Non solo calcio crack

30 Agosto 2002

Alcuni recenti fatti economici nel

panorama sportivo meritano attenzione

alla luce di due punti:

1) da una sommaria analisi dell’attualità

riscontriamo che da una parte il

calcio professionistico sciopera, mentre

i suoi estremi, la nazionale ed il settore

dilettantistico e giovanile, reggono;

dall’altra le discipline cosiddette minori

lamentano difficoltà e ristrettezze ai

poli (rappresentative azzurre e reclutamento),

mentre le attività di campionato

proseguono;

2) i fatti in questione rappresentano

delle piccole rivoluzioni nell’economia

sportiva nazionale.

Prima di sospendere i lavori per la

pausa estiva la Provincia di Milano ha

stanziato per l’avviamento allo sport

51.650 euro a favore dei comitati provinciali

delle federazioni in difficoltà.

Questo che oggi appare come un intervento

straordinario, in futuro potrebbe

divenire la regola: la finanza locale

(quota parte delle addizionali Irpef) che

sostiene l’attività sportiva di base.

Lunedì 19 agosto scorso in Roma la

federnuoto, su proposta del presidente

Paolo Barelli, ha istituito una via di

mezzo fra un concorso a premi ed una

lotteria di beneficenza aperta a tutte le

associazioni affiliate: 500 euro di sottoscrizione

a favore della nazionale con

in palio tre viaggi ai Mondiali 2003 di

Barcelona. Un tempo in Italia era la

base (i sodalizi) che chiedeva denaro ai

vertici; oggi è il contrario, ma nei Paesi

dove lo sport non vive sulle lotterie calcistiche,

ciò è ordinario. In Svizzera per

esempio in occasione di alcuni eventi

non mancano le urne per la pubblica

raccolta di offerte a favore delle squadre

nazionali rossocrociate.

D’altronde nell’era del decreto

Melandri le federazioni sportive nazionali

sono a tutti gli effetti enti di diritto

privato e, come tali, possono richiedere

(non imporre) ai propri affiliati la corresponsione

di contributi integrativi alla

quota associativa per fare quadrare i

conti. Proprio come avviene nei sodalizi

di base. E c’è di più. L’atleta Boggiatto,

che ben si è distinto in Berlino, è nella

forza lavoro della Fiat. A parte lo stato

di salute dell’industria di Torino, sta di

fatto che è ora di comprendere se nei

“budget sociali” delle primarie imprese

italiane (che non sono molte) ci può

stare l’ inserimento nella forza lavoro di

quegli atleti di alto profilo delle discipline

“non militarizzate”. C’è poi una ricchezza

relativamente nuova che viene

dall’alto: gli utili dei Giochi Olimpici

(120milioni di euro da Sydney, circa 40

da Salt Lake City). Le bocche da sfamare

sono tuttavia tante e per l’Onu dello

sport, il Cio, è delicata la ridistribuzione

dei fondi fra federazioni ricche e

povere.









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