https://www.youtube.com/watch?v=U0Rjf3Ffy9k&t=6310s
https://ricerca.gelocal.it/gazzettadireggio/archivio/gazzettadireggio/2006/07/06/EP6PO_EP601.html
INFANZIA E L’INIZIO DELLA CARRIERA Luigi Romersa nacque il 5 luglio 1917 a Boretto un piccolo paese dell’Emiglia Romagna, ma trascorse la sua giovinezza a Roma laureandosi nel collegio militare di via della Lungara. Dopo esser diventato ufficiale di complemento tornò a Parma per frequentare l’università e dopo essersi laureato in Giurisprudenza, iniziò la sua attività di giornalista poichè voleva seguire le orme dei grandi giornalisti dell’epoca. Romersa pur essendo uno storico e scrittore iniziò la sua attività giornalistica nel 1937 collaborando con “la Gazzetta di Parma”, rimanendo fino alla fine fedele al regime fascista, qui visse la seconda guerra mondiale come corrispondente di guerra per diversi giornali di cui i più importanti furono “Il Corriere della Sera” ed “il Messagero”. Nel 1943 fu mandato all fronte africano, ma dopo la sconfitta dell’Italia nel fronte della Tunisia appena perduta, Romersa durante il viaggio di ritorno venne incaricato di scrivere una relazione militare riguardo al periodo in Africa e consegnarlo direttamente al Duce. Tornato a Roma, telefonò al segretario di Mussolini “De Cesare” e dopo avergli spiegato dell’incarico ottenuto gli venne mandata una macchina da palazzo Venezia per incontrare Mussolini. Durante l’incontro Mussolini domandò a Romersa che cosa aveva visto in Africa e lui decise di dirgli la verità su cosa aveva visto senza omettere nulla come avevano fatto molti altri. Gli raccontò un episodio accaduto a Tripoli, quando vide sbarcare diverse divisioni corazzate dell’armata Tedesca e rimase stupito perchè anche se la colonia Africana apparteneva all’Italia i Tedeschi erano molto più preparati di loro. Anche se l’incontro si concluse con l’intervento di Navarra, ovvero l’uomo di fiducia di Mussolini, il Duce voleva ancora discutere con Romersa e lo invitò a Villa Torlonia dove il giovane Giornalista incontrò per la prima volta Donna Rachele, la moglie di Mussolini. Successivamente Mussolini riaccompagnò Romersa verso il centro di Roma e gli disse che se in qualsiasi momento avesse avuto bisogno, la porta del suo ufficio per lui sarebbe rimasta sempre aperta.
LA MISSIONE PER MUSSOLINI Luigi Romersa si era trasferito a Salò, ma nell’autunno del 1944 il Duce lo convocò al quartier generale nel suo ufficio a Garniano, nella villa delle Orsoline, gli disse che aveva bisogno di lui e lo incaricò a partire il più presto possibile per la Germania per fare un’inchiesta approfondita sulla questione delle armi segrete naziste di cui tanto si parlava. Romersa munito di due lettere credenziali ricevute da Mussolini, una per il ministro Goebbels e l’altra direttamente per il Fuhrer, arrivò a Berlino dove incontrò il ministro Goebbels che chiamò Hitler e gli spiegò la situazione, Il fuhrer gli disse di caricare Romersa su un Heinkel (un’aereoplano tedesco dell’epoca) e di portarlo a Rastenburg nel cortile generale. Rastenburg era uno dei quartieri generali del Führer e si trovava in Prussia Orientale, era un luogo molto tetro e sopratutto inacessibile, infatti questo quartier generale era formato in tre zone concentriche una dentro l’altra. Nella prima zona c’era un piccolo aereoporto e una stazione ferroviaria dove c’era il treno blindato di Hitler sempre pronto a partire per l’evenienza, nella seconda zona invece dove c’era praticamente il cervello dell’esercito, la terza zona era la vera e propria “Tana Del Lupo” dove c’era una saletta e la casa del Fuhrer. Ma quella non fu la prima volta che Romersa visitò Rastenburg, infatti tre mesi prima nel luglio del 1944 accompagnò Mussolini poche ore dopo l’attentato ad Hitler, il complotto Von Stauffenberg. Questo attentato fu il tentativo organizzato da alcuni politici e militari tedeschi, attuato dal colonnello Claus Schenk Von Stauffenberg, per assassinare Adolf Hitler e attraverso un colpo di Stato, instaurare un nuovo governo che avesse il compito di negoziare una pace con gli Alleati, allo scopo di evitare la disfatta militare e l’invasione della Germania: esso ebbe luogo a Rastenburg nel quartier generale del Fuhrer. Il fallimento del colpo di Stato però portò all’arresto di circa 5 000 persone, tuttavia il Führer subì solo ferite più o meno lievi. Romersa racconta che durante il viaggio con Mussolini verso Rastenburg il convoglio ferroviario venne fermato a causa di un’allarme aereo e successivamente arrivarono due colonneli tedeschi, i quali dissero a Mussolini che erano stati mandati dal quartier generale di Hitler per portare Mussolini, che era fermo nella foresta a causa del bombardamento, alla conferenza militare che si stava svolgendo, ma il Duce un po insospettito rifiutò di seguire i due colonnelli, che alla fine risultarono degli uomini di Stauffenberg che erano venuti a prendere Mussolini affinchè fosse presente all’attentato. Romersa giunto una seconda volta a Rastenburg 3 mesi dopo consegnò un’altra lettera credenziale ad un ufficiale della segreteria di Hitler, poco dopo il Fuhrer si presentò da lui e dopo aver letto la lettera di Mussolini gli disse che gli avrebbe concesso la possibilità di vedere ciò che rinfancherà Mussolini. Romersa ottiene l’autorizazzione di Hitler e successivamente viene mandato alla base di Peenemünde, il centro del grande sviluppo missilisticho dove lavoravano grandi scienziati sotto la guida dello scienziato Wernher Von Braun, che fin da giovane prima ancora dell’ascesa di Hitler insieme ad altri ricercatori di talento in un centro studi in una foresta di pini a sud di Berlino, sperimentavano strani ordigni volanti per conto dell’ufficio armamenti dell’esercito; Tra di loro Von Braun era il più intelligente e talentuoso, infatti gia a vent’anni nel 1932 aveva realizzato il primo prototipo di razzo l’Aggregat 1. Nel 1936 la base missilistica venne spostata a Peenemünde. Romersa atterra a Peenemünde nell’ottobre del 1944, era l’unica persona esterna alla quale fu permesso di entrare nelle basi militari segrete tedesche e nelle fabbriche dove una nuova generazione di armi stava per essere messa a punto, in quel luogo incontra i più importanti scienziati e comandanti nazisti tra cui Walter Robert Dornberger, ovvero il comandante della base. Qui Romersa conosce Von Braun, di cui ne rimane affascinato e durante una conversazione Von Braun gli racconta della sua nuova invenzione che avrebbe cambiato la sorte della Germania, ovvero del missile V2 o Aggregat 4, un missile molto potente che fu ampiamente utilizzato dalla Germania durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale, in particolare contro Gran Bretagna e Belgio; i due si incontreranno ancora negli anni successivi. Il giornalista vide come i missili V2 vennero assemblati e lanciati, prendendo appunti dettagliati, fotografando tutto ciò che vide. Successivamente Romersa lascia Peenemünde, ma la sua missione continua, infatti visita molte fabbriche e cantieri non solo in Germania ma anche in Austria e Cecoslovacchia. Successivamete raccoglie informazioni riguardante la promessa della marina tedesca, ovvero di una nuova flotta di sommergibili e lanciamissili di inimagginabile potenza che se fosse stata portata a compimento avrebbe riconsegnato l’offensiva nei mari in mano tedesca. Ma di tutte le armi segrete in via di sviluppo da parte dei nazisti la più importante era la bomba disgregatrice il nome in cui veniva chiamata allora la bomba atomica. Già a partire del 1939 gli scienziati tedeschi erano in netto vantaggio nelle ricerche nucleari rispetto alle altre nazioni, anche perchè controllavano i paesi i quali fornivano le materie necessarie per la costruzione della bomba atomica, ma nonostante i vantaggi, secondo gli storici questi non furono mai in grado di sviluppare nè un’ordigno atomico nè un reattore nucleare. Nel corso della sua missione in Germania, Romersa il 12 ottobre 1944 fu invitato ad assistere ad un esperimento di una deflagrazione a terra, in una piccola isola del mar Baltico, Rügen. Insieme ad altri ufficiali entrò in un bunker, che si trovava all’interno di una foresta, qui gli venne spiegato dagli ufficiali che lo avevano accompagnato senza dargli una spiegazione tecnica, che quello che stava per vedere sarebbe stato l’esperimento di una deflagrazione di un esplosivo di cui non erano ancora stati sperimentati esempi in nessuna parte del mondo. Quando l’esperimento ebbe inizio si chiusero in una stanza con delle feritoie particolari, ben protette, che davano la visione della campagna davanti a loro; l’esperimento fu tale che sembrò sconquassare tutto quello che c’era attorno, subito dopo ci fu una luce cosi abbagliante che ferì la vista di tutti e non permise di vedere più nulla. Quando furono passati gli effetti di questo chiarore, videro tutti gli alberi incendiati. Gli ufficiali dissero a tutti di aspettare qualche ora prima di uscire dal bunker, per evitare la conseguenza delle radiazioni, qualche ora dopo arrivarono dei soldati vestiti in tessuto di amianto in modo da essere invulnerabili dalle stesse; a questo punto tutti indossarono questo tipo di tuta e usciti dal bunker videro tutto in fiamme e anche alcuni corpi di animali bruciati. Alla fine di ottobre 1944 Romersa tornò in Italia per completare e consegnare la stesura del suo rapporto a Mussolini, e chiese di poter essere ricevuto dal Duce. A Romersa venne concessa l’udienza con Mussolini, nella quale fece rapporto di quello che lui aveva visto, il Duce sentendo Romersa rimase estasiato e rinfrancato a tal punto che il 16 dicembre 1944 al teatro lirico di Milano pronunciò il discorso del riscatto facendo riferimento alle armi segrete tedesche. Dopo quell’incontro Romersa non vide mai più Mussolini.
DOPOGUERRA Alla conclusione della guerra nel 1945 Romersa continuò nel suo lavoro scrupoloso, paziente, di informatore. Intervistò persone molto potenti, soprattutto stranieri, ma anche gente semplice. Conobbe personalmente moltissimi personaggi storici di importanza primaria e incontrò una seconda volta Werner Von Braun, con cui ebbe discusso sulla questione spaziale e tanti eventi decisi del novecento. Fu un vero giramondo, andò anche in vari Paesi durante la crisi del petrolio. Romersa è stato un personaggio scomodo, al quale molti non hanno mai perdonato di aver ricevuto ordini personalmente da Mussolini, questo non gli ha impedito di essere un professionista stimato, rispettato e di avere numerosissimi premi giornalistici. il giornalista indossò anche le vesti dello scrittore e iniziò a pubblicare il racconto della sua lunga vita avventurosa con alcuni libri, ripercorrendo periodi e momenti della storia Italiana. Anche nella vecchiaia Romersa continuò a scrivere le proprie memorie sino all’età di 90 anni, morendo a Roma nel 2007.
CHILDHOOD AND EARLY CAREER Luigi Romersa was born on July 5, 1917 in Boretto, a small town in Emiglia Romagna, but spent his youth in Rome graduating from the military college of Via della Lungara. After becoming a complement officer he returned to Parma to attend university and after graduating in Law, he began his activity as a journalist because he wanted to follow the footsteps of the great journalists of the time. Romersa, despite being a historian and writer, began his journalistic activity in 1937, collaborating with “the Gazzetta di Parma”, remaining loyal to the fascist regime until the end. He lived the Second World War as a war correspondent for several newspapers of which the most important were “The Corriere della Sera” and “the Messagero”. In 1943 he was sent to the African Front, but after the Italian defeat in the newly lost Tunisia front, Romersa on the return trip was instructed to write a military report on his time in Africa and deliver it directly to the Duce. Back to Rome, he phoned Mussolini’s secretary “De Cesare” and after explaining his assignment, he was sent a car from the Venice palace to meet Mussolini. During the meeting Mussolini asked Romersa what he had seen in Africa and he decided to tell him the truth about what he had seen without omitting anything as many others had done. He told him about an incident that happened in Tripoli, when he saw several armored divisions of the German army landing and was amazed because even though the African colony belonged to Italy the Germans were much better prepared than they were. Although the meeting ended with the intervention of Navarra, Mussolini’s trusted man, the Duce still wanted to discuss with Romersa and invited him to Villa Torlonia where the young Journalist met for the first time Donna Rachele, the wife of Mussolini. Mussolini then escorted Romersa back to the center of Rome and told him that if at any time he needed it, the door of his office would always remain open for him.
THE MISSION FOR MUSSOLINI Luigi Romersa had moved to Salò, but in the autumn of 1944 the Duce summoned him to the headquarters in his office in Garniano, in the villa of the Orsoline, told him that he needed him and instructed him to leave as soon as possible for Germany to make a thorough investigation into the issue of secret Nazi weapons of which much was spoken of. Romersa, with two letters of credentials received by Mussolini, one for Minister Goebbels and the other directly for the Fuhrer, arrived in Berlin where he met Minister Goebbels who called Hitler and explained the situation, The Fuhrer told him to load Romersa on a Heinkel (a German airplane at the time) and take it to Rastenburg in the general courtyard. Rastenburg was one of the headquarters of the Fuhrer and was located in East Prussia, it was a very gloomy place and above all unexplained, in fact this headquarter was formed of three concentric zones one inside the other. In the first area there was a small airport and a train station where there was Hitler’s armored train always ready to go as a chance, in the second area where there was practically the brain of the army, the third area was the real “Wolf’s lair” where there was a small room and the Fuhrer’s house. But this was not the first time Romersa visited at Rastenburg, in fact three months earlier in July 1944 he accompanied Mussolini a few hours after Hitler’s assassination attempt, the Von Stauffenberg plot. This attack was the attempt organized by some German politicians and militaries, implemented by Colonel Claus Schenk Von Stauffenberg, to assassinate Adolf Hitler and through a coup d’état, to establish a new government that had the task of negotiating a peace with the Allies, in order to avoid military defeat and the invasion of Germany. It took place in Rastenburg in the Fuhrer’s headquarters.The failure of the coup, however, led to the arrest of about 5,000 people, but the Fohrer suffered only minor injuries. Romersa recounts that during the journey with Mussolini to Rastenburg the train convoy was stopped due to an air alarm and later two German columns arrived, who told Mussolini that they had been sent from the headquarters of Hitler to bring Mussolini, who was stationary in the forest at the back of the bombing, to the military conference that was taking place, but the duce a little suspicious refused to follow the two colonels who eventually turned out to be the men of Stauffenberg who had come to take Mussolini to be present at the attack. Romersa arrived a second time in Rastenburg 3 months later delivered another credential letter to an officer of Hitler’s secretariat, shortly after the Fuhrer showed up to him and after reading Mussolini’s letter told him that he would grant him the opportunity to see what Mussolini will do. Romersa obtained Hitler’s authority and was later sent to the base of Peenemannde, the center of the great missile development where great scientists worked under the guidance of the scientist Wernher Von Braun experimented with strange flying devices on behalf of the army’s weapons office. Among them Von Braun was the most intelligent and talented, in fact, by the age of twenty in 1932 he had made the first rocket prototype the Aggregat 1. In 1936, the missile base was moved to Peenemande. Romersa landed in Peenemonde in October 1944, where he met the most important Nazi scientists and commanders including Walter Robert Dornberger, the commander of the base of which he manages to win the trust. Here Romersa met Von Braun, of whom he is fascinated and during a conversation Von Braun told him of his new invention that would change the fate of Germany, namely the V2 missile or Aggregat 4, a very powerful missile that was widely used from Germany during the latter stages of the Second World War, particularly against Great Britain and Belgium; the two will meet again in the following years. Romersa left Peenemande, but his mission continued, in fact he visited many factories and construction sites not only in Germany but also in Austria and Czechoslovakia. Later, it gathered information about the German navy’s promise of a new fleet of submarines and missile launchers of unquestionable power that, if carried out, would have returned the offensive to the seas German. But of all the secret weapons being developed by the Nazis the most important was the disintegrating bomb the name in which the atomic bomb was then called. As early as 1939, German scientists were in a distinct advantage in nuclear research compared to other nations, not least because they controlled the countries that provided the necessary materials for the construction of the atomic bomb, but despite the advantages, according to historians, they were never able to develop either an atomic device or a nuclear reactor. During his mission to Germany, Romersa was invited to witness an experiment of a ground blast on a small island in the Baltic Sea, Rügen He and other officers entered a bunker, which was located inside a forest, where he was told by the officers who had accompanied him without giving him a technical explanation, that what he was about to see would be the experiment of a explosion of an explosive of which no whereabouts had yet been experienced in any part of the world. When the experiment began, they locked themselves in a room with special, well-protected slits that gave the vision of the countryside in front of them; the experiment was such that it seemed to upset everything around it, soon after there was such a dazzling light that it hurt everyone’s sight and did not allow anything to be seen. When the effects of this flare were passed, they saw all the trees burnt. The officers told everyone to wait a few hours before leaving the bunker, to avoid the radiation, a few hours later soldiers dressed in asbestos fabric arrived so that they were invulnerable; at this point everyone wore this type of suit and came out of the bunker they saw everything on fire and also some bodies of burnt animals. At the end of October 1944 Romersa returned to Italy to complete and deliver the drafting of his report to Mussolini, and asked to be received by the Duce. Romersa was granted an audience with Mussolini, in which he reported what he had seen, the Duce hearing Romersa was so ecstatic and reinvigorated that on 16 December 1944 at the opera house in Milan he uttered the note of redemption German secret weapons. After that meeting Romersa never saw Mussolini again.
POSTWAR At the end of the war in 1945 Romersa continued in his painstaking, patient, informer’s work. He interviewed very powerful people, especially foreigners, but also simple people. He met many historical figures of primary importance and met a second time Werner Von Braun, with whom he had discussed the space issue and many decisive events of the twentieth century. He was a true globetrotter, he also went to various countries during the oil crisis. Romersa was an uncomfortable character, to whom many have never forgiven having received orders personally from Mussolini, this did not prevent him from being a respected, respected professional and having numerous journalistic awards. The journalist also wore the clothes of the writer and began to publish the account of his long adventurous life with some books, retracing periods and moments of Italian history. Even in old age Romersa continued to write his memoirs until the age of 90, dying in Rome in 2007.
ARTICOLO REDATTO DA ERIC BERTIERI DELLA CLASSE 5A SOTTO LA SUPERVISIONE DELLA PROFESSORESSA ORIANA MAFFEO E DEL PROFESSORE MARCO CASTELLI.
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