Venerdì scorso in Barcellona alcune
società professionistiche di pallacanestro
del vecchio continente hanno
costituito la Unione delle leghe europee
di basket (Uleb).
Nelle intenzioni di questo organismo
di diritto privato ci sono la promozione
e l'organizzazione di un campionato
europeo per club in grado di:
- affiancare le competizioni nazionali
federali;
- sostituire il torneo continentale (la
Superlega) della federazione internazionale
(Fiba).
Un fatto senza precedenti in Europa
nel panorama degli sport di squadra,
che merita alcune considerazioni da
diversi punti di vista.
Economia e finanza.
Dietro questa rivoluzione ci sono il
marketing (sponsor) ed i network televisivi,
ai quali stanno sempre più stretti
i mercati legati:
- ai campionati nazionali;
- ad una Superlega con scarsa visibilità
tra le competizioni locali e la concomitanza
su settimana delle coppe
europee del football.
E così per cercare di cambiare la rotta,
sponsor e tv si dicono pronti a versare
all'Uleb 35 milioni di dollari all'anno
contro i 19 riconosciuti alla Fiba.
Una situazione questa che è presente
anche nel calcio con due progetti privati
fuori dalla federazione: quello conosciuto
di Media Partners, i più potenti club
continentali riuniti nel G14, bloccato in
zona Cesarini dalla Uefa, e quello meno
noto delle società di seconda fascia economica,
la Lega Atlantica, sponsorizzato
dietro le quinte dal colosso Philips, per
il quale la partecipazione al campionato
olandese con il Psv Eindhoven comincia
a non essere più un affare.
Politica.
Due argomenti su tutti:
a) il nucleo promotore dello "strappo"
di Barcellona è costituito da esponenti
delle leghe basket di Grecia, Italia
e Spagna, cioè di tre Paesi che non si
distinguono certo in Europa per fatti
concreti di liberismo economico;
b) la forza contrattuale della neonata
Unione nei confronti della Fiba
per assicurarsi alcuni servizi (giustizia
sportiva e sanità) da sempre nelle mani
delle istituzioni federali e dei comitati
olimpici nazionali.
Giustizia.
Da diversi anni lo sport ad alto livello
è materia di avvocati e tribunali. Le
sanzioni per i club "pirati" non mancheranno.
Ma l'esclusività del diritto di organizzare
delle competizioni sportive in
capo ad una sola organizzazione, la
federazione, di fatto un ente privato
che per le pubbliche elezioni dei suoi
membri e per il controllo statale rivendica
la natura pubblica, non costituisce
un monopolio da sottoporre all'esame
della commissione anti-trust europea?