la tv futura prezzi stracciati

13 Dicembre 2002

Bernie Ecclestone, padrone della

Formula 1, smantella la pay-per-view in

crisi e decide di concentrarsi sui diritti tv

non criptati; la regina degli sport, l'atletica

leggera, per riacquistare audience

cambia rotta, volta le spalle alla pay-tv

e consegna in Italia il circuito 2003

dei grandi meeting estivi della Golden

League alla televisione in chiaro (Rai);

per riportare le competizioni della stagione

in corso dello sci alpino all'interno

dei palinsesti televisivi nazionali non

a pagamento (La7) si è mosso anche

il Parlamento; ciclismo e rugby, sport

popolari per eccellenza, l'avventura

pay-tv nella Penisola non l'hanno mai

cominciata, e la pallacanestro di massima

divisione accetta la diretta anche

su network interregionali. Che cosa sta

succedendo?

A parte calcio e tennis, discipline che,

sebbene trasmesse in buona parte su

canali "non visibili", sono risultate le più

seguite sui teleschermi in base ad uno

studio del luglio scorso condotto dalla

società tedesca Sport+Markt Ag in cinque

Paesi europei di tenedenza (Ita, Fra,

Ger, Spa e Gbr), la parola d'ordine delle

istituzioni sportive sembra essere: alla

larga dalla televisione a pagamento.

Che è in rosso, ma continua ad operare

comprando i diritti degli eventi dagli

organizzatori che subiscono le pressioni

delle autorità sportive e politiche

per un "ritorno" a prezzi inferiori dei

prodotti in mano ai gestori delle tv

in chiaro. Una situazione all'apparenza

paradossale: perchè in un momento di

crisi finanziaria lo sport ufficiale, quello

delle federazioni e dei comitati olimpici,

preferisce spartire meno denaro,

ma avere più visibilità, più audience,

insomma basta nicchia e riconquista

della massa? Lo sport, nella scelta di

preferire i soldi più "sicuri" della tv in

chiaro, si trova alleata di quei mercati

(attrezzature, abbigliamento, accessori,

impianti....) alla disperata ricerca di

nuove generazioni che consumino per

emulare il campione. Come una volta.

Ma se il modello è criptato, lo vedono

meno potenziali praticanti (federazioni)

e consumatori (aziende).

Alla vigilia del nuovo secolo anche

questa rubrica aveva pronosticato nella

tv a pagamento il futuro dello sport.

Una cantonata? In parte. Perchè diciamola

tutta: la tv futura non potrà più

imporre l'abbonamento a tutti i suoi

palinsesti quale condizione per assistere

ai programmi preferiti (es. la partita

di calcio o la finale del torneo di tennis),

pretendendo ancora degli extra (payper-

view); la tv futura sarà quella dove

ciascuno acquisterà la diretta di una

tappa, di un match, di una finale, di una

gara a prezzi stracciati (esempio 1 euro

ad evento), lasciando lo sport parlato al

palinsesto generalista.









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