lo "strappo" di Barcellona

16 Giugno 2000

Venerdì scorso in Barcellona alcune

società professionistiche di pallacanestro

del vecchio continente hanno

costituito la Unione delle leghe europee

di basket (Uleb).

Nelle intenzioni di questo organismo

di diritto privato ci sono la promozione

e l'organizzazione di un campionato

europeo per club in grado di:

- affiancare le competizioni nazionali

federali;

- sostituire il torneo continentale (la

Superlega) della federazione internazionale

(Fiba).

Un fatto senza precedenti in Europa

nel panorama degli sport di squadra,

che merita alcune considerazioni da

diversi punti di vista.

Economia e finanza.

Dietro questa rivoluzione ci sono il

marketing (sponsor) ed i network televisivi,

ai quali stanno sempre più stretti

i mercati legati:

- ai campionati nazionali;

- ad una Superlega con scarsa visibilità

tra le competizioni locali e la concomitanza

su settimana delle coppe

europee del football.

E così per cercare di cambiare la rotta,

sponsor e tv si dicono pronti a versare

all'Uleb 35 milioni di dollari all'anno

contro i 19 riconosciuti alla Fiba.

Una situazione questa che è presente

anche nel calcio con due progetti privati

fuori dalla federazione: quello conosciuto

di Media Partners, i più potenti club

continentali riuniti nel G14, bloccato in

zona Cesarini dalla Uefa, e quello meno

noto delle società di seconda fascia economica,

la Lega Atlantica, sponsorizzato

dietro le quinte dal colosso Philips, per

il quale la partecipazione al campionato

olandese con il Psv Eindhoven comincia

a non essere più un affare.

Politica.

Due argomenti su tutti:

a) il nucleo promotore dello "strappo"

di Barcellona è costituito da esponenti

delle leghe basket di Grecia, Italia

e Spagna, cioè di tre Paesi che non si

distinguono certo in Europa per fatti

concreti di liberismo economico;

b) la forza contrattuale della neonata

Unione nei confronti della Fiba

per assicurarsi alcuni servizi (giustizia

sportiva e sanità) da sempre nelle mani

delle istituzioni federali e dei comitati

olimpici nazionali.

Giustizia.

Da diversi anni lo sport ad alto livello

è materia di avvocati e tribunali. Le

sanzioni per i club "pirati" non mancheranno.

Ma l'esclusività del diritto di organizzare

delle competizioni sportive in

capo ad una sola organizzazione, la

federazione, di fatto un ente privato

che per le pubbliche elezioni dei suoi

membri e per il controllo statale rivendica

la natura pubblica, non costituisce

un monopolio da sottoporre all'esame

della commissione anti-trust europea?









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