James Armistead Lafayette fu un afroamericano schiavo, a noi noto per l’impiego da spia durante la Rivoluzione Americana. Ci sono ben due ipotesi riguardanti l’anno della sua nascita: la prima, più quotata, la fa risalire al 10 dicembre del 1748 nella conte

a di New Kent (in Virginia), la seconda, invece, nel 1760 e anche per la sua morte ci sono altrettante ipotesi che ci lasciano con un punto interrogativo sul 1830 e sul 1832.

 

 

Nacque in schiavitù, dal padrone William Armistead, e trascorse i primi anni della sua vita

lavorando nella piantagione di quest’ultimo. Nel 1781 ottenne il consenso, dal suo proprietario, per offrirsi volontario a entrare nell’esercito e combattere nella Rivoluzione Americana, che occupò l’arco di tempo compreso tra il 1775 e il 1783 e vide schierarsi i coloni americani contro l’Inghilterra. Una volta ottenuta l’approvazione, si arruolò sotto il marchese de Lafayette, ufficiale delle truppe americane che partecipò anche alle due rivoluzioni francesi.

 

 

 

 

Importantissimo fu il ruolo di Lafayette nella battaglia finale della Rivoluzione americana, avvenuta il 19 ottobre 1781 a Yorktown, in Virginia. In quell’anno ebbe dei contatti con George Washington, che comandava le truppe americane, e tramite i suoi rapporti riguardanti le strategie nemiche.

Nonostante il suo grande contributo, Armistead tornò alla vecchia vita da schiavo, sotto il suo padrone William. Nel 1782 fu emanato un atto che garantiva la liberazione dalla condizione di schiavo se si aveva combattuto nella Rivoluzione, il problema si presentò l’anno seguente. Infatti Armisted vide negarsi l’emancipazione, perché in quell’anno l’atto subì una significativa modifica: solo gli schiavi che erano stati utilizzati dai loro padroni come loro sostituti a combattere, avevano la possibilità di essere liberati. Allora si battè per diversi anni, con un processo di petizione al Congresso, per ottenere la libertà che tanto desiderava.

Un prezioso aiuto gli fu offerto dal marchese de Lafayette che, il 9 gennaio del 1787, firmò un

a raccomandazione di libertà per Armistead, che fu approvata dal Congresso.

 

Dunque Armistead, per onorare il nobile atto del marchese, assunse come nome anche Lafayette. Dopo la liberazione, condusse il resto della sua vita in una fattoria, nella contea di New Kent, con la moglie e i numerosi figli e riuscì addirittura a diventare un ricco agricoltore. Morì, come già detto precedentemente, a Baltimora nel 1830 oppure in Virginia nel 1832.