Il bubbone serie C

20 Aprile 2001

L'industria italiana del calcio professionistico

di serie C si trova di fronte da

una parte alla Legge Finanziaria 2001

che incentiva l'occupazione giovanile,

e dall'altra all'Accordo Ue-Uefa-Fifa che,

attraverso il sistema degli indennizzi,

cancella di fatto la libera contrattazione

nella cessione dei calciatori promettenti,

toccasana spesso dei bilanci.

Un comparto economico quello in

questione anomalo nel contesto europeo,

con i suoi più di 2.000 dipendenti

che incidono pesantemente sull'indebitamento

generale del settore.

Nel più recente programma di riforma

promosso dalla Lega di Firenze che

governa le 90 aziende associate, viene

salvato di sicuro 1/5 della manodopera

(400/450 posti). Un taglio netto, considerato

poi che a regime 1/4 della stessa

dovrà essere composta da atleti di età

inferiore a 21 o 23 anni.

La quota corrisponde a 20 imprese,

alle quali viene concesso quindi di

continuare ad impiegare forza lavoro

in regime della Legge n. 91/1981 (professionismo).

Per queste aziende, al

di là degli incentivi della Finanziaria,

la riforma non prevede un pacchetto

di contributi. Una scelta che dovrebbe

contribuire a contenere il costo del

lavoro. Pensiamo che i criteri di selezione

delle 20 società non mancheranno di

fare discutere e di produrre delle code

in sede giudiziaria.

Gli altri 4/5 dell'attuale manodopera,

corrispondenti alle 70 aziende rimaste,

dovrebbero essere oggetto di una

sorta di rottamazione articolata in due

soluzioni:

a) un collocamento in regime di parttime

per 800/860 posti (semi-professionismo),

equivalenti a 40 club datori

di lavoro, ai quali verrebbe garantita

l'erogazione di contributi sulla gestione;

una manovra che, visto lo status di

parziale dilettantismo, non dovrebbe

subire le censure europee in materia di

aiuti para-statali alle imprese;

b) un inquadramento nel regime della

Legge n. 133/99 (dilettantismo) per i

rimanenti 600/650 posti. Per le relative

ultime 30 aziende, ex-datori di lavoro e

destinate dunque ai campionati amatori,

il passaggio sarà molto delicato,

considerato fra l'altro che dovrebbero

trattarsi delle aziende più deboli sul

mercato e maggiormente indebitate.

Per queste società, in assenza di misure

assistenziali, il prossimo calciomercato

dovrebbe essere sfruttato al meglio, al

fine di realizzare delle risorse per fronteggiare

le conseguenze della miscela

riforma serie C più accordo Ue-Uefa-

Fifa.

In definitiva un progetto quello di

Firenze di notevole portata, sulla cui

entrata in vigore pesa tuttavia l'attuale

stato di commissariamento della federcalcio.









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