Manca circa un mese a Sydney. Mai lo
sport italiano in passato si era presentato
all'appuntamento olimpico in uno
stato confusionale come quello attuale.
Questione soldi. Le casse alimentate
dagli scommettitori sportivi sono
vuote. Di recente si è fatto ricorso per la
seconda volta nel 2000 ad una linea di
credito Bnl di 200miliardi di lire garantita
dal Governo, e 10miliardi sono arrivati
a titolo di sponsorizzazione dalla Rai.
Dopo anni di annunci, per rilanciare
il totocalcio o per fare decollare il totoscommesse
ora sembra che sia inevitabile
una società di capitali del Coni da
quotare in Borsa (vedi progetto con Enel
bocciato dal Consiglio di Stato). Ma se si
desidera salvaguardare l' "autonomia
dello sport" evitando i finanziamenti
statali, la via rimane quella di destinare
alla causa una quota del concorso
Super-Enalotto. Perchè ciò non avviene?
A chi giova questa lenta agonia del
Comitato olimpico nazionale?
Questione riforma Melandri. Molto
probabilmente giova a chi, all'interno
del mondo politico e di quello sportivo,
punta a sistemi elaborati dai governi
europei laburisti, basati su di una
scissione fra lo sport di vertice (sport
spettacolo e preparazione olimpica) e
lo sport di base, o meglio, lo "sport per
tutti" come lo ha battezzato Bruxelles, al
di fuori delle federazioni. D'altronde lo
stato di impasse nell'opera di revisione
degli statuti federali imposta dal decreto
Melandri nasconde la vera questione:
con la entrata in vigore della riforma le
nuove federazioni, a tutti gli effetti enti
di diritto privato, rischiano la gestione
in proprio. Un motivo in più per spingerle
a disfarsi del settore amatoriale
di base. Per affidarlo a chi? Questo è il
cruccio di coloro che puntano a quel
disegno strategico in un Paese dove la
scuola non gode di uno stato di salute
migliore e dove un dicastero dello sport
è ancora tabù dopo 50 anni. Potrebbero
spuntare le Regioni.
Questione scuola. Intanto nelle more
della riforma del governo sportivo, il
1° settembre prossimo per tutti quegli
istituti con i requisiti dimensionali scocca
l'ora dell'autonomia, rafforzata nella
legge finanziaria dall'apertura delle
porte agli sponsor. Anche per progetti
sportivi?
Conclusione. Nel braccio di ferro trasversale
in chiaroscuro fra riformisti e
conservatori, i risultati di Sydney potrebbero
essere ininfluenti, perchè se è vero
che il Coni li rivendicherà nonostante il
periodo di vacche magre, è altrettanto
vero che la spedizione olimpica per la
prima volta è stata finanziata in buona
parte dallo Stato (contribuenti) e non
dal totocalcio.