La legge finanziaria 2002 l’aveva delineata
(art. 11). Con i regolamenti firmati
di recente dal ministro dell’Economia
la riforma delle fondazioni bancarie è
stata completata.
Il tema viene ospitato in questa
rubrica perchè fra i nuovi campi in cui
viene previsto dalla legge il sostegno
finanziario di tali enti vi sono l’ “attività
sportiva” e, seppure in via implicita, le
infrastrutture pubbliche sul territorio
distrettuale.
La delicata crisi economica e finanziaria
dello sport italiano (dissesto del
Coni), che in periferia si manifesta con
un aggravio dei costi federali per i sodalizi,
è all’attenzione del governo.
Logico a questo punto porsi la
domanda: in Italia una fondazione bancaria
includerà nei tre settori principali
di intervento triennale vincolante
previsto dalla legge quello legato ad
un progetto sportivo, sia in termini di
investimenti in risorse umane che in
strutture?
La risposta non è semplice. Le variabili
sono diverse.
Settori di intervento. Alla luce della
riforma sono diventati numerosi. Lo
sport deve fare i conti con quelli storici
(assistenza e tutela delle fasce sociali
più deboli) e con quelli che stanno catturando
l’attenzione della società civile
e politica (opere d’arte, ricerca, natura...).
L’assenza istituzionale poi dello
sport nella scuola è un handicap.
Attività sportiva. La frammentarietà
e la peculiarità campanilistica del movimento
associazionistico a livello locale
sono altri fattori che possono incidere
negativamente sulla candidatura di un
progetto sportivo rispetto a quello unitario
che vede allineate p. es. le onlus
del territorio operanti in un settore
(anziani, tossicodipendenza...).
Enti locali. Il futuro maggior peso dei
rappresentanti delle pubbliche istituzioni
negli organi direttivi delle fondazioni
potrebbe costituire un punto pro
sport di fronte ad iniziative sponsorizzate
dagli stessi enti pubblici.
Dimensioni dell’intervento. Privilegiare
per un triennio lo sport nella linea
politica di intervento finanziario di una
fondazione bancaria significherà condividere
comunque un progetto “pesante”,
significativo per la realtà locale, come lo
può essere quello immobiliare.
Infrastrutture. Con un project finance
che stenta a decollare ed un Istituto per
il Credito Sportivo alle prese con una
difficile riforma, le fondazioni bancarie
potrebbero diventare la cassaforte alla
quale attingere per finanziarie piani per
infrastrutture pubbliche (anche sportive).
In questa ottica non ci sarebbe da
stupirsi se a dare una mano al travagliato
cantiere di Torino 2006 scendessero
in pista le solide fondazioni bancarie del
capoluogo piemontese.