BIOGRAFIA

René Descartes, noto come Cartesio, nacque nel 1596 a La Haye, nella regione francese della Turenna. Proviene da una famiglia borghese piuttosto ricca e dopo gli studi si laureò in diritto. Negli anni successivi, gli interessi di Cartesio di diressero soprattutto alla matematica, alla geometria, all’ottica e alla logica. Intorno al 1620 Cartesio cominciò a elaborare i principi di una scienza nuova che avesse un unico metodo, strutturato come quello della matematica, valido per tutti i campi del sapere.

Nel 1628 Cartesio decise di elaborare una nuova filosofia e per questo motivo si trasferì nei Paesi Bassi dove era diffusa una maggiore tolleranza delle dottrine filosofiche e religiose che si opponevano alla tradizione. Nel 1637 pubblicò tre saggi scientifici che erano preceduti da una prefazione intitolata “Discorso sul metodo” che diventò probabilmente la più famosa tra le sue opere. Cartesio viene ritenuto il fondatore del pensiero filosofico moderno, in quanto fu il primo, tra i pensatori moderni, a costruire un vero e proprio sistema filosofico. Cartesio fu anche un grandissimo scienziato in campo matematico, fondatore della geometria analitica: a lui dobbiamo l’invenzione dei cosiddetti assi cartesiani. 

MORALE PROVVISORIA

Cartesio riteneva che la scienza e la filosofia dovessero avere non soltanto una valenza teoretica, bensì anche un’utilità pratica. La conoscenza del mondo fisico avrebbe infatti consentito di migliorare le condizioni materiali dell’esistenza umana. La nuova scienza avrebbe anche costituito la solida base di una morale razionalmente fondata, in grado di essere usata da guida sicura per il comportamento umano.

Questa morale razionale, che avrebbe dovuto rappresentare anche il comportamento della riflessione cartesiana, non venne mai realizzata. 

Per conoscere i principi etici di Cartesio dobbiamo fare riferimento alle indicazioni contenute del Discorso sul metodo, in cui l’autore aveva elaborato le regole di una “morale provvisoria”. Egli era ben consapevole del fatto che mentre si sospende l’assenso a ogni giudizio sulla base del dubbio metodico, è necessario che l’uomo possa proseguire la propria vita pratica, nella quale è abituato a prendere delle scelte, anche prima di aver acquisito una conoscenza certa delle condizioni in cui agisce. Per questo motivo il filosofo aveva ritenuto importante proporre un insieme di poche e semplici regole di comportamento da adottare nell’attesa di poter finalmente disporre di una morale definitiva, fondata su una conoscenza certa e razionale. 

DUALISMO MENTE E CORPO

Secondo Cartesio l’essere umano ha coscienza di sé come essere pensante: res cogitas. L’essenza dell’uomo è la sola sostanza pensante. 

La realtà è divisa in due sostanze: res cogitans, ovvero l’ambito di ciò che è psichico ed in esteso, e res extensa, ovvero tutto ciò che è estensione materiale e movimento meccanico. Tutti i corpi, compreso quello dell’uomo, sono pure macchine; gli animali sono macchine in quanto non sono esseri pensanti. Anima e corpo nell’uomo comunicano attraverso la ghiandola pineale.
Secondo Cartesio la sensazione non è una facoltà corporea, essendo il corpo un puro meccanismo; la sensazione e anche l’immaginazione sono modi cogitandi, ovvero modificazioni della sostanza pensante.

Questa definizione della sensazione è utile per comprendere la concezione cartesiana della soggettività delle qualità sensibili. La mente umana è in grado di pensare sia idee chiare e distinte sia contenuti di pensiero confusi. 

Res cogitans (il pensiero inesteso) e res extensa (l’estensione materiale nelle sue dimensioni quantitative e misurabili) sono concepite con evidenza. Secondo Cartesio solo ciò che è chiaro e distinto ha una corrispondenza certa nella realtà: all’idea chiara e distinta di estensione, che incontriamo nelle
scienze matematiche e geometriche, può corrispondere nella realtà qualcosa di reale. Le qualità sensibili (rosso, dolce, amaro) sono invece qualcosa di percepito in modo oscuro; sono idee confuse senza un corrispondente certo nella realtà. La sensazione è un modo confuso di pensare che non ha la funzione di farci conoscere qualcosa, ma una funzione pratica: orientare il corpo. Nella VI meditazione Cartesio afferma la distinzione reale dell’ anima dal corpo e presenta le prove dell’ esistenza delle cose materiali.

Se l’uomo, infatti, si scopre come essere pensante, l’esistenza delle cose materiali dovrà essere dimostrata. La distinzione anima-corpo è fondata sul criterio della conoscenza evidente: a due idee concepite chiaramente e distintamente come diverse, corrisponderanno due realtà diverse. L’idea chiara e distinta di me stesso come sostanza pensante è diversa dall’idea del mio corpo come estensione materiale; l’anima, quindi, è distinta dal corpo.
Una prima dimostrazione della realtà dei corpi parte proprio dalla differenza tra idee chiare e distinte ed idee confuse: l’idea dell’ estensione è chiara e
distinta, s’impone con evidenza alla nostra mente e quindi corrisponde ad una cosa realmente esistente.
Una seconda prova è fondata sulla differenza tra immaginazione e pensiero.


sitografia:

https://www.studenti.it/topic/cartesio.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Cartesio


ARTICOLO DI GEDA FRANCESCA ALLIEVA DELLA CLASSE 4D LICEO LINGUISTICO