TOMMASO MORO

Tommaso Moro fu un grande umanista, scrittore e politico cattolico inglese. Nel corso della sua vita si guadagnò fama a livello europeo in particolare come autore umanista e occupò numerose cariche pubbliche.

Essendo un Cattolico si rifiutò di accettare l’Atto di Supremazia del re Enrico VIII sulla Chiesa di Inghilterra e il disconoscimento del primato del Papa. Tutto ciò mise fine alla sua carriera politica e venne condannato a morte.

Molto amico di Erasmo da Rotterdam, scrittore  dell’Elogio della follia, un discorso tra umanisti.

L’Utopia

Tommaso Moro coniò il termine “utopia”, con cui battezzò un’immaginaria isola dotata di una società ideale, di cui descrisse il sistema politico nella sua opera più famosa, L’Utopia, pubblicata nel 1516, parodia della società inglese del tempo.

L’Utopia è la storia di un diario di bordo scritto da Raffaele Itlodeo il quale racconta il suo sbarco sull’isola di Utopia, l’isola che non c’è ma che dovrebbe esserci. Per scrivere quest’opera Moro si era ispirato all’opera La Repubblica del filosofo greco Platone. In Utopia si ha il progetto di una nazione ideale e vengono trattati argomenti come la filosofia, il collettivismo, l’economia e l’etica.

Utopia ha l’obbiettivo di esprimere il sogno rinascimentale di una società pacifica dove è la cultura a dominare e regolare la vita degli uomini.

L’isola di Utopia, fu conquistata da Utopo, che le diede il nome. La loro lingua, sebbene sia persiana contiene molti segni provenienti dal greco, soprattutto nei nomi dei magistrati e delle città. 

La capitale è Amauroto, evanescente, esattamente al centro dell’isola. In tutto Utopia conta 54 città, che rappresentavano le contee inglesi; uguali per lingua, usanze, istituzioni e leggi. Questa uguaglianza tra le città si rispecchia anche tra i cittadini, i quali, ad eccezione degli schiavi, hanno tutti gli stessi diritti e gli stessi privilegi. Non esiste la proprietà privata e tutto viene messo in comune, allo scopo che nessuno possa avere più ricchezze degli altri. Era una società pacifista.
Moro presenta un’asprissima critica portata avanti da Itlodeo, il quale ritiene che nessuna Repubblica può essere ben governata dal momento in cui esiste la proprietà privata. La società, per funzionare al meglio, deve basarsi su principi di uguaglianza e di giustizia, caratteristiche che vengono a mancare nel momento in cui pochi cittadini vivono nel lusso e nell’agiatezza e molti, ridotti alla fame, sono costretti a lavorare duramente dalla mattina alla sera per pochi soldi.
L’occupazione comune a tutti gli abitanti dell’isola è l’agricoltura, si produce solo per il consumo e non per il mercato.  Oltre a ciò ognuno si dedica ad un particolare mestiere che svolge solo sei ore al giorno, e nel tempo libero si dilettano in studi letterari, così che nessuno venga sopraffatto dalla pigrizia. I cittadini non possiedono denaro ma si servono dei magazzini generali secondo le proprie necessità.Gli utopi, non fanno schiavi i prigionieri di guerra catturati o comprati come in Inghilterra ma gli schiavi utopiani sono coloro che hanno commesso un reato grave o che, per un motivo analogo, sono stati condannati a morte in un altro paese. Gli schiavi sono adornati da copricapi, bracciali, collane ed orecchini d’oro: questo materiale infatti, apprezzato in altri paesi, a Utopia è sinonimo di indegnità e disprezzo.

La guerra è profondamente detestata in Utopia poiché viene utilizzata solamente per difendere il territorio, per combattere i nemici che abbiano invaso la terre di amici o allo scopo di liberare un popolo dalla tirannia, poiché i torti fatti ad amici vengono puniti più aspramente che i propri. C’è però da considerare il fatto che gli utopi non uccidono nessuno essendo dei pacifisti, ma chiamano dei mercenari per farlo al posto loro. 

L’isola è governata da un principe ademo, che ha il potere di coordinare le varie istituzioni e di rappresentare il suo popolo. Il governo è affidato a magistrati eletti dai rappresentanti di ogni famiglia, mentre vige il principio della libertà di parola e di pensiero e soprattutto della tolleranza religiosa, che tuttavia si esprime solo verso i credenti: gli atei ci sono, non sono puniti, ma sono circondati dal disprezzo degli abitanti di Utopia e sono loro precluse le cariche pubbliche.


ARTICOLO DIMARIAREBECCA MAGGI DELLA CLASSE IV D DEL LICEO LINGUISTICO