La visione Aristotelica dell’arte è opposta a quella di Platone.

Per Platone l’arte è una copia della copia.

Per quanto riguarda Aristotele, l’uomo è per natura proiettato alla rappresentazione artistica, oltre ad essere un animale politico, è anche per natura un animale artistico. Noi uomini produciamo naturalmente arte. L’arte quindi è un’attività libera, naturale dell’uomo e anche fonte di piacere. L’uomo esprime l’arte con la poesia, la pittura, la musica, la scultura, la tragedia. Aristotele descrive l’arte come mimesi, ovvero imitazione diretta della realtà, ma l’arte non si limita a questo è qualcosa di più: l’arte è rielaborazione della realtà, e conseguente fonte di crescita per l’uomo.

Aristotele considera l’arte, insieme alla storia, strumento di narrazione. Ma l’arte ha un valore più arricchente rispetto alla storia: la storia per Aristotele è una collezione di dati, dati legati al particolare; nell’arte il particolare diventa universale. L’arte permette di “vivere” le questioni trattate e di rielaborarle vivendole in una dimensione universale. Pertanto l’arte non è vera ma verosimile: l’arte si rapporta con la realtà, procede per analogie.

Dalla Poetica di Aristotele: ” E perciò la poesia è più filosofica e più elevata della storia, perché la poesia esprime piuttosto l’universale, la storia il particolare.”

 

La forma di arte più importante è la tragedia, la quale esprime al meglio quale sia il potere dell’arte: la catarsi. L’arte tragica ha funzione purificatrice, cioè purifica le passioni, permettendo all’uomo di imparare a gestirle, a conviverci. Come appunto detto in precedenza ciò porta a una crescita per l’uomo. 

Nella tragedia l’uomo fa suo ciò che vede, riconoscendosi, e lo rielabora; quindi il particolare si perde, non si parla più di opera di un certo autore ma di visione universale. Grazie all’universale si elabora il particolare.

Tutti noi facciamo riferimento ad un universale, creando in questo modo dei caratteri universali.

L’artista è colui che partendo dal proprio mondo interiore lo universalizza, porgendo molta preoccupazione all’esito psicologico della sua arte; Aristotele non è a favore dell’arte “commerciale”, in cui l’esito viene imposto.

In conclusione l’arte educa l’uomo, rendendolo più libero.


ARTICOLO REDATTO DA MARTINA AIELLO DELLA CLASSE 3^A DEL LICEO CLASSICO


SITOGRAFIA:

La “rivalutazione” aristotelica dell’arte – 4 (Conclusione)

https://www.docsity.com/it/l-arte-secondo-aristotele/2706856/

https://marcomartini.myblog.it/2015/05/12/lestetica-platone-ed-aristotele/

http://www.siena-art.com/Il_Sublime/Aristotele.htm

https://www.youtube.com/watch?v=Z6mEqYIQPBk