L’Italia non è cambiata. È diventata quello che oggi è perché è nata così ed è stata raccontata in un certo modo. La retorica risorgimentale, piena di nobili intenti, eroi senza macchia, politici geniali e lungimiranti, è stata il tappeto sotto cui abbiamo nascosto la polvere della nostra storia per centocinquant’anni. E così, se oggi si vuole capire questo Paese “malato”, affetto da vizi endemici che paiono inestirpabili, forse sarebbe bene ripercorrere i primi giorni della sua vita. E ciò che fa questo libro, andando a riannodare un filo rosso fatto di intrighi, malavita e malaffare che ha il suo capo proprio nel modo in cui l’Unità fu prima realizzata e poi gestita. Il trasformismo in politica, la corruzione, la tendenza a scendere a patti con i poteri forti, a utilizzare agenti segreti per scopi non istituzionali, a servirsi della criminalità, a sfruttare per ragioni di Stato l’opera di terroristi e rivoluzionari: tutto questo, nei libri di scuola su cui intere generazioni si sono formate, semplicemente non c’è. Anche la storiografia successiva ha peccato di reticenza, e di tale processo di rimozione oggi è irrimediabilmente colpevole. Giovanni Fasanella e Antonella Grippo, dopo aver illuminato nei loro lavori precedenti le zone d’ombra del nostro dopoguerra, con quest’opera sono ripartiti dall’inizio e hanno raccontato ciò che per troppo tempo è stato indicibile.

 

 

 

 

Nel 1912 Giovanni Giolitti raccomandava “molta prudenza nell’aprire gli archivi del nostro Risorgimento”, perché “non è bene sfatare leggende che sono belle”. Comprensibile, forse, in un Paese ancora giovane e fragile. Purtroppo, per molti aspetti, il suo monito è stato preso alla lettera per un secolo intero e l’effetto si è esteso ben oltre i confini del racconto (epico) dell’Unità d’Italia. Così, pur con qualche virtuosa eccezione, la storiografia ufficiale e, per ricaduta, la divulgazione scolastica hanno spesso preferito accontentarsi di una versione edulcorata dei fatti, che nulla spiega di cosa sia poi diventato il nostro Paese. Eppure la dittatura dei poteri forti, il ricorso all’assassinio politico, gli usi impropri e deviati dei servizi segreti, la “trattativa” con la criminalità organizzata e altri vizi italici contemporanei hanno radici e precedenti proprio in quel pezzo del nostro passato. In questo libro gli autori hanno ricostruito alcuni fra i più interessanti misteri d’Italia, lungo un arco di sessant’anni dai giorni dell’Unità, attingendo a documenti inediti, atti giudiziari mai consultati dagli storici e preziosi archivi stranieri. Dalla “morte per salasso” di Cavour alle trame oscure dietro il regicidio di Umberto I, dall’avventura coloniale in Libia voluta dai poteri economici fino alla strage del teatro Diana a Milano, la storia d’Italia rivive in un succedersi di eventi che hanno proiettato le loro ombre inquietanti fino a oggi.

 

 

 

 

Nel 1861 si forma il Regno d’Italia: dopo molti secoli di frammentazione statale la penisola è così riunita in un’unica compagine, i cui territori vengono completati nei dieci anni seguenti. È un evento rivoluzionario, vissuto in questi termini dai contemporanei, in Italia e fuori d’Italia. In questo libro l’autore analizza il lungo processo di formazione del movimento nazionale, dai primi slanci patriottici di fine Settecento alle organizzazioni insurrezionali, ai tentativi rivoluzionari della prima metà dell’Ottocento fino all’anno cruciale del regno

 

 

 

 

 

.

“Un dizionario non di eventi, di personaggi o di correnti politiche, ma di parole – delle parole che hanno costituito l’ossatura del vocabolario politico risorgimentale. Un dizionario che punta quindi a fornire uno spaccato non di quello che il Risorgimento è stato sul piano fattuale, ma del modo in cui esso si è costruito e si è rappresentato a livello concettuale. Un dizionario, insomma, che non vuole raccontare per l’ennesima volta il Risorgimento-periodo storico, ma avvicinarci al Risorgimento-esperienza, al Risorgimento come universo mentale ed emozionale espresso da un lessico specifico, i cui termini si integrano in un sistema linguistico coerente.” Dai primi moti (1796-1815) a Roma Capitale (1862-1870), i curatori del volume hanno scelto i lemmi più rappresentativi per illustrare quel forte sentimento patriottico condiviso da almeno tre generazioni di persone e riflettere sulle questioni cruciali che stanno all’origine della nostra identità nazionale. Le parole chiave, divise in quattro aree tematiche, sono: Associazione; Censura; Costituzione; Decadenza; Diritti/doveri; Esilio; Feste e Rituali; Indipendenza; Italiani/Italiane; Lettere, letterati, letteratura; Liberali, liberalismo; Libertà; Moderati, democratici; Monarchia/repubblica; Municipalismo; Nazione; Nobiltà e borghesia; Opinione pubblica; Papa; Popolo; Progresso/Incivilimento; Rappresentanza; Reazione; Responsabilità ministeriale; Risorgimento; Segreto e società segrete; Teatro; Unità.

 

 

 

Una pubblicazione dedicata al Risorgimento nella pittura italiana. Dai nuovi orizzonti della pittura nelle rivoluzioni del 1848-1849 alla pittura militare dalla spedizione in Crimea alla seconda guerra d’indipendenza; dalla leggenda di Garibaldi da Quarto ad Aspromonte al Risorgimento nel cuore dei semplici; fino all’amara cronaca del Risorgimento tradito. Un volume agile, ricco di riproduzioni a colori, completo di un quadro cronologico e di una ricca bibliografia.