La scorsa settimana è stato reso noto
che undici società di calcio professionistiche
italiane hanno ceduto in esclusiva
al gruppo multimediale Hutchison
Whampoa Limited i diritti a diffondere
i loro spettacoli attraverso i servizi 3G
(della terza generazione) o Umts.
Si tratta della trasmissione di immagini
attraverso il telefono cellulare e via
internet.
L’operazione in questo momento
molto delicato per il calcio e per la sua
prima fonte di proventi (la televisione a
pagamento) merita di essere approfondita
perchè racchiude numerosi risvolti.
Giuridici/politici. I diritti in questione
relativi al massimo Campionato sono di
proprietà della Lega Calcio di Serie A e
B, o possono essere gestiti in via autonoma
dalle società ad essa affiliate?
In Francia per esempio le trattative
concluse da alcuni club con il gruppo
Orange sono state impugnate di fronte
alla magistratura dalla Lega professionisti,
sola titolare dei diritti di riproduzione
e diffusione, sotto qualsiasi forma,
delle immagini dal torneo transalpino.
Economici/club. Tenuto conto delle
difficili condizioni finanziarie in cui
versa la televisione a pagamento, undici
società non hanno perso tempo nella
ricerca di nuove risorse. Si tratta di club
in testa alla classifica delle tifoserie più
numerose, ma considerato che a differenza
di quella degli abbonamenti
pay-tv la diffussione dei cellulari è notevole,
anche le società di seconda fascia
dovrebbero essere appetibili. Non è
l’unica incognita. I nuovi proventi spingeranno
le società a rivedere le annunciate
linee di risanamento dei bilanci in
rosso a colpi di tagli degli ingaggi?
Economici/inserzionisti. Vale il discorso
enunciato prima: sulla base della
diversa diffusione fra gli utenti del cellulare
e quelli della pay-tv, le aziende
dovrebbero privilegiare la pubblicità
via 3G/Umts.
Economici/tv a pagamento. E’ l’ultima
tegola che cade su di un sistema che
non vede crescere come aveva stimato
abbonamenti e spot pubblicitari, che è
rincorso da banche e club impagati, che
non trova una classe politica disposta
ad oscurare al 100% il calcio fino alle
ore 24, e che sulla strada delle fusioni
per cercare di ottimizzare i costi (Tele+/
Stream) deve fare i conti con l’antitrust.
Economici/banche. L’interrogativo è
d’obbligo: alle prese con la crisi economico-
finanziaria delle tv a pagamento
(vedi il caso Kirch in Germania),
l’atteggiamento del sistema bancario
verso gli operatori 3G/Umts sarà ancora
improntato sulla fiducia e sull’apertura
di credito?