Coni: a chi giova l'agonia?

11 Agosto 2000

Manca circa un mese a Sydney. Mai lo

sport italiano in passato si era presentato

all'appuntamento olimpico in uno

stato confusionale come quello attuale.

Questione soldi. Le casse alimentate

dagli scommettitori sportivi sono

vuote. Di recente si è fatto ricorso per la

seconda volta nel 2000 ad una linea di

credito Bnl di 200miliardi di lire garantita

dal Governo, e 10miliardi sono arrivati

a titolo di sponsorizzazione dalla Rai.

Dopo anni di annunci, per rilanciare

il totocalcio o per fare decollare il totoscommesse

ora sembra che sia inevitabile

una società di capitali del Coni da

quotare in Borsa (vedi progetto con Enel

bocciato dal Consiglio di Stato). Ma se si

desidera salvaguardare l' "autonomia

dello sport" evitando i finanziamenti

statali, la via rimane quella di destinare

alla causa una quota del concorso

Super-Enalotto. Perchè ciò non avviene?

A chi giova questa lenta agonia del

Comitato olimpico nazionale?

Questione riforma Melandri. Molto

probabilmente giova a chi, all'interno

del mondo politico e di quello sportivo,

punta a sistemi elaborati dai governi

europei laburisti, basati su di una

scissione fra lo sport di vertice (sport

spettacolo e preparazione olimpica) e

lo sport di base, o meglio, lo "sport per

tutti" come lo ha battezzato Bruxelles, al

di fuori delle federazioni. D'altronde lo

stato di impasse nell'opera di revisione

degli statuti federali imposta dal decreto

Melandri nasconde la vera questione:

con la entrata in vigore della riforma le

nuove federazioni, a tutti gli effetti enti

di diritto privato, rischiano la gestione

in proprio. Un motivo in più per spingerle

a disfarsi del settore amatoriale

di base. Per affidarlo a chi? Questo è il

cruccio di coloro che puntano a quel

disegno strategico in un Paese dove la

scuola non gode di uno stato di salute

migliore e dove un dicastero dello sport

è ancora tabù dopo 50 anni. Potrebbero

spuntare le Regioni.

Questione scuola. Intanto nelle more

della riforma del governo sportivo, il

1° settembre prossimo per tutti quegli

istituti con i requisiti dimensionali scocca

l'ora dell'autonomia, rafforzata nella

legge finanziaria dall'apertura delle

porte agli sponsor. Anche per progetti

sportivi?

Conclusione. Nel braccio di ferro trasversale

in chiaroscuro fra riformisti e

conservatori, i risultati di Sydney potrebbero

essere ininfluenti, perchè se è vero

che il Coni li rivendicherà nonostante il

periodo di vacche magre, è altrettanto

vero che la spedizione olimpica per la

prima volta è stata finanziata in buona

parte dallo Stato (contribuenti) e non

dal totocalcio.









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