La dama che mutò il corso della storia
Donna straordinaria legata per parentela ai maggiori potentati d’Europa
Fu marchesa, duchessa, contessa e vice regina d’Italia
Sfidò le ire di chi la voleva sottomessa in quanto donna
Potente feudataria e ardente sostenitrice del Papato nella lotta per le investiture
MATILDE DEI GRATIA SI QUID EST
Matilde di Canossa nacque a Mantova nel 1046 nel periodo in cui la storia parlava solo al maschile e la vita delle donne era destinata solo a procreare e ad ubbidire alla volontà dell’uomo che ne decideva la sorte. Nasce dall’unione di Bonifacio, Conte di Cannosa e potente Marchese di Toscana, con la nobilissima Beatrice di Lorena, ereditando da sua madre una singolare nobiltà che risale ai re di Francia e gli imperatori di Germania.
Nel 1052 a soli 6 anni assistette ad un triste evento che cambiò radicalmente la sua vita, il padre Bonifacio morì assassinato durante una battuta di caccia. Dopo la morte prematura del Duca di Toscana e nel 1055 del fratello e della sorella maggiore avvelenati in una congiura a palazzo, Matilde si trovò costretta a governare con la madre Beatrice sulle ricche terre italiane ereditate dal padre, un vasto territorio che comprendeva tutta la Toscana, la Liguria, una parte della Lombardia, il Ducato di Spoleto e di Camerino.
Crebbe nell’esempio della coraggiosa madre, diventò una donna straordinaria dal temperamento e dalla forza impareggiabili, colta, sapeva scrivere e conosceva tre lingue. Ebbe però una vita segnata dal dovere, nella quale le fu preclusa qualsiasi forma di gioia e soprattutto la possibilità di seguire (nonostante fosse una donna di fede) la propria vocazione di entrare in convento che metterà da parte per poter appoggiare papa Gregorio VII nella lotta per le investiture, con tutti i mezzi che avrà a disposizione. Ella seppe accettare il proprio destino con infinita dignità. Ma quando nel 1069 per motivi politici fu spinta a sposarsi con il nobile transalpino Goffredo detto “il Gobbo”, e dovette lasciare le sue terre per insediarsi nella patria del marito la Lorena, pochi anni dopo pose fine al matrimonio e violando ogni legge del tempo fuggì da lui e tornò dalla madre Beatrice in territorio italiano.
Era il 1073 quando vennero eletti contemporaneamente papa Gregorio VII e il nuovo imperatore Enrico di Franconia ma tra loro si stabilì un acceso contrasto e Matilde avrà una parte fondamentale nei rapporti tra i due.
Nel 1076 il marito morì assassinato e in quell’anno morì anche la madre Beatrice lasciandole in eredità un impero che dal Tirreno toccava quasi l’Adriatico alla foce del Po e che dall’Umbria giungeva alla Lombardia. Matilde divenne così Marchesa di Toscana, la più alta autorità in Italia dopo l’imperatore. Fece costruire per tutti i confini dei suoi possedimenti numerosissimi castelli e fortificazioni. Fu una governante buona, umana, corretta e coerente con le proprie idee, amata senza condizioni dal proprio popolo.
● “Matilda dei gratia si quid est”
“Matilde per grazia di Dio se è qualcosa”
Una formula che parrebbe ispirata a una semplice, umile fede e che invece è usata come motto inciso sul sigillo di una gran signora che dominò a cavallo tra il XI e XII secolo gran parte del Regnum Italiae. La firma di Matilde fu ritrovata in antichissimi documenti d’archivio, è contrassegnata da una croce ed è riconoscibilissima per forma e contenuto.
In quel periodo continuò l’inasprimento delle divergenze tra papa Gregorio VII e il giovane imperatore Enrico IV. Il contendere era sulle investiture, ovvero su chi dovesse assegnare il titolo di Vescovo, se il potere civile o il potere religioso e stabilire chi avesse la supremazia sull’altro. Impero o Stato Pontificio? Nonostante l’Imperatore fosse suo cugino, Matilde si schierò con decisione al fianco del Papa e quest’ultimo pose fine alla questione scomunicando Enrico IV che così, non potendo più prendere parte ai riti religiosi, la sua figura perse autorità sui sudditti. L’Imperatore rendendosi conto del potere della Chiesa sul suo popolo, fece quello che diventò un simbolo di sottomissione per eccellenza “l’Umiliazione di Canossa”.
Enrico IV, per ottenere la revoca della scomunica e evitare di essere detronizzato, dovette sottomettersi a papa Gregorio VII e per ottenere il perdono, nel gennaio 1077, giunse a Canossa dove si trovava il Pontefice. Per tre giorni davanti al portale di ingresso del castello, vestito con un saio, inginocchiato sulla neve a piedi nudi, attese di essere ricevuto ma il papa taceva, quell’atto di umiltà non lo convinceva. Sarà Matilde a fare da mediatrice tra il sovrano ribelle e il Pontefice, mostrando la sua ambivalenza dovuta alla fedeltà verso il cugino imperatore e il desiderio di essere una buona cristiana e, grazie a lei, Enrico IV otterrà il perdono.
Furono giorni rimasti impressi nei contemporanei e sulle carte, un avvenimento di cui ogni storico, poeta o cantastorie ha lasciato traccia.
La locuzione “andare a Canossa” diverrà simbolo dell’umiliazione di chi è costretto a ravvedersi.
Lo storico incontro tra Gregorio VII e l’Imperatore che vide l’assoluzione di Enrico IV, vide anche la vittoria della Chiesa sull’Impero con un popolo finalmente al sicuro e una guerra scongiurata ma per l’Imperatore l’umiliazione fu solo una mossa strategica di convenienza e così, dopo aver ottenuto il perdono, appena recuperato il potere, tornò a scagliarsi contro il Papa. Quest’ultimo deciso a imporre la supremazia del Papato su ogni potere terreno, Enrico IV pronto alla guerra per far valere i suoi diritti di sovrano assoluto. Si creò così una frattura politica tra Autorità della Chiesa e Potere Imperiale. Anche i rapporti tra l’Imperatore e Matilde iniziarono ad essere tesi quando la “Magna Comitissa” di tutte le terre italiche a nord dello Stato Pontificio decise di cedere i suoi territori a Gregorio VII. Per difendere i propri sudditi, ella scelse nuovamente di legarsi e combattere a fianco del Papa contro le forze imperiali, in guerre e disordini che proseguirono per anni. Matilde ormai quarantenne, probabilmente su suggerimento dello stesso Gregorio VII, tentò un nuovo matrimonio con Guelfo di Germania, erede della corona ducale di Baviera e di venticinque anni più giovane di lei, contando sull’appoggio militare delle sue truppe ma anche questa unione si rivelerà infelice e fallimentare come la prima.
La Grancontessa fu donna di tenace e quasi fanatica devozione ma soprattutto una figura femminile forte, “domina”, combattiva e fiera.
Impavida comandante del suo esercito, capace di imporsi anche sugli uomini in un periodo storico complicato. Sconfisse le forze imperiali nel 1085 a Sorbara presso Modena.
Nel 1111, con “l’accordo di Bianello” le viene nuovamente riconosciuto il potere sui suoi domini e viene incoronata Vicaria Imperiale in Italia dal nuovo imperatore Enrico V e, con il “Concordato di Worms”, nel 1122 si chiude lo scontro tra Papato e Impero per le investiture.
Solo negli ultimi anni della sua esistenza Matilde potrà dedicarsi alla preghiera e alla religione tralasciata in gioventù per il suo ruolo politico. Morirà il 24 luglio del 1115 a 69 anni nel castello di Bondeno di Rancore amata e venerata da tutti. Le sue spoglie mortali riposano nella Basilica di San Pietro in Vaticano in uno splendido monumento sepolcrale detto “Onore e Gloria di Italia” opera del maestro del Barocco Gian Lorenzo Bernini.
Quello che sappiamo di Matilde l’ha descritto l’abate benedettino Donizone di Canossa nel poema “Vita Mathildis” scritto poco prima del 1115.
Matelda, la dama di cui parla Dante nel Purgatorio, Canto XXVIII, viene riconosciuta da antichi commentatori danteschi e dalla maggior parte della critica letteraria in Matilde di Canossa.
Matilde di Canossa è stata senza dubbio una delle donne più potenti che l’Italia abbia mai avuto, una delle figure più interessanti del Medioevo italiano.
MATILDE DI CANOSSA
The lady who changed the course of history
Extraordinary woman linked by kinship to the major potentates of Europe
She was marquise, duchess, countess and vice queen of Italy
She challenged the wrath of those who wanted her to be submissive as a woman
Powerful feudal lord and ardent supporter of the Papacy in the struggle for investitures
MATILDE DEI GRATIA SI QUID EST
Matilde di Canossa was born in Mantua in 1046 in the period when history spoke only about men and the life of women was destined only to procreate and to obey the will of the man who decided their fate. She was born from the union of Bonifacio, Count of Cannosa and powerful Marquis of Tuscany, with the noble Beatrice of Lorraine, inheriting from her mother a singular nobility that dates back to the kings of France and the emperors of Germany.
In 1052, when she was only 6 years old, she witnessed a sad event that radically changed her life, her father Bonifacio died murdered during a hunting trip. After the premature death of the Duke of Tuscany and after his brother and elder sister’s deaths in 1055, who were poisoned in a conspiracy at the palace, Matilde found herself forced to rule with her mother Beatrice over the rich Italian lands inherited from her father, a vast territory that included all of Tuscany, Liguria, a part of Lombardy, the Duchy of Spoleto and Camerino.
She grew up following the example of her courageous mother, she became an extraordinary woman of unparalleled temperament and strength, she was cultured, she could write and she knew three languages. However, she had a life marked by duty, in which she was precluded from any form of joy and, above all, from the possibility of following (despite being a woman of faith) her vocation to enter a convent which she will set aside in order to support Pope Gregory VII in the fight for investitures with all the means available to her. She knew how to accept her own destiny with infinite dignity. But when in 1069 for political reasons she was forced to marry the transalpine nobleman Goffredo known as “il Gobbo”, and she had to leave her lands to settle in her husband’s homeland Lorraine, a few years later, she ended the marriage and, violating every law of the time, she fled from him and returned to heslr mother Beatrice in the Italian territory.
It was 1073 when Pope Gregory VII and the new emperor Henry of Franconia were elected at the same time, but a heated conflict rose between them and Matilda will have a fundamental part in the relationship between the two of them.
In 1076 her husband died because of murder and in the same year her mother Beatrice also died, leaving her an empire that from the Tyrrhenian almost touched the Adriatic to the mouth of the Po and from Umbria it reached Lombardy. Matilde thus became the Marquise of Tuscany, the highest authority in Italy after the emperor. She had many castles and fortifications built long all the borders of her possessions. She was a good, humane, correct and consistent ruler with her own ideas, loved unconditionally by her people.
●”Matilde dei gratia si quid est”
“Matilde by the grace of God if it is something”
A formula that seems to be inspired by a simple, humble faith and which instead is used as a motto engraved on the seal of a great lady who ruled much of the Regnum Italiae between the 11th and 12th centuries. Matilda’s signature was found in ancient archive documents, it is marked with a cross and is very recognizable in form and content.
During that period, the worsening of differences between Pope Gregory VII and the young emperor Henry IV continued. The dispute was over investitures, that is, over who should assign the title of Bishop, whether the civil power or the religious power and establish who had supremacy over the other. Empire or Papal State? Although the Emperor was her cousin, Matilde sided with decision at the side of the Pope and the latter put an end to the question by excommunicating Henry IV, who thus, being no longer able to take part in religious rites, his figure lost authority over his subjects. The Emperor, realizing the power of the Church over his people, did what became a symbol of submission par excellence “the Humiliation of Canossa”.
Henry IV, to obtain the revocation of the excommunication and avoid being dethroned, had to submit to Pope Gregory VII and to obtain forgiveness, in January 1077, he arrived in Canossa where the Pope was. For three days in front of the portal at the entrance to the castle, dressed in a robe, kneeling on the snow with bare feet, he waited to be received but the pope was silent, that act of humility did not convince him. It will be Matilda to mediate between the rebel sovereign and the Pope, showing her ambivalence due to her fidelity to her cousin emperor and the desire to be a good Christian and, thanks to her, Henry IV will obtain forgiveness.
Those were days that have remained etched in contemporaries and on papers, an event of which every historian, poet or storyteller has left a trace.
The phrase “go to Canossa” will become a symbol of the humiliation of those who are forced to repent.
The historic meeting between Gregory VII and the Emperor which saw the acquittal of Henry IV, also saw the victory of the Church over the Empire with the people finally safe and an averted war but for the Emperor the humiliation was only a strategic move for convenience and so, after having obtained forgiveness, as soon as he regained power, he returned to lash out against the Pope. The latter determined to impose the supremacy of the Papacy over every earthly power, Henry IV ready for war to make his rights true of absolute sovereign. Thus a political rift was created between the authority of the church and the imperial power. The relationship between the Emperor and Matilda also began to be tense when the “Magna Comitissa” of all the north Italic lands of the Papal State decided to cede her territories to Gregory VII. To defend her subjects she again chose to fight alongside the Pope against the imperial forces, in wars and disorders that continued for years. Matilda, who was forty by now, probably because of a suggestion made by Gregory VII himself, attempted a new marriage with Guelph of Germany, heir to the ducal crown of Bavaria and was twenty-five years younger than her, counting on the military support of his troops but this union too will be proven as unhappy and bankrupt as the first.
The Grand Countess was a woman of tenacious and almost fanatical devotion but, above all, she was a strong female figure, “domina”, combative and proud.
Fearless commander of her army, capable of imposing hemself even on men in a complicated historical period. She defeated the imperial forces in 1085 in Sorbara near Modena.
In 1111, with the “Bianello agreement” she was once again recognized the power over her domains and she was crowned Imperial Vicar in Italy by the new emperor Henry V and with the “Concordat of Worms” in 1122 the clash between the Papacy and the Empire ended for investitures.
Only in the last years of her existence will Matilde be able to devote herself to prayer and to her religion, which she neglected in her youth for her political role. She will die on July 24, 1115 at the age of 69 in the castle of Bondeno di Rancore, loved and venerated by everyone. Her mortal remains rest in the Basilica of St. Peter in the Vatican in a splendid sepulchral monument called “Honor and Glory of Italy” by the master of Baroque Gian Lorenzo Bernini.
What we know of Matilde was described by the Benedictine abbot Donizone di Canossa in the poem “Vita Mathildis” written shortly before 1115.
Matelda, the lady Dante talks about in Purgatory, Canto XXVIII, is recognized by ancient Dante commentators and by most of the literary critics as Matilde di Canossa.
Matilde di Canossa was undoubtedly one of the most powerful women that Italy has ever had, one of the most interesting figures of the Italian Middle Ages.
SITOGRAFIA:
http://www.ilsentiero-mi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=80&Itemid=113
https://www.lacooltura.com/2019/11/matilde-di-canossa-soldato-di-san-pietro/
http://www.universitadelledonne.it/matilde-canossa.htm
https://bambolediavole.wordpress.com/2015/11/13/matilde-la-fede-e-la-spada/
https://www.avvenire.it/agora/pagine/matilde-la-contessa-di-ferro
ARTICOLO REDATTO DA ALESSIA CALGARO DELLA CLASSE IIIA DEL LICEO CLASSICO
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