All'orizzonte un caso Inail 2

13 Settembre 2002

Da tempo mondo dello sport e Stato

sono alla prese con la non facile quadratura

dei bilanci. Di fronte ad una

imposizione diretta (Irpef ed Irpeg) già

ai limiti, alle amministrazioni statali

centrali e periferiche (federalismo) non

rimane che estendere in modo coercitivo

servizi e tariffe a nuove categorie

di cittadini.

Tra le conseguenze di questa situazione

cresce allora il rischio della duplicazione

di adempimenti formali e sostanziali

in capo ai soggetti sportivi, due

volte “cittadini”. Distorsioni del sistema

che un tavolo permanente degli staff

tecnici che assistono in materia i legislatori

dei “due Stati” potrebbe prevenire.

Il caso emblematico è quello della

contribuzione obbligatoria Inail in capo

anche alle aziende del calcio professionistico

di serie C. Questo ultimo è nato

nel 1981, ma la sua attività lavorativa è

diventata meritevole di essere tutelata

dal pubblico sotto l’aspetto infortunistico

solo in concomitanza con gli affanni

di bilancio a fine anni Novanta dell’Inail.

Tuttavia nel frattempo la Lega calcio di

Firenze aveva provveduto, obbligando

le società a stipulare con compagnie

private delle polizze contro gli infortuni

dei dipendenti integrative dell’assicurazione

Coni/Sportass.

E’ stato necessario uno sciopero del

settore lo scorso 1° settembre per focalizzare

l’attenzione generale su questa

duplicazione di oneri assicurativi nata

oltre tre anni addietro (1999).

Ora si profila all’orizzonte un potenziale

caso Inail 2, con protagoniste le

associazioni sportive dilettantistiche.

Queste ultime sono tenute a versare

annualmente alla rispettiva federazione

di appartenenza una tassa di riaffiliazione.

Ora il Consiglio dei Ministri

del 2 agosto scorso ha approvato un

disegno di legge che riprende (con

alcune modifiche) le agevolazioni fiscali

previste per il settore e stralciate dal

cosiddetto decreto omnibus lo scorso

luglio. Con il suddetto provvedimento,

atteso per fine anno, verrebbe introdotto

per i sodalizi sportivi con entrate

commerciali prevalenti (pubblicità,

sponsor, gestione impianti...) l’obbligo

di iscrizione al Registro Imprese presso

le Camere di Commercio, al pari di tutte

le imprese con fini di lucro tenute poi a

versare un diritto annuale. Sarà necessario

attendere altri 1203 giorni ed uno

sciopero nazionale per approfondire e

smussare gli aspetti critici di questa che

si presenta di fatto come una nuova

duplicazione?









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