, a

differenza di altri settori produttivi per

365 giorni all’anno, i debiti significativi

verso la manodopera (in particolare

straniera) con aprile/maggio tendono

generalmente a ridursi, se non ad azzerarsi.

Si noti poi come in entrambi i rapporti

l’aspetto economico (costi/ricavi)

dell’azienda rimanga assente.

Calcio. Un solo indicatore viene

richiesto: i debiti complessivi al 31

marzo devono essere pari ad un terzo

dei ricavi in bilancio al 30 giugno dell’anno

precedente. Con la notevole crescita

in questi ultimi anni dei costi di

manodopera sia in termini di ingaggi

che di stipendi, non bilanciata da quella

dei proventi tv, ci si domanda come sia

possibile il rispetto del rapporto per i

club del football. Nelle sconto in banca

delle fatture di vendita dei calciatori e

dei diritti tv e nel saldo positivo della

campagna acquisti e vendite si può

ricercare la risposta. Ma le prospettive

di un ridimensionamento dei diritti tv

e di quello dei prezzi dei trasferimenti

degli atleti a seguito dell’accordo Fifa/

Ue potrebbero rendere più arduo il raggiungimento

del rapporto. Non a caso

potrebbe partire presto una richiesta

delle leghe alla federcalcio per riconsiderare

il parametro non più alla stregua

di un vincolo, ma di un elemento di

valutazione del club in un contesto più

generale.









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