Lo scontro sindacale tra la Nba e
l'Associazione Giocatori da un parte, ed
i progetti per la creazione di un campionato
europeo di calcio per club pro
(Superlega od Eurolega) dall'altra stanno
caratterizzando il panorama economico
dello sport mondiale di questa
fine estate 1998.
Due fatti a prima vista distanti, slegati
se presi nella loro situazione contingente.
Ma non è così.
Al di là dell'oceano si litiga sulla percentuale
delle entrate del famoso campionato
Nba da riconoscere come salari
ai cestisti: tra il 48 ed il 52% per la Lega,
il 63% per il sindacato.
Senza entrare nel merito della contesa,
ciò che è importante sottolineare è
che a discutere del costo del lavoro del
secondo mercato sportivo al mondo
(5.270miliardi di lire di giro di affari
contro i 5.610 del football americano)
ci sono due istituzioni soprannazionali:
il sindacato giocatori e la lega Nba per
le imprese. Per le quali dalla costa atlantica
a quella pacifica, tranne alcune
eccezioni (i paradisi fiscali nel Wyoming
e nel Nevada), le norme sono eguali.
Questo è liberismo: sul mercato le
società si confrontano con soldi (puliti o
no, questo è un altro problema) ed idee,
ma ad armi pari. Non esiste che il cestista
sceglie la Grecia o la Turchia dove
il datore di lavoro gli dà di più perchè
paga meno imposte e contributi.
Gli insegnamenti che in queste settimane
giungono dagli Stati Uniti per
la futura "Nba del calcio europeo" sono
proprio questi: 1) se dopo il baseball
anche il basketball nel Paese del bengodi
si ferma per la questione salariale, ciò
vuol dire che il problema esiste e che va
affrontato da due entità forti e soprannazionali
in rappresentanza delle parti
(calciatori e società); 2) il calcio, questo
settore dell'industria sportiva che dopo
la Borsa ora entra nella bilancia dei
pagamenti degli stati (Gran Bretagna),
non può permettersi un mercato dove
alcuni operatori economici si vedono
accordate da autorità nazionali (federazioni,
pubbliche amministrazioni) dei
privilegi diretti (contributi) od indiretti
(agevolazioni fiscali, previdenziali). E
questo al di là dell'art. 92 del Trattato
dell'Unione Europea. Da quanto trapela
in questi giorni il progetto della
Superlega (privato) o quello dell'Eurolega
(Uefa) sembrano molto carenti sotto
questi aspetti.