L'industria italiana del calcio professionistico
di serie C si trova di fronte da
una parte alla Legge Finanziaria 2001
che incentiva l'occupazione giovanile,
e dall'altra all'Accordo Ue-Uefa-Fifa che,
attraverso il sistema degli indennizzi,
cancella di fatto la libera contrattazione
nella cessione dei calciatori promettenti,
toccasana spesso dei bilanci.
Un comparto economico quello in
questione anomalo nel contesto europeo,
con i suoi più di 2.000 dipendenti
che incidono pesantemente sull'indebitamento
generale del settore.
Nel più recente programma di riforma
promosso dalla Lega di Firenze che
governa le 90 aziende associate, viene
salvato di sicuro 1/5 della manodopera
(400/450 posti). Un taglio netto, considerato
poi che a regime 1/4 della stessa
dovrà essere composta da atleti di età
inferiore a 21 o 23 anni.
La quota corrisponde a 20 imprese,
alle quali viene concesso quindi di
continuare ad impiegare forza lavoro
in regime della Legge n. 91/1981 (professionismo).
Per queste aziende, al
di là degli incentivi della Finanziaria,
la riforma non prevede un pacchetto
di contributi. Una scelta che dovrebbe
contribuire a contenere il costo del
lavoro. Pensiamo che i criteri di selezione
delle 20 società non mancheranno di
fare discutere e di produrre delle code
in sede giudiziaria.
Gli altri 4/5 dell'attuale manodopera,
corrispondenti alle 70 aziende rimaste,
dovrebbero essere oggetto di una
sorta di rottamazione articolata in due
soluzioni:
a) un collocamento in regime di parttime
per 800/860 posti (semi-professionismo),
equivalenti a 40 club datori
di lavoro, ai quali verrebbe garantita
l'erogazione di contributi sulla gestione;
una manovra che, visto lo status di
parziale dilettantismo, non dovrebbe
subire le censure europee in materia di
aiuti para-statali alle imprese;
b) un inquadramento nel regime della
Legge n. 133/99 (dilettantismo) per i
rimanenti 600/650 posti. Per le relative
ultime 30 aziende, ex-datori di lavoro e
destinate dunque ai campionati amatori,
il passaggio sarà molto delicato,
considerato fra l'altro che dovrebbero
trattarsi delle aziende più deboli sul
mercato e maggiormente indebitate.
Per queste società, in assenza di misure
assistenziali, il prossimo calciomercato
dovrebbe essere sfruttato al meglio, al
fine di realizzare delle risorse per fronteggiare
le conseguenze della miscela
riforma serie C più accordo Ue-Uefa-
Fifa.
In definitiva un progetto quello di
Firenze di notevole portata, sulla cui
entrata in vigore pesa tuttavia l'attuale
stato di commissariamento della federcalcio.