PERIODO STORICO

Siamo nel ‘600 e la Francia in questo periodo ha una situazione abbastanza instabile. E’ colpita da moltissime guerre di religione ed era considerata come una terra di mezzo senza influenze germaniche. Nello stesso periodo Luigi XIV salirà al potere creerà una monarchia assoluta accompagnata dalla riforma totale del cattolicesimo. 

Da un punta di vista filosofico, Luigi XVI e il suo successore Luigi XV non rappresenteranno gran parte della popolazione, che a sua volta creerà due fonti di pensiero differenti: Il razionalismo e l’illuminismo (consequenziali). In questo modo si crea una forbice di pensiero tra l’assolutismo della monarchia e il razionalismo del popolo che porterà successivamente alla rivoluzione francese.

Tornando alla correnti di pensiero, per razionalismo si intende la filosofia caratterizzante del ‘600, forma di cultura che esalta la ragione, considerandola infallibile, capace di comprendere ogni cosa e l’unica accettata dall’uomo. Si può considerare una corrente di pensiero ottimista e onnipotente. L’illuminismo invece  sarà come già detto in precedenza una conseguenza del razionalismo. E’ un tipo di filosofia che caratterizzerà il ‘700, non sostiene di fatto l’onnipotenza della ragione umana ma crede che sia necessaria perché è l’unica cosa di cui siamo certi che l’uomo abbia per rimanere in vita nel mondo e allo stesso tempo da un contributo maggiore alla scienza. 

Luigi XIV di Francia

 

CARTESIO, LA VITA

René Descartes, noto in italiano come Cartesio, nacque nel 1596 a La Haye. Proveniente da una famiglia borghese piuttosto ricca, era figlio di un funzionario di corte.

Cartesio era un giovane rampollo che frequentava il collegio dei gesuiti, nonostante la sua estrema intelligenza era molto annoiato dalle discipline che studiava e per questo motivo decise di arruolarsi e combattere in Germania nella Guerra dei Trent’anni.

Nel 1619 conobbe Isaac Beckam che era un dottore appassionato di matematica, che di fatto era l’unica materia che piaceva a Cartesio. Da quell’incontro egli iniziò a tradurre matematicamente tutto il mondo che lo circondava, creando così una spiegazione razionale e giusta. Secondo Cartesio la matematica diventa l’unica spiegazione plausibile del sapere umano in quanto inconfutabile. 

 

 

Inizia a porsi dei dubbi e ne crea molteplici aspetti. Il dubbio è il rifiuto di tutte le conoscenze che sono tramandate per abitudine e tradizione: è necessario dubitare su tutto e considerare provvisoriamente come falso tutto ciò su cui il dubbio è possibile. Solo se, proseguendo su questo atteggiamento di critica radicale, si raggiunge un principio che resiste a ogni dubbio, esso potrà costituire la base per tutte le conoscenze e, quindi la giustificazione del metodo: per questo si parla di dubbio metodico.

Nonostante questo, tutte le conoscenze devono essere sottoposte a dubbio: non solo le conoscenze sensibili  ma anche le conoscenze matematiche, perché esse potrebbero essere state create da un genio maligno che si pone l’obiettivo di ingannarci. Il dubbio così si estende ogni cosa e diventa universale, trasformandosi in un dubbio iperbolico. Secondo Cartesio tutto può essere concepibile solo oggettivamente su un piano matematico. 

 

IL DUBBIO METODICO: COGITO, ERGO SUM! | LastLand

LA MORALE PROVVISORIA

Cartesio è dell’idea che non ci dovrebbero essere scontri tra religione e ricerca scientifica, in quanto ogni uomo può ottenere entrambi. Egli sostiene che la ragione si muove in un mondo finito e che non conosce l’inconoscibile, noi possiamo parlare di ciò che possiamo dimostrare razionalmente. Ciò in cui si può credere non è ciò che si può comprendere.

Dalle sue conclusioni arriva alla morale provvisoria. E’ divisa in quattro massime che non sono delle leggi generali, ma provvisorie quindi non varranno per sempre.

La prima massima è la moderazione. Spiega che quando vogliamo agire, dobbiamo capire che la moderazione implica una graduale correzione di tutto quello che facciamo e sappiamo.

 

La seconda massima è la fermezza. Spiega che cambiando più volte idea, si moltiplicano le volte in cui si può sbagliare. Secondo Cartesio è dunque più conveniente e corretto restare e avere fermezza sulle proprie idee.

La terza massima è l’autocritica. Spiega che prima di pensare che gli altri abbiano qualcosa contro di noi, dobbiamo pensare che sia colpa nostra perché siamo sempre tutti pronti a vedere l’errore dell’altro per giustificare le nostre ragioni.

La quarta e ultima massima è invece la ragionevolezza

René Descartes - Cartesio Biografia e opere - La Frusta          Cartesio: vita, filosofia e pensiero | Studenti.it Discorso sul metodo - Wikipedia