Da tempo mondo dello sport e Stato
sono alla prese con la non facile quadratura
dei bilanci. Di fronte ad una
imposizione diretta (Irpef ed Irpeg) già
ai limiti, alle amministrazioni statali
centrali e periferiche (federalismo) non
rimane che estendere in modo coercitivo
servizi e tariffe a nuove categorie
di cittadini.
Tra le conseguenze di questa situazione
cresce allora il rischio della duplicazione
di adempimenti formali e sostanziali
in capo ai soggetti sportivi, due
volte “cittadini”. Distorsioni del sistema
che un tavolo permanente degli staff
tecnici che assistono in materia i legislatori
dei “due Stati” potrebbe prevenire.
Il caso emblematico è quello della
contribuzione obbligatoria Inail in capo
anche alle aziende del calcio professionistico
di serie C. Questo ultimo è nato
nel 1981, ma la sua attività lavorativa è
diventata meritevole di essere tutelata
dal pubblico sotto l’aspetto infortunistico
solo in concomitanza con gli affanni
di bilancio a fine anni Novanta dell’Inail.
Tuttavia nel frattempo la Lega calcio di
Firenze aveva provveduto, obbligando
le società a stipulare con compagnie
private delle polizze contro gli infortuni
dei dipendenti integrative dell’assicurazione
Coni/Sportass.
E’ stato necessario uno sciopero del
settore lo scorso 1° settembre per focalizzare
l’attenzione generale su questa
duplicazione di oneri assicurativi nata
oltre tre anni addietro (1999).
Ora si profila all’orizzonte un potenziale
caso Inail 2, con protagoniste le
associazioni sportive dilettantistiche.
Queste ultime sono tenute a versare
annualmente alla rispettiva federazione
di appartenenza una tassa di riaffiliazione.
Ora il Consiglio dei Ministri
del 2 agosto scorso ha approvato un
disegno di legge che riprende (con
alcune modifiche) le agevolazioni fiscali
previste per il settore e stralciate dal
cosiddetto decreto omnibus lo scorso
luglio. Con il suddetto provvedimento,
atteso per fine anno, verrebbe introdotto
per i sodalizi sportivi con entrate
commerciali prevalenti (pubblicità,
sponsor, gestione impianti...) l’obbligo
di iscrizione al Registro Imprese presso
le Camere di Commercio, al pari di tutte
le imprese con fini di lucro tenute poi a
versare un diritto annuale. Sarà necessario
attendere altri 1203 giorni ed uno
sciopero nazionale per approfondire e
smussare gli aspetti critici di questa che
si presenta di fatto come una nuova
duplicazione?