Così vicini, eppure distanti

9 Marzo 2001

La società di ricerca Forces ha elaborato

di recente una classifica delle venti

regioni italiane dal punto di vista sportivo.

Essa ha lavorato su di una serie di

indicatori raggruppati in quattro categorie:

le aziende dello sport, l'offerta

istituzionale, i luoghi dello sport e la

spesa per lo sport.

Una ricerca avvalorata dal supporto

del Censis, che merita una rifessione su

di un aspetto delle risultanze finali: la

Valle d'Aosta si classifica al primo posto,

mentre il Piemonte è solo al tredicesimo.

Come è possibile che due regioni

confinanti e simili in parte per caratteri

morfologici delle terre e culturali degli

abitanti risultino così distanziate?

Soltanto alla voce del botteghino per

gli spettacoli sportivi, grazie al triangolo

Biella (pallacanestro), Cuneo (pallavolo)

e Torino (calcio), il Piemonte supera la

Vallèe, i cui eventi sulla neve non scontano

la biglietteria.

Nei restanti settori il distacco è considerevole.

Ma forse è proprio per l'assenza

in Valle di grandi poli di attrazione di

sport passivo, da seduti, che non distoglie

dalla pratica e che, evidentemente,

non è solo quella degli sport della neve.

Ma per esempio del ghiaccio. Una grave

carenza da mitigare per un Piemonte

che ospiterà quelle Olimpiadi invernali

nel 2006, a cui proprio la Vallèe girò

le spalle nel 1998. Tuttavia il risultato

ottenuto non può essere legato solo al

fattore montagna. E' evidente che una

ricchezza di fondo a livello regionale si

traduce in un patrimonio impiantistico

diffuso anche sul fondovalle, a partire

dal capoluogo Aosta, che annovera una

gamma di strutture riscontrabile solo in

una metropoli come Torino.

Quanto all'offerta istituzionale, intesa

come movimento sportivo, non va

dimenticata tutta la tradizione delle attività

fisiche al confine tra sport e gioco,

tipica delle popolazioni che si confrontano

con una natura ostile come quella

di montagna, e che non trova radici e

riscontri nella vallate piemontesi.

A ciò si aggiunge la fortuna di essere

anche terra di confine, di passaggio di

gente, beni e mode d'oltralpe. Anche

sportive. Quindi aziende di articoli sportivi

di tendenza (rafting, snowboard,

mountain-bike...) e più in generale di

servizi di alto profilo per gli sportivi,

con infrastrutture adeguate, basti

pensare al fenomeno dell'industria dei

ritiri calcistici estivi; essa contribuisce a

sopperire all'assenza dell'altro ambiente

principe del tempo libero attivo che

ormai caratterizza la vita dell'uomo del

2000, il mare (surf, vela, beach-volley...).

Un handicap comune al Piemonte che,

con Torino 2006 e ciò che ruota intorno,

potrà rimontare delle posizioni se non

altro in montagna.









Museo Alessandro Roccavilla

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