La scommessa dell'Olimpico

12 Maggio 2000

Con il decreto 27 marzo 2000 lo

Stato ha messo in vendita 119 proprietà

immobiliari tra fabbricati e terreni in

tutta la Penisola.

Le cronache hanno concentrato l'attenzione

sul complesso del Foro Italico

in Roma, comprendente anche lo stadio

Olimpico, dove producono i loro spettacoli

le società di calcio capitoline.

Il valore dell'offerta (attrezzature

sportive, terreni, villette, parcheggi,

vivai e vari monumenti del periodo

fascista) si aggira intorno ai 1.000 miliardi

di lire. L'Erario si propone di chiudere

l'operazione entro il prossimo 31

dicembre.

Ce la farà? Ed a quali condizioni, considerato

il valore extra-commerciale

degli immobili in questione?

E' inutile ricordare che lo stadio di

Atlanta è durato il tempo di un'estate

olimpica, o che il Madison Square

Garden in New York cambierà volto

dalle radici. Negli Stati Uniti la sacralità

degli impianti sportivi non esiste.

Ma qualcosa sembra cambiare anche

nel vecchio Continente, se è vero che

il gruppo privato che ha acquistato il

tempio del calcio britannico, il Wembley

Stadium, ha dichiarato che esso non

sarà più quello di prima, un luogo vivibile

solo in occasione delle partite, ma

diventerà una cittadella da frequentare

ogni giorno, con centri di allenamento,

ristoranti, videoteche, librerie ed altri

spazi per il tempo libero.

Ora tocca all'Italia inaugurare quella

che l'allora ministro dei beni culturali

con delega per lo sport, Walter Veltroni,

lanciò come la stagione della privatizzazione

degli stadi (1997).

Ma l'operazione Foro Italico presenta

per i potenziali acquirenti alcuni aspetti

che la rendono non facile. I club romani

molto probabilmente sono interessati

esclusivamente allo stadio del calcio.

L'offerta prevede la cessione del

complesso a lotti? In caso affermativo,

l'eventuale sacrificio della pista di atletica

potrebbe precludere la riproposizione

della candidatura olimpica di

Roma. E qui allora si innesta il discorso

di fondo: a quale livello arriva il vincolo

conservativo delle opere in oggetto per

l'acquirente?

La tribuna Monte Mario potrà divenire

il tetto di un centro commerciale

e del tempo libero? Non è un caso che

lo Stato ha raffreddato i progetti di una

cordata americana pronta ad esportare

nella Città Eterna la filosofia stelle e

strisce in materia. Insomma i margini

per rivoluzioni urbanistiche sembrano

ristretti; a maggiore ragione se dalle

attrezzature sportive si passa poi agli

immobili storici (le casacce, monolite e

fontane della sfera), per i quali l'offerta

potrebbe essere indirizzata verso il

mondo delle fondazioni della capitale

(es. Caput Mundi), sostenute da potenti

partner istituzionali pubblici e privati.









Museo Alessandro Roccavilla

Privacy Policy - Cookie policy