Formazione: regole UE

13 Aprile 2001

Il documento che il mese scorso ha

sancito l’intesa fra l’Unione Europea, la

Fifa e l’Uefa sui trasferimenti internazionali

dei calciatori dedica un intero paragrafo

alla formazione dei giovani atleti.

Esso merita alcune considerazioni per

la potenziale portata del contenuto sul

calcio di base.

Due i princìpi che si evincono dalla

lettura dell’accordo:

a) la formazione e l’educazione di un

giocatore ha luogo tra i 12 ed i 23 anni

di età;

b) tutti i club che hanno contribuito

all’addestramento del calciatore a partire

da 12 anni hanno diritto a percepire

una percentuale dell’indennizzo per

la formazione e l’educazione, calcolato

sulla base di particolari parametri.

L’enunciato è chiaro, ma diversi aspetti

andranno chiariti.

1) Innanzitutto se la norma, inserita

nella disciplina dei trasferimenti internazionali,

sarà valida anche per quelli

interni. Altrimenti, vigente la nuova normativa

(luglio 2001), la As Libertas Biella

di turno, insieme con gli altri club che lo

hanno formato nel periodo in questione

(12/23 anni), avrebbe diritto all’indennizzo

solo se l’atleta Andrea Zanchetta

stipulasse un contratto di lavoro da calciatore

professionista fuori dai confini

nazionali ed all’interno della Comunità

Europea.

2) Nel caso di efficacia interna della

norma, occorrerà poi comprendere se

il presupposto del diritto all’indennizzo

per la formazione e l’educazione

sarà rappresentato solo dalla stipula

di un contratto di lavoro subordinato

dell’atleta under 23, oppure anche il

semplice tesseramento dello stesso da

parte di un club non professionistico

farà maturare la spettanza dell’educatore.

In questo ultimo caso ci troveremmo

di fronte in sostanza ad una riforma del

premio di preparazione previsto dall’art.

96 delle norme federali.

3) Ed ancora, sempre ai fini del suddetto

diritto, sarà importante chiarire se

l’età del calciatore al momento del trasferimento

sarà vincolante, con il rischio

di decadenza in caso di passaggio dopo

il tetto dei 23 anni.

Se tutto quanto sopra verrà confermato

in positivo, è evidente che l’Accordo

Ue-Fifa-Uefa non rivoluzionerà

soltanto il calcio miliardario, ma anche

quello formativo di base.

In prospettiva da una parte si può

ipotizzare il pericolo di una sorta di

cannibalizzazione fra i club che operano

a livello di settore giovanile, al fine di

tesserare il maggiore numero di atleti

dodicenni (categoria Giovanissimi);

dall’altra la necessità crescente di una

organizzazione all’interno del settore in

grado di seguire le carriere professionali

dei giovani calciatori, evitando il rischio

di non avanzare l’istanza dell’indennizzo

in tempo utile.









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