Il documento che il mese scorso ha
sancito l’intesa fra l’Unione Europea, la
Fifa e l’Uefa sui trasferimenti internazionali
dei calciatori dedica un intero paragrafo
alla formazione dei giovani atleti.
Esso merita alcune considerazioni per
la potenziale portata del contenuto sul
calcio di base.
Due i princìpi che si evincono dalla
lettura dell’accordo:
a) la formazione e l’educazione di un
giocatore ha luogo tra i 12 ed i 23 anni
di età;
b) tutti i club che hanno contribuito
all’addestramento del calciatore a partire
da 12 anni hanno diritto a percepire
una percentuale dell’indennizzo per
la formazione e l’educazione, calcolato
sulla base di particolari parametri.
L’enunciato è chiaro, ma diversi aspetti
andranno chiariti.
1) Innanzitutto se la norma, inserita
nella disciplina dei trasferimenti internazionali,
sarà valida anche per quelli
interni. Altrimenti, vigente la nuova normativa
(luglio 2001), la As Libertas Biella
di turno, insieme con gli altri club che lo
hanno formato nel periodo in questione
(12/23 anni), avrebbe diritto all’indennizzo
solo se l’atleta Andrea Zanchetta
stipulasse un contratto di lavoro da calciatore
professionista fuori dai confini
nazionali ed all’interno della Comunità
Europea.
2) Nel caso di efficacia interna della
norma, occorrerà poi comprendere se
il presupposto del diritto all’indennizzo
per la formazione e l’educazione
sarà rappresentato solo dalla stipula
di un contratto di lavoro subordinato
dell’atleta under 23, oppure anche il
semplice tesseramento dello stesso da
parte di un club non professionistico
farà maturare la spettanza dell’educatore.
In questo ultimo caso ci troveremmo
di fronte in sostanza ad una riforma del
premio di preparazione previsto dall’art.
96 delle norme federali.
3) Ed ancora, sempre ai fini del suddetto
diritto, sarà importante chiarire se
l’età del calciatore al momento del trasferimento
sarà vincolante, con il rischio
di decadenza in caso di passaggio dopo
il tetto dei 23 anni.
Se tutto quanto sopra verrà confermato
in positivo, è evidente che l’Accordo
Ue-Fifa-Uefa non rivoluzionerà
soltanto il calcio miliardario, ma anche
quello formativo di base.
In prospettiva da una parte si può
ipotizzare il pericolo di una sorta di
cannibalizzazione fra i club che operano
a livello di settore giovanile, al fine di
tesserare il maggiore numero di atleti
dodicenni (categoria Giovanissimi);
dall’altra la necessità crescente di una
organizzazione all’interno del settore in
grado di seguire le carriere professionali
dei giovani calciatori, evitando il rischio
di non avanzare l’istanza dell’indennizzo
in tempo utile.