La ragazza di Marsiglia
(Rosalia Montmasson è la protagonista del volume La ragazza di Marsiglia della scrittrice siciliana Maria Attanasio)
Rosalie Montmasson, nata a Sain Jorioz il 12 gennaio 1825 è stata una patriota italiana nativa dell’Alta Savoia, allora parte del Regno di Sardegna. Fu anche la moglie di Francesco Crispi (nato a Ribera il 4 ottobre 1818) che conobbe durante l’esilio piemontese, quando Crispi si rifugiò in Piemonte dopo il fallimento della rivoluzione indipendentista siciliana del 1848.
Rosalie, proveniva da una famiglia povera ma si dice fosse molto bella e il suo lavoro di lavandaia e stiratrice le permise di conoscere l’allora giovane rivoluzionario, futuro Presidente del Consiglio dei Ministri italiano.
Francesco Crispi aveva già alle spalle un matrimonio e anche una relazione con un’amante, Felicita, dalla quale aveva avuto un figlio di nome Tommaso, che aveva scelto di seguire il padre e di vivere con lui. Era sempre Rosalie a lavorare e a mantenere la famiglia, pur di lasciare il tempo all’uomo con cui conviveva di occuparsi di politica. Era così innamorata da aver accettato di crescere Tommaso, con tutto ciò che questo comportava, le scenate di gelosia e i litigi con Felicita. Fu quello il periodo in cui per lei cominciò la frequentazione dei circoli di esuli e patrioti che lavoravano per provocare una sollevazione popolare che portasse alla costituzione della nazione italiana. Nel 1853 dopo il fallimento di una cospirazione a Milano però Crispi fu costretto a rifugiarsi a Malta e Rose decise di seguirlo. Il 27 dicembre 1854 si sposarono.
Come nella più romantica delle avventure, i due partirono poi per Parigi fino a quando non vennero espulsi dalla Francia, sospettati di complicità con Felice Orsini e forzati a raggiungere Giuseppe Mazzini (nato a Genova il 22 giugno 1805) a Londra (1853).
Durante la seconda guerra d’indipendenza, nel 1859, la coppia tornò in Italia unendosi alle truppe di Giuseppe Garibaldi (nato a Nizza il 4 luglio 1807), che si preparavano per lo sbarco in Sicilia. Rose, non restò con le mani in mano, ma ebbe un ruolo importantissimo nello sbarco dei Mille (che precisamente erano 1089): quello di vero e proprio agente segreto. Fu lei, infatti, a recarsi a Messina a bordo di un battello a vapore per raggiungere i patrioti siciliani e rendere possibile lo sbarco. La curiosità, che fra l’altro la rende celeberrima, è che Rosalie Montmasson fu l’unica donna a partecipare alla spedizione dei Mille! La leggenda vuole che si travestì da militare per imbarcarsi sul “Piemonte”, contravvenendo all’ordine del marito di restare a Quarto. Durante la spedizione dei Mille si occupò prevalentemente della cura dei feriti, già dalla battaglia di Calatafimi operò tra i combattenti per portare in salvo i colpiti e, nell’occasione, imbracciò il fucile.
Dopo questo episodio però iniziò ad esserci un divario tra i due coniugi, da una parte l’ascesa politica di Crispi che venne eletto come deputato al Parlamento e dall’altra l’esclusione sempre più forte di Rosalie dalla vita mondana e salottiera che il marito conduceva. La differenza culturale tra i due si notava ed era evidente: lei era figlia di un agricoltore, lui di una ricca famiglia che lo aveva fatto studiare per diventare avvocato. La frattura si acuì quando Crispi da repubblicano divenne monarchico e quando Rosalie scoprì i continui tradimenti del marito dai quali nacquero due figli illegittimi.
Non appena si trasferirono a Roma, Rose venne ripudiata da Crispi, il quale denunciò l’irregolarità del matrimonio contratto a Malta. Il motivo di litigio tra i due, probabilmente, fu il voltafaccia di Crispi che abbandonò i repubblicani per schierarsi con i monarchici; una scelta che nella visione di Rosalie dovette apparire come un tradimento dei compagni e degli ideali per i quali avevano combattuto.
Il 26 gennaio 1878, Crispi prese in moglie Lina Barbagallo, giovane leccese, di nobile ceppo borbonico, dalla quale aveva avuto una figlia cinque anni prima. Il matrimonio provocò un grande scandalo che coinvolse anche la regina Margherita di Savoia, la quale si rifiutò pubblicamente di stringere la mano al ministro Crispi dopo aver preso visione della copia fotografica dell’atto di matrimonio celebrato a Malta. Lo scandalo portò a un processo per bigamia nel quale Crispi venne assolto avendo i giudici accertata l’irregolarità formale del matrimonio maltese dovuta al fatto che il prete celebrante fosse in quel momento sospeso a divinis (sospensione successivamente dimostratasi inesistente) per la sua attività patriottica.
Maria Atenassio scrive nel suo libro “La ragazza di Marsiglia”: “Crispi grazie al suo grande potere politico la fece cancellare dai suoi scritti, dalla grande storia ma anche da quella che possiamo definire come storia d’amore”. Crispi divenuto successivamente presidente del consiglio, fece sparire dai suoi diari ogni riferimento a Rosalie Montmasson, la donna che visse venti anni con lui e che doveva finire nell’oblio per regioni di opportunità politica e etica.
Rosalie rimase a Roma, sopravvivendo con la pensione assegnata ai Mille; morì da sola, in povertà il 10 Novembre del 1904; la donna ormai ottantunenne venne sotterrata al cimitero del Verano vestita con quella camicia rossa che non aveva mai rinnegato.
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