La fame fa novanta

9 ottobre 1998

Vendere la serie C del calcio rimane

per il presidente di Lega, Mario Macalli,

l'obiettivo del suo mandato.

Lo si è compreso durante la riunione

delle società affiliate dello scorso 1°

ottobre in Coverciano.

Nell'ultima stagione sportiva 53 sono

stati i miliardi di lire provenienti dalle

scommesse sportive che la Lega di

Firenze ha ripartito tra le sue 90 società:

il 50% è stato diviso fra i 36 club di C1

ed il resto tra i 54 del campionato di C2

(491 milioni a testa).

Oggi Totocalcio e Totogol sono in

crisi.

Ed allora la ricerca di introiti slegati

dall'alea del costume nazionale delle

scommesse è una necessità.

Discorso che, salvo rare eccezioni,

vale per i club alle prese con gli incassi

di un pubblico la cui fedeltà alla partita

della domenica è spesso direttamente

proporzionale ai risultati ed alla classifica

della squadra.

Per la Lega si è aperta così la caccia a

sponsorizzazioni istituzionali e soprattutto

ai diritti tv, i proventi diventati

ormai lo spartiacque fra lo sport con

mercato e quello senza. Il prezzo dei

diritti televisivi lo fa l'audience: il flop

dell'esperimento della partita di C1 il

sabato pomeriggio su Tele+ pesa ed in

prospettiva lo scenario non è esaltante.

Soltanto alcune piazza calde nel sud

del Paese, orfane del calcio di serie A,

riescono a portare a casa dai 30 ai 40

milioni a stagione dai network locali.

Per la stagione sportiva in corso le

televisioni locali legate in esclusiva a

ciascuna squadra (Quartarete per la

Biellese Fc Srl) verseranno i diritti alla

Lega di Firenze, che li ripartirà equamente

fra le società affiliate. Per il campionato

1999/2000 si busserà alla Rai,

ma se il calcio di A e di B non sarà

trasferito al sabato, per la C lo scenario

non sarà roseo.

Per quanto riguarda le sponsorizzazioni

la proposta di Mario Macalli è racchiusa

nella formula "paghi 1 e prendi

90": offrire cioè ad una o più sponsor

in pool di livello nazionale la visibilità

in contemporanea sulla cartellonistica

degli stadi interessati.

Una sfida ardua. Anche perchè la

questione di fondo è molto delicata: 90

bocche da sfamare sono tante.









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