La società di ricerca Forces ha elaborato
di recente una classifica delle venti
regioni italiane dal punto di vista sportivo.
Essa ha lavorato su di una serie di
indicatori raggruppati in quattro categorie:
le aziende dello sport, l'offerta
istituzionale, i luoghi dello sport e la
spesa per lo sport.
Una ricerca avvalorata dal supporto
del Censis, che merita una rifessione su
di un aspetto delle risultanze finali: la
Valle d'Aosta si classifica al primo posto,
mentre il Piemonte è solo al tredicesimo.
Come è possibile che due regioni
confinanti e simili in parte per caratteri
morfologici delle terre e culturali degli
abitanti risultino così distanziate?
Soltanto alla voce del botteghino per
gli spettacoli sportivi, grazie al triangolo
Biella (pallacanestro), Cuneo (pallavolo)
e Torino (calcio), il Piemonte supera la
Vallèe, i cui eventi sulla neve non scontano
la biglietteria.
Nei restanti settori il distacco è considerevole.
Ma forse è proprio per l'assenza
in Valle di grandi poli di attrazione di
sport passivo, da seduti, che non distoglie
dalla pratica e che, evidentemente,
non è solo quella degli sport della neve.
Ma per esempio del ghiaccio. Una grave
carenza da mitigare per un Piemonte
che ospiterà quelle Olimpiadi invernali
nel 2006, a cui proprio la Vallèe girò
le spalle nel 1998. Tuttavia il risultato
ottenuto non può essere legato solo al
fattore montagna. E' evidente che una
ricchezza di fondo a livello regionale si
traduce in un patrimonio impiantistico
diffuso anche sul fondovalle, a partire
dal capoluogo Aosta, che annovera una
gamma di strutture riscontrabile solo in
una metropoli come Torino.
Quanto all'offerta istituzionale, intesa
come movimento sportivo, non va
dimenticata tutta la tradizione delle attività
fisiche al confine tra sport e gioco,
tipica delle popolazioni che si confrontano
con una natura ostile come quella
di montagna, e che non trova radici e
riscontri nella vallate piemontesi.
A ciò si aggiunge la fortuna di essere
anche terra di confine, di passaggio di
gente, beni e mode d'oltralpe. Anche
sportive. Quindi aziende di articoli sportivi
di tendenza (rafting, snowboard,
mountain-bike...) e più in generale di
servizi di alto profilo per gli sportivi,
con infrastrutture adeguate, basti
pensare al fenomeno dell'industria dei
ritiri calcistici estivi; essa contribuisce a
sopperire all'assenza dell'altro ambiente
principe del tempo libero attivo che
ormai caratterizza la vita dell'uomo del
2000, il mare (surf, vela, beach-volley...).
Un handicap comune al Piemonte che,
con Torino 2006 e ciò che ruota intorno,
potrà rimontare delle posizioni se non
altro in montagna.