VITA

François-Dominique Toussaint Louverture, meglio noto come Toussaint Louverture fu un ex schiavo che nacque il 20 maggio del 1743 a Port-Margot, un comune di Haiti che si trova sull’isola di Santo Domingo, sotto dominio francese all’epoca, e morì a Fort-de-Joux il 7 aprile del 1803. Nacque da una numerosa famiglia di schiavi per una piantagione dei Bréda, dove lavorò anche lui e imparò anche a scrivere e leggere Nonostante la condizione di schiavitù, infatti, ricevette istruzione dal suo padrino, di nome Pierre Baptiste, ma non solo, perché gran parte della sua educazione la dovette ai gesuiti dell’isola. Nel 1782 sposò Suzanne Simone Baptiste Louverture, che probabilmente era la figlia del suo padrino, da cui ebbe numerosi figli. La sua condizione di schiavitù non durò a vita, infatti, come attestano le fonti, venne liberato intorno al 1776 e si sposò nel 1777, ma nonostante ciò continuò ad avere un ruolo importante nella piantagione dei Bréda dove lavorò come responsabile dei viveri e come cocchiere e venne addirittura pagato. Per quanto riguarda l’ambito religioso, sappiamo che era cattolico romano, ma praticante di alcuni riti vudù, che però presto abbandonò. Lo ricordiamo per essere stato per stato il leader del movimento di indipendenza haitiano durante la Rivoluzione francese emancipando gli schiavi.

 

 

 

 

CHE COSA FECE ?

Entrò in azione quando scoppiò la rivoluzione haitiana che prese l’arco di tempo dal 1791 al 1804. La rivoluzione avvenne proprio a Santo Domingo e vide protagonisti gli schiavi, che lottarono per la loro libertà, che venne riconosciuta e portò alla fondazione della Repubblica di Haiti. La rivolta iniziò nell’agosto del 1791 dopo una cerimonia vudù, alla quale prese parte anche Toussaint che si alleò con le forze di Georges Biassou. Nel primo anno di rivoluzione non accaddero avvenimenti particolarmente rilevanti. Tra il 1792 e il 1793 Toussaint ottennè il soprannome Louverture (che in francese significa “colui che ha aperto la strada”), si pensa perché fosse particolarmente abile ad aprire brecce durante le battaglie. Inoltre, è in questi stessi anni, che venne riconosciuto come capo militare per essersi distinto in alcuni episodi, ovviamente, di carattere militare. È importante ricordare che il 29 agosto del 1793 fece una dichiarazione agli abitanti di Santo Domingo:

Fratelli e amici, sono Toussaint Louverture; probabilmente il mio nome vi è già noto. Ho sotterrato la vendetta. Voglio che Libertà ed Eguaglianza regnino Santo Domingo. E sto lavorando perché ciò avvenga. Unitevi a noi, fratelli, e combattiamo per la medesima causa.”

Il vostro umile ed obbediente servitore, Toussaint Louverture,

Generale delle armate del re, per il bene pubblico

grazie agli sforzi di Toussaint, inizialmente il 29 agosto del 1793 da Leger Sonthonax e poi definitivamente il 4 febbraio del 1794 venne abolita la schiavitù. Questo fu il primo successo di Toussaint Louverture. Nello stesso anno si alleò con i francesi abbandonando la precedente alleanza con gli spagnoli, perché questi ultimi si rifiutarono di liberare gli schiavi, contrariamente a ciò che fecero i francesi. Tra il 1795 e il 1796 fu impegnato a portare a una condizione di piena pace i territori sotto il suo governo ripristinando e migliorando anche l’agricoltura in quanto pensava che la condizione di libertà dei coloni dipendesse dall’economia stessa della colonia ed era dunque importante che anche questa fosse adeguatamente sviluppata. Sempre nel periodo di tempo tra 1795 e il 1796 Louverture dovette far fronte a un altro problema che riguardava l’allontanamento di uno dei suoi rivali, Jean Louis Villate, uomo che aveva dimostrato comportamenti estremamente razzisti. Villate nel 1796 catturò il governatore Lavaux e prese il suo posto. Fortunatamente Louverture con le sue truppe riuscì a riportare l’ordine: infatti destituì Villate e liberò il governatore francese che per riconoscenza decise di proclamare Louverture vicegovernatore. L’ammirazione verso quest’uomo salì ulteriormente. Inoltre non molto dopo si liberò anche di Sonthorax, le cui idee e progetti portarono a una serie di manovre non tollerate da Toussaint. Dovette poi far fronte anche ad altre problematiche portate da altri personaggi. Ricordiamo, ad esempio, gli avvenimenti che ruotarono attorno a Gabriel Hedouville, l’ultimo commissario francese, che aveva il compito di diminuire le libertà di potere di Toussaint. Le relazioni tra i due giunsero ben presto a un punto di rottura che portò all’eliminazione di Hedouville dai territori sotto il controllo di Louverture. Tra i tanti nemici di Louverture è importante citare anche Andrè Rigaud, un generale mulatto. Ben presto i loro rapporti si inasprirono talmente tanto che si arrivò a una vera e propria guerra civile che prende il nome di Guerra dei coltelli e iniziò nel 1799 per terminare nel 1800 con la sconfitta di Andrè Rigaud. Il 7 luglio del 1801 emanò una costituzione con la quale dichiarava il suo dominio sull’isola di Hispaniola. Nella costituzione Louverture esplicitò la dipendenza da Santo Domingo, l’abolizione della schiavitù con la conseguente uguaglianza delle razze e garantì come unica fede religiosa quella romana cattolica. Il progetto di questa costituzione venne presentato a Napoleone, ma con scarsi risultati: infatti il generale francese inviò circa 20000 uomini per ristabilire l’assoluto governo francese a Santo Domingo e ciò avrebbe comportato anche la reintroduzione della schiavitù, da qui si aprirà la campagna di Leclerc. 

 

 

CAMPAGNA DI LECLERC

Iniziò nel 1801 e terminò nel 1802 prende il nome dal generale francese inviato da Napoleone nei territori di Toussaint, Charles Emmanuel Leclerc. Inizialmente la spedizione mandata da  Napoleone doveva avere un risvolto positivo e privo di guerriglie o violenza, doveva essere un qualcosa di diplomatico. Ovviamente così non fu e il risultato fu solo molta violenza tra le truppe francesi di Leclerc e gli uomini di Louverture. Vista la situazione Leclerc tentò di ristabilire un minimo di diplomazia e il tutto si concluse definitivamente il 6 maggio del 1802 con un’amnistia e si ritirò. A seguito di questa sconfitta il 25 agosto del 1802 Louverture venne imprigionato nel carcere di Fort-de-Joux e morì qui il 7 aprile del 1803 probabilmente a causa delle pessime condizioni in cui si trovava (malnutrizione, polmonite…).

 

 

 

CURIOSITÀ 

Lo storico e giornalista francese Jean-Baptiste-Honoré-Raymond Capefigue scrive un resoconto sulla figura di Toussaint nella sua opera intitolata L’Europa durante il consolato e l’impero di Napoleone :

«(…) in quel fermento di spiriti che la rivoluzione aveva gettato nelle colonie, erano emersi fra i negri alcuni capi dotati d’una grande capacità e d’uno straordinario coraggio; gli uni crudeli per carattere, gli altri resi inesorabili dai loro risentimenti e fatalmente preoccupati dal pensiero di vendicare gli oltraggi sofferti, in che seguivano un impulso troppo naturale; avvennero orrende esecuzioni; l’incendio percorse San Domingo; la rivoluzione francese tutta quanta si riprodusse in sanguinose imagini nelle colonie. Di mezzo a quella razza africana era sorta una mente fervida e grave, un uomo poderoso e per indole e per complessione, intendo parlare di Toussaint Louverture che è per sostenere una sì gran parte negli avvenimenti di San Domingo. Toussaint era un semplice schiavo, d’origine africana, nato, dicevasi, in riva al fiume Senegal; i genitori di lui, parimenti schiavi, vivevano su le possessioni del conte di Noe, uno dei ricchi piantatori di San Domingo, alla distanza di qualche lega dalla città del Capo. Toussaint prese il suo nome dal luogo ove veniva impiegato ai più aspri lavori e a guardare i bestiami su le alte sommità del morne; imparò a leggere e a scrivere il proprio nome; alto di statura, la sua fisionomia portava le impronte indelebili della schiatta africana. Poiché fu istrutto alcun poco, divenne carrozziere dei proprietari della possessione; ardente cattolico, probo nel suo servigio, Toussaint si era acquistata l’intera confidenza del suo padrone; nelle prime turbolenze si mantenne fedele ai bianchi e si getto nella sollevazione sol quando questa vestì un carattere politico. In quel momento gli schiavi erano in armi e la loro sommossa assumeva un aspetto singolare; i negri sollevati aveano fatto causa a parte dei coloni perché il loro obbligo, essi dicevano, era di obbedire, non alla nazione ma ad un re e questo re, Luigi XVI, era stato condannato dai bianchi a morire sopra d’un palco, espressione commovente d’una fedeltà di selvaggi. In mezzo a tanti disordini, Toussaint s’era elevato al grado di colonnello; i negri lo seguivano con fiducia; gli allettavano i ricchi ornamenti, gli spallini, il cappello gallonato, distintivi senza dei quali Toussaint non solea mai mostrarsi […] Toussaint conduceva gli schiavi alla vittoria, e allorché tornava da una delle sue spedizioni, il commissario Polverel per indicarne l’ardimentoso coraggio si espresse così: Cet homme fait OUVERTURE partout (Quest’uomo si apre un varco per ogni dove); di qui venne il soprannome di Louverture invariabilmente rimastogli»

 

SITOGRAFIA:

https://it.wikipedia.org/wiki/Toussaint_Louverture

https://www.missioniafricane.it/toussaint-louverture-da-discendente-di-schiavi-a-leader-della-rivoluzione-di-haiti/

https://www.britannica.com/biography/Toussaint-Louverture