Nel centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, in data 8 maggio, è stata inaugurata nella splendida cornice del Palazzo Ducale di Venezia, alla presenza del Comandante Generale, la mostra su “La Guardia di Finanza nella Grande Guerra 1915-1918. Il lungo cammino verso Vittorio Veneto” per illustrare il contributo ed il ruolo delle Fiamme Gialle nelle operazioni belliche.
Una specifica sezione dell’esposizione è dedicata al racconto di quanto accaduto ai Finanzieri Pietro Dall’Acqua e Costantino Carta, che il 23 maggio 1915 esplosero i primi colpi di fucile della “Grande Guerra” delle Forze Armate italiane.
La mostra, allestita dal Museo Storico e dal Comando Regionale Veneto della Guardia di Finanza in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna e con la Fondazione dei Musei Civici di Venezia, rimarrà aperta dal 9 maggio al 27 settembre 2015.
Il sacrificio dei Finanzieri è rievocato con coinvolgente passione nel libro “La Guardia di Finanza nella Grande Guerra”, realizzato dal Gen. B. Marcello Ravaioli, che è stato presentato al pubblico nel corso della cerimonia di apertura dell’evento.
Le origini della Guardia di Finanza risalgono al 1 ottobre 1774, allorché viene costituita la “Legione Truppe Leggere“, per volere del Re di Sardegna, Vittorio Amedeo III.
E’ il primo esempio in Italia di un Corpo speciale istituito ed ordinato appositamente per il servizio di vigilanza finanziaria sui confini, oltre che per la difesa militare delle frontiere.(Le origini).
Compiuta l’unificazione d’Italia, nel 1862 viene istituito il “Corpo delle Guardie Doganali” (L’unificazione), al quale si affida il compito primario di vigilanza doganale nonché quello eventuale di concorso, in tempo di guerra, alla difesa dello Stato.(La Guardia doganale nel 1862).
Con la Legge 8 aprile 1881, n. 149, il Corpo delle guardie doganali assume “titolo a uffizio” di “Corpo della Regia Guardia di Finanza” con la funzione di “impedire, reprimere e denunciare il contrabbando e qualsiasi contravvenzione e trasgressione alle leggi e ai regolamenti di finanza”, di tutelare gli uffici esecutivi dell’amministrazione finanziaria come pure di concorrere alla difesa dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Il Corpo è inserito tra le “forze militari di guerra dello Stato” e, in caso di mobilitazione, forma compagnie e battaglioni per partecipare alle operazioni.
Con Decreto Reale del 14 luglio 1907 viene esteso al Corpo l’uso delle stellette a 5 punte, quale segno distintivo dei corpi armati designati, in tempo di guerra, con propri reparti mobilitati alla difesa del Paese.
In tempo di pace il Corpo pur non avendo ancora lo stato giuridico militare, fu sottoposto alla giurisdizione militare e a un regime disciplinare in gran parte mutuato da quello vigente per l’Esercito, il cui regolamento di disciplina militare viene esteso con Legge del 12 luglio 1908.
L’integrazione tra le Forze Armate dello Stato si completa con la concessione della Bandiera di Guerra con R.D. 2 giugno 1911 e con la Legge 24 dicembre 1914. In tale veste, significativa è la partecipazione del Corpo alle operazioni belliche dei due conflitti mondiali e alla Resistenza.
Il Corpo passò tra le “forze militari di guerra dello Stato” e, in caso di mobilitazione, veniva chiamato a formare compagnie e battaglioni per concorrere alle operazioni. In conseguenza di ciò, con Decreto Reale del 14 luglio 1907, sulla divisa dei Finanzieri furono appuntate le stellette a 5 punte. In tempo di pace il Corpo, pur non avendo ancora lo stato giuridico militare, vide soggiacere i suoi uomini alla giurisdizione militare e ad un regime disciplinare in gran parte mutuato da quello vigente per l’Esercito. L’integrazione tra le Forze Armate dello Stato si completò con la concessione della Bandiera di Guerra con R.D. 2 giugno 1911 e con la legge 24 dicembre 1914.
I primi colpi di fucile della Grande Guerra sparati da un reparto della Guardia di finanza furono esplosi alle 22,40 del 23 maggio 1915 dai finanzieri Pietro Dell’Acqua e Costantino Carta, sentinelle al ponte di Brazzano, sullo Judrio.
La Guardia di finanza, partecipò alle operazioni con diciotto battaglioni ed altri reparti minori mobilitati, impiegati come unità di fanteria sul fronte trentino, in Carnia, Pal Piccolo, sull’Isonzo e sul Carso.
Tre battaglioni parteciparono alla resistenza sul Piave, 1917 e poi alla vittoriosa Battaglia del solstizio del giugno 1918, meritando alla Bandiera del Corpo la prima ricompensa al Valor Militare. Altri tre operarono con il corpo di spedizione in Albania.
Dopo la fine delle ostilità, la Guardia di finanza, oltre a provvedere alla vigilanza lungo la linea di armistizio ed alla organizzazione del servizio d’istituto nelle nuove province annesse, inviò reparti in Dalmazia, in Albania ed in Anatolia.
Le decorazioni concesse alla Bandiera durante la Grande Guerra:
Medaglia di bronzo per il VII Battaglione mobilitato Guardia di Finanza concessa con R.D. del 31 ottobre 1920: «Per il valore con cui contrattaccò il nemico soverchiante per numero e per mezzi ostacolandone l’avanzata e per lo slancio dimostrato in aspre giornate di battaglia». Piave, dicembre 1917, giugno-luglio 1918.
Medaglia di bronzo per il Corpo della Guardia di Finanza concessa con R. D. del 3 novembre 1921: «Per il generoso contributo di sangue, di valore e di abnegazione dato durante la guerra, e per le virtù militari spiegate dai componenti del Corpo e da alcuni reparti, degni compagni in aspre prove di quelli dell’Esercito». Guerra italo-austriaca, 24 maggio 1915 – 4 novembre 1918
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