Nuovi diritti, vecchi debiti

15 Marzo 2002

La scorsa settimana è stato reso noto

che undici società di calcio professionistiche

italiane hanno ceduto in esclusiva

al gruppo multimediale Hutchison

Whampoa Limited i diritti a diffondere

i loro spettacoli attraverso i servizi 3G

(della terza generazione) o Umts.

Si tratta della trasmissione di immagini

attraverso il telefono cellulare e via

internet.

L’operazione in questo momento

molto delicato per il calcio e per la sua

prima fonte di proventi (la televisione a

pagamento) merita di essere approfondita

perchè racchiude numerosi risvolti.

Giuridici/politici. I diritti in questione

relativi al massimo Campionato sono di

proprietà della Lega Calcio di Serie A e

B, o possono essere gestiti in via autonoma

dalle società ad essa affiliate?

In Francia per esempio le trattative

concluse da alcuni club con il gruppo

Orange sono state impugnate di fronte

alla magistratura dalla Lega professionisti,

sola titolare dei diritti di riproduzione

e diffusione, sotto qualsiasi forma,

delle immagini dal torneo transalpino.

Economici/club. Tenuto conto delle

difficili condizioni finanziarie in cui

versa la televisione a pagamento, undici

società non hanno perso tempo nella

ricerca di nuove risorse. Si tratta di club

in testa alla classifica delle tifoserie più

numerose, ma considerato che a differenza

di quella degli abbonamenti

pay-tv la diffussione dei cellulari è notevole,

anche le società di seconda fascia

dovrebbero essere appetibili. Non è

l’unica incognita. I nuovi proventi spingeranno

le società a rivedere le annunciate

linee di risanamento dei bilanci in

rosso a colpi di tagli degli ingaggi?

Economici/inserzionisti. Vale il discorso

enunciato prima: sulla base della

diversa diffusione fra gli utenti del cellulare

e quelli della pay-tv, le aziende

dovrebbero privilegiare la pubblicità

via 3G/Umts.

Economici/tv a pagamento. E’ l’ultima

tegola che cade su di un sistema che

non vede crescere come aveva stimato

abbonamenti e spot pubblicitari, che è

rincorso da banche e club impagati, che

non trova una classe politica disposta

ad oscurare al 100% il calcio fino alle

ore 24, e che sulla strada delle fusioni

per cercare di ottimizzare i costi (Tele+/

Stream) deve fare i conti con l’antitrust.

Economici/banche. L’interrogativo è

d’obbligo: alle prese con la crisi economico-

finanziaria delle tv a pagamento

(vedi il caso Kirch in Germania),

l’atteggiamento del sistema bancario

verso gli operatori 3G/Umts sarà ancora

improntato sulla fiducia e sull’apertura

di credito?









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