Consulta il link: https://es.wikipedia.org/wiki/P%C3%ADo_XII https://www.dhm.de/lemo/kapitel/ns-regime/aussenpolitik/reichskonkordat-1933.html
PAPA PIO XII
Papa Pio XII guidò la Chiesa cattolica in un periodo terribile per la storia dell’umanità. Nel corso del suo pontificato (1939-58), infatti, l’Europa e il mondo conobbero gli orrori della Seconda guerra mondiale e lo sterminio di sei milioni di ebrei. Durante il conflitto Pio XII assunse un atteggiamento di imparzialità e neutralità, che corrispondeva alla linea tradizionale assunta dalla Chiesa di Roma già durante la Prima guerra mondiale.
Eugenio Pacelli nacque a Roma il 2 marzo 1876. Ordinato sacerdote nel 1899, si laureò in teologia nel 1901 e in diritto nel 1902. Entrato giovane nella segreteria di Stato vaticana, diventò ben presto una figura di spicco della diplomazia pontificia e nel 1917, appena consacrato arcivescovo, fu nominato nunzio apostolico (cioè ambasciatore della Santa Sede) a Monaco, in Baviera, e poi a Berlino. Furono anni laboriosi, di grande lavoro diplomatico. Fu nominato Cardinale nel 1929, l’anno successivo divenne segretario di Stato Vaticano. In quegli anni fu ampiamente diffamato dalla stampa nazista che lo definiva il Cardinale “amico degli ebrei”, a causa delle oltre 50 lettere di protesta inviate ai tedeschi.
Alla morte di Pio XI, dopo un brevissimo conclave, fu eletto papa con il nome di Pio XII 2 marzo 1939.
Alla guida della Chiesa alla vigilia della guerra, Pio XII lanciò appelli per la pace nel marzo e nell’agosto del 1939 e, poco dopo l’inizio del conflitto, condannò l’invasione russo-tedesca della Polonia. Questa linea di condotta era imposta, tra l’altro, dal diretto coinvolgimento di nazioni cattoliche sugli opposti fronti di guerra e dalla volontà di non danneggiare o aggravare la situazione delle popolazioni coinvolte.
Pio XII incoraggiò la creazione di organismi assistenziali che facevano capo direttamente o indirettamente alla Santa Sede e che portavano aiuto ai prigionieri, alle popolazioni civili, ai bisognosi. Di grande efficacia fu l’ufficio informazioni sui prigionieri di guerra e, subito dopo il conflitto, la Pontificia commissione di assistenza dei reduci.
Già durante il conflitto si levarono alcune voci critiche verso l’operato di Pio XII. Gli veniva rimproverata una mancanza di tempestività nel denunciare gli orrori della guerra e le atrocità commesse dai nazisti, e in particolare la rinuncia a pronunciare una pubblica condanna dello sterminio degli Ebrei sul quale la Santa Sede disponeva di informazioni autorevoli (sebbene parziali).
La posizione di Pio XII nei confronti del nazismo ha suscitato opinioni contrastanti, alcuni, tra cui molti ebrei, hanno denunciato il pontefice di ambiguità nei confronti del regime nazista nonostante ci siano diverse testimonianze di ebrei che hanno elogiato e ringraziato il Papa, tra i quali lo stesso Albert Einstein il quale scrisse in un articolo del Time Magazine: “Solo la Chiesa si è schierata apertamente contro la campagna di Hitler per la soppressione della verità. Non ho mai avuto un particolare amore per la Chiesa prima d’ora, ma sono costretto a confessare che ora apprezzo senza riserve quello che un tempo disprezzavo”.
Sembrerebbe inoltre che durante l’occupazione tedesca di Roma, Pio XII diede segretamente istruzione al clero cattolico di salvare quante più vite umane possibili, con ogni mezzo. Così salvò migliaia di ebrei italiani dalla deportazione. A un certo punto, non meno di tremila trovarono scampo nella residenza papale di Castel Gandolfo, sfuggendo così alla deportazione nei campi di sterminio tedeschi. Seguendo le dirette istruzioni di Pio XII, molti preti e monaci favorirono il salvataggio di centinaia di vite ebraiche. E’ vero che il Papa non denunciò mai in pubblico le leggi antisemite e la persecuzione degli ebrei, ma alcuni storici hanno sostenuto che questo atteggiamento di riserbo fosse motivato dalla volontà di evitare peggiori mali alle vittime, il suo silenzio fu probabilmente un efficace approccio strategico volto a proteggere più ebrei dalla deportazione. La protesta pubblica avrebbe inoltre impedito alla Chiesa di svolgere il lavoro nascosto di assistenza.
Si possono ricordare due episodi significativi: la pubblicazione dell’enciclica nel 1937 da parte di Pio XI dal titolo Mit Brennender Sorge (con grande preoccupazione) la cui bozza fu proprio scritta da Pio XII, allora Segretario di Stato, essa conteneva una forte denuncia contro il nazionalsocialismo e il razzismo. Il secondo episodio significativo è del 1942: l’Olanda era occupata dai nazisti che cominciarono la deportazione degli ebrei. In tutte le chiese cattoliche in Olanda venne letta una lettera di protesta pubblica. Come conseguenza la deportazione degli ebrei venne accelerata. Ma la discussione è ancora aperta.
REICHSKONKORDAT
Il 20 luglio 1933 Eugenio Pacelli, non ancora papa, ebbe un ruolo importantissimo nella negoziazione del Reichskonkordat, un trattato tra Vaticano e Germania nazista tuttora in vigore. Il Reichskonkordat fu firmato dal cardinale segretario di stato Eugenio Pacelli, che in seguito divenne papa Pio XII, per conto di papa Pio XI e il vice cancelliere Franz von Papen a nome del presidente Paul von Hindenburg e del governo tedesco. Fu ratificato il 10 settembre 1933 ed è in vigore da quella data in poi. Il Concordato fu un importante primo successo della politica estera nazionalsocialista. L’obbiettivo della Germania era quello di indebolire la posizione influente della Chiesa cattolica, che era apparsa molte volte critica nei confronti del nazionalsocialismo negli ultimi anni della repubblica di Weimar. L’articolo 16, ad esempio, stabilisce che quando i vescovi entrano in carica sono tenuti a prestare giuramento di lealtà al governatore o al presidente del Reich tedesco istituito secondo la costituzione. Il trattato prevede inoltre che tutto il clero si astenga dal lavorare in e per i partiti politici. Il Vaticano invece sperava che il Concordato avrebbe protetto la chiesa cattolica, nel Reichskonkordat l’impero tedesco infatti assicurò alla Chiesa cattolica in Germania l’autonomia interna e la distribuzione senza ostacoli dei loro scritti, garantiva la libertà di confessione e il suo esercizio pubblico e proteggeva anche la proprietà della chiesa e delle scuole confessionali cattoliche. Le organizzazioni ecclesiali dovevano limitarsi a compiti religiosi, culturali e di beneficenza. Già nell’autunno del 1933 divenne chiaro che il Reich tedesco non avrebbe rispettato l’accordo. Negli anni che seguirono, le associazioni cattoliche e la stampa furono esposte a una serie di misure restrittive del governo. Dal 1935 al 1937 questi aumentarono fino alla persecuzione dei religiosi cattolici. Il trattato pone vincoli all’attività politica del clero tedesco della Chiesa cattolica. In seguito al passaggio delle leggi di Norimberga del 1935, ad esempio, fu seguita una politica di non intervento. La maggior parte della gerarchia ecclesiale tedesca ha considerato il trattato come un simbolo di pace tra chiesa e stato. Dal punto di vista della chiesa cattolica romana è stato sostenuto che il Concordato ha impedito che mali ancora maggiori fossero scatenati contro la Chiesa. Sebbene alcuni vescovi tedeschi fossero poco entusiasti e gli alleati alla fine della seconda guerra mondiale lo ritennero inappropriato, papa Pio XII sostenne con successo di mantenere in vigore il concordato. È ancora in vigore oggi.
MIT BRENNENDER SORGE
Le violazioni naziste dell’accordo iniziarono quasi subito e si intensificarono in seguito portando alla protesta della Chiesa anche nell’enciclica del Mit brennender Sorge del 1937 di Papa Pio XI redatta dall’allora segretario di stato Eugenio Pacelli.
Nei Paesi occupati dai tedeschi, durante la seconda guerra mondiale, rischiava la condanna a morte chi veniva trovato in possesso di una copia della Mit brennender Sorge (‘Con bruciante preoccupazione’), il documento vaticano di condanna del razzismo. L’enciclica di Pio XI, letta a sorpresa il 21 marzo 1937, Domenica della Palme, da tutti i pulpiti della Germania, era diretta contro i principi e le pratiche del neopaganesimo nazista. Il Papa, a nome della Chiesa universale, espresse nei confronti del regime hitleriano la prima condanna ufficiale.
Il titolo era inequivocabile: ‘Sulla situazione della Chiesa cattolica in Germania’, e denunciava energicamente le violazioni della dignità umana e quelle incessanti da parte del regime del Concordato firmato nel 1933, definendo la persecuzione religiosa come una «guerra di sterminio». Chi dell’esaltazione del popolo e della razza o della deificazione dello Stato faceva norma di ogni valore «tradisce – scriveva Pio XI – e falsifica l’ordine delle cose voluto da Dio». Tutto si era svolto in modo rapido. Da anni i vescovi tedeschi protestavano, senza che si rispondesse loro, per le violazioni degli impegni presi dal governo del Reich con la Santa Sede.
Nel gennaio del 1937 una delegazione di cardinali tedeschi si era recata a Roma per sollecitare l’aiuto di Pio XI. Nel documento, concordato anche con il Segretario di Stato Eugenio Pacelli (esperto di problemi della Germania, dove era stato nunzio), su richiesta dei prelati non figurarono le parole ‘nazionalsocialismo’ e ‘Hitler’, per evitare maggiori frizioni: ma il contesto non si prestava a equivoci. Il testo dell’enciclica venne redatto in tedesco da Eugenio Pacelli. Le varie diocesi, segretamente, ne fecero stampare oltre 300 mila copie da tipografie di fiducia e la Domenica delle Palme se ne dette lettura nelle chiese, suscitando risonanza mondiale e la rabbia di Hitler e dei suoi, che si ritennero beffati. Vennero chiuse diverse tipografie, numerosi sacerdoti furono arrestati e vennero ripresi i processi pubblici contro i religiosi.
Pio XII led the catholic church in a very difficult moment for human history. In fact, during his pontificate (1939-58) Europe and the world went through the Second World War and the murder of 6 million Jews. During the conflict Pio XII remained neutral just like they did during the First World War.
Eugenio Pacelli was born in Rome in 1876, he became priest in 1899, he got a degree in theology in 1901 and in law in 1902. He started working in the Secretary of Vatican State when he was still very young, he soon became very important concerning diplomacy and in 1917 he was nominated ambassador of the Vatican State in Monaco first, and then in Berlin. He became cardinal in 1929, and the following year he became secretary of the Vatican State. During those years he has been criticized by Nazi newspapers which described him as the cardinal “friend of Jews”, due to the letters he sent to protest against Germany. When Pio XI died, he rapidly became Pope with the name of Pio XII on the 2 of March in 1939.
He started to be the leader of the Catholic Church just before the beginning of the war, he tried to put peace among the nations and he condemned Russia and Germany for invading Polony in 1939. Pio XII also promoted aid agencies created by the Church which helped prisoners, civilians and people in need of help. There was also an office that provided information about war prisoners and, after the conflict, they helped war veterans. During the conflict there were rumors about the Pope’s behaviour. People couldn’t understand the reason why he didn’t report the horrible facts of the war and especially the horrible things Nazis were doing. The Pope’s behaviour towards Nazism has never been clear. Some people will say he never took a stand even though many Jews thanked and praised the Pope. Albert Einstein, for example, wrote in an article on the Times: “Only the Church stood squarely across the path of Hitler’s campaign for suppressing truth. I never had any special interest in the Church before, but now I feel a great affection and admiration because the Church alone had the courage and persistence to stand for intellectual truth and moral freedom. Iam forced thus to confess that what I once despised I now praise unreservedly.” This way he saved lots of people from deportation. It is true though that the Pope never really reported the antisemitic laws and the persecutions but some historians will say that he acted that way to avoid the murder of more people. In fact, the public protest would have prevented the Church from helping people.
REICHSKONKORDAT
On the 20 of July 1933 Eugenio Pacelli, who wasn’t Pope yet, played an important role in the negotiation of the Reichskonkordat, a treaty between Nazi Germany and the Vatican State which is still into force. The Reichskonkordat was signed by the cardinal secretary of the Vatican State, Eugenio Pacelli, and by the vice Chacellor Franz Von Papen who was representing Germany. It was ratified on the 10 of September 1933 and it’s still into force. The treaty was one of the first successes in foreign politics for the National Socialism. Germany’s aim was to weaken the Church’s influence, which happened to criticize National Socialism during Weimar’s republic. The 16 clause, for example, states that when bishops are nominated they have to take an oath of loyalty to the governor or to the Reich’s president. The treaty also stated that the whole clergy couldn’t work neither in or for a political party. On the other side the Vatican hoped the Reichskonkordat would have protected the catholic Church. In fact in the treaty Germany guaranteed to the Church internal autonomy, the distribution of their writings, freedom to celebrate and it also protected Church’s belongings and Catholic schools. Ecclesiastical organizations could only worry about religious, cultural and charity duties. In the Autumn of 1933 it was clear that the Reich wasn’t going to comply with the treaty. During the following years catholic associations and the press were put under limitations by the governement. Between 1935 and 1937 these limitations increased until the persecutions of Catholics.
MIT BRENNENDER SORGE
Nazi’s violations to the treaty started very soon and they increased later leading to the church’s protest and to the Pope Pio XI’s encyclical Mit brennender Sorge in 1937 written by the State’s secretary Eugenio Pacelli.
During the Second World War in the territories occupied by Germany people who were found with a copy of the Mit brennender Sorge were punishable with death penalty. This encyclical was against racism and Nazi’s principles and it has been read on the 21 of March 1937, on Palm Sunday, by nearly every German church. The Pope, representing the Church, was one of the first to condemn Hitler’s regimen. The Mit brennender Sorge strongly criticized human dignity’s violations, and the violations to the treaty signed in 1933, describing religious persecution as extermination war. Whoever followed people’s and race’s exaltation or deified the state betrayed God’s will. Bishops had been protesting for years because of Reich’s violations to the treaty between the Church and the Reich. In January 1937 in fact, a group of German cardinals went to Rome to ask for help. In the document, written with the help of Eugenio Pacelli, we can’t find words like National Socialism or Hitler due to avoid additional contrasts, but the context was very clear. Most of the churches printed more than 300 000 copies and on Palm Sunday the encyclical was read in churches causing Hitler’s anger who felt mocked. Lots of printers were closed, many bishops were arrested.
To conclude, Eugenio Pacelli’s behaviour is still very controversial but we know that he played a very important role both before and during the Second World War. This year though, they’ll start to study all the Vatican files about Pio XII’s life and about everything that happened during that period.
ARTICOLO DI LAURA MOSCA GORETTA DELLA CLASSE V A DEL LICEO CLASSICO
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