Equilibri mondiali e doping

18 Giugno 1999

Ben Johnson (1988), Katrin Krabbe

(1992), Diego Armando Maradona

(1994) e Marco Pantani (1998). Perchè a

partire da un certo punto i testimonial

dell’atletica leggera, del calcio e del

ciclismo sono stati travolti dai controlli

antidoping?

Il doping è un business con acquirenti

in ogni parte del globo. Una stima è

difficile, ma sono circa 5.000 i miliardi

di lire che ruotano intorno a questo

fenomeno. Nel suo piccolo anche l’antidoping

è diventato un affare: 40 sono i

milioni di dollari (65 miliardi di lire) per

oltre 100mila test all’anno prodotti nei

23 laboratori del Cio nel mondo.

Il salto di qualità in termini di fatturato

dell’industria farmaceutica mondiale

del doping viene collocato tra la fine del

1987 e l’inizio del 1988.

Sono gli anni in cui in Europa matura

un evento storico quale la caduta del

Muro di Berlino.

La conclusione della guerra fredda

nel mondo dello sport azzera il tacito

accordo: primato sportivo (medaglieri

olimpici) a qualunque costo al Patto

di Varsavia, supremazia tecnologica e

militare a quello Atlantico.

E così quando si ritorna in pista senza

ideologie lo sport è ormai un’industria e

il doping un fattore della produzione.

Nel mondo dell’industria, intanto,

si registra un fatto che, con le debite

proporzioni, assume una portata altrettanto

storica per il mondo sportivo: si

spezza il monopolio Adidas legato allo

sfruttamento degli eventi planetari, a

partire dai Campionati Mondiali di calcio

e dai Giochi Olimpici estivi.

Con l’ingresso sul mercato del prodotto

sportivo del contraltare americano

di Adidas, la Nike, atleti e federazioni

sono oggetto per la stragrande maggioranza

di una spartizione fra le due

marche in competizione.

Ben Johnson e Katrin Krabbe vengono

fermati una volta rescissi i contratti

con Adidas, Diego Armando Maradona

e l’Argentina (Adidas) alla vigilia delle

fasi finali dei Mondiali di calcio negli

Usa. Nulla prova che si tratti di altro che

di una coincidenza, ma spazio per le

dietrologie ce n’è.

Accanto a quella dell’attrezzo, si combatte

una guerra mondiale del farmaco

per accaparrarsi medici (700 circa solo

in Italia) e pazienti del settore, non

meno cruenta dell’altra e che interessa

svariate discipline.









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