Primo anno di dieta

3 Dicembre 1999

In Italia per mezzo secolo il primo

sponsor dello sport è stato lo scommettitore

dei concorsi pronostici. Dal

1992 si assiste ad un costante calo

delle scommesse sportive. Alla fine del

1998 la giunta del Coni ha deliberato

un taglio del 30% sui trasferimenti di

risorse finanziarie a favore dei bilanci

delle federazioni (nel 1995 coperti per

il 70%).

Sta per concludersi il primo anno di

“dieta” che merita alcune considerazioni.

Lo sport di base scopre nuove risorse

(gestione impiantistica pubblica) e non

entra in crisi per il milione in meno di

contributo federale a sodalizio.

Lo sport professionistico in regime

della legge n. 91/1981 sostenuto dai

diritti tv non è entrato in crisi (calcio

e basket di A, auto, moto e ciclismo).

Questo settore si è affrancato dalle lotterie.

Ma non completamente: calcio

e basket di B navigano a vista, mentre

il calcio di C boccheggia. Lo sport di

vertice fuori dalla legge 91/1981 e parastatale

(forze armate e dell’ordine) non

è entrato in crisi, se è vero che i risultati

sportivi del ’99 sono in linea con quelli

dei periodi floridi. Ma fino a quando?

Questo è il punto. In prospettiva il settore

più a rischio è quello della formazione

degli sportivi (14/18anni) nella fascia

fra lo sport di base e quello di vertice

militarizzato e non.

Lo stato è intervenuto con un

provvedimento tampone (150 miliardi

per Sydney), ma in attesa del

Totoscommesse a regime, non è disponibile

per altri aiuti (dirottare parte delle

entrate del Lotto allo sport). Perchè?

Difficile ipotizzare una punizione per

un settore che ha vissuto spesso al di

sopra delle possibilità; più probabile

una impotenza di fronte al modello

di formazione sportiva (patto scuola,

aziende e fondazioni) diffuso all’estero

e che il Paese sta scoprendo solo ora in

altri campi (ricerca, musica...).









Museo Alessandro Roccavilla

Privacy Policy - Cookie policy