Inail: paghi 3 assicuri 1

28 Gennaio 2000

La disciplina dell’assicurazione di

Stato obbligatoria per le imprese contro

gli infortuni sul lavoro, gestita dall’ente

Inail, è oggetto di una riforma che

dovrebbe vedere ormai il traguardo.

Il condizionale è d’obbligo, considerata

la bocciatura del testo provvisorio

lo scorso fine settimana da parte della

Commissione Bilancio della Camera. Tra

i motivi la mancata quantificazione di

alcuni oneri legati alla istituzione di

una banca dati, e la gestione dei risultati

(avanzi o disavanzi) dei vari settori

protetti; in particolare si discute sui

700miliardi di lire di buco dell’agricoltura

(incidenti mortali in continuo aumento),

la cui copertura è stata richiesta

all’industria in luogo dell’utilizzo del

bonus di pari importo concesso dalla

Legge Finanziaria 2000, ed accantonato

dall’ente in previsione del futuro minore

gettito per la riduzione delle tariffe.

Su questo proscenio fa il suo ingresso

lo sport professionistico (quello regolamentato

dalla legge 23 marzo 1981,

n. 91).

Un debutto che sta passando inosservato,

ma che merita alcune considerazioni.

1. In Italia il diritto sportivo impone

che l’attività lavorativa dei professionisti

sia obbligatoriamente assicurata

alla Sportass (contro i rischi di morte e

di invalidità permanente), e riassicurata

presso una compagnia a scelta del

datore di lavoro.

Ora il diritto pubblico viene ad imporre

un ulteriore obbligo assicurativo sullo

stesso rischio, con il probabile intento

di risanare le finanze dell’ente.

2. Il premio a carico del datore di

lavoro si ottiene moltiplicando per un

tasso espresso per mille, variabile per

settore in base alle relative statistiche

degli infortuni, la retribuzione reale o

convenzionale. Una questione non da

poco, perchè se è vero che le disgrazie

nello sport professionistico sono al di

sotto della media nazionale mensile

(oltre 100 morti), è altrettanto vero che

il monte stipendi di calcio, basket, automobilismo,

motociclismo, ciclismo e

golf italiani rappresenta un imponibile

non indifferente.

3. Come detto le morti sono rare, ma

non mancano gli infortuni settimanali

(ne sanno qualcosa i tifosi di certe

società). E’ dunque necessario fin da

subito comprendere: a) se qualsiasi incidente

sarà indennizzato; b) le condizioni

di tali indennizzi, tenuto conto che gli

sportivi professionisti sono dei dipendenti

particolari. Punti questi ultimi non

secondari, se è vero che la Sportass sta

per essere inghiottita da un deficit che

nel 1999 ha raggiunto i 130miliardi.









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