Jean Jacque Rousseau fu principalmente un filosofo ma anche scrittore, musicista e pedagogista. Nacque a Ginevra nel 1712 e morì a Ermoneville nel 1778. Rousseau passò la sua vita nei disaccordi con gli altri filosofi, di allineamento illuminista, a causa delle sue idee rivoluzionarie e controcorrente che lo portarono ad anticipare e a fondare le basi del pensiero romantico di qualche anno successivo. A causa di ciò, alcuni testi vennero censurati e bruciati, come nel caso dell’Émile, le relazioni di Rousseau con gli altri filosofi francesi andavano via via a deteriorarsi aggravando ancor di più la sua situazione mentale congenita; essa lo portava ad essere estremamente paranoico e ad isolarsi sempre di più, persino da sua moglie, fino a condurlo ad una morte solitaria ad Ermoneville. Rousseau scrisse un testo politico  sulla sua ideologia politica chiamato Contratto sociale, il che lo identifica come filosofo contrattualista. Al di fuori dell’ambito filosofico, scrisse trattati anche sulla musica come Projet concernant de nouveaux signes pour la musique e Dissertation sur la musique moderne i quali lo aiutarono ad entrare nella cerchia degli illuministi di cui facevano parte Diderot  e Voltaire con i quali avrà poi i già citati diverbi. Il testo Rousseau giudice di Jean Jacques venne scritto negli ultimi anni della sua vita insieme ad altri testi minori come Considerazioni sul governo della Polonia ed un testo incompleto perché morto durante la stesura denominato Fantasticherie del passeggiatore solitario.

Il libro preso in considerazione, Rousseau giudiice di Jean Jacques, era stato scritto in un’ottica di difese delle proprie idee ed azioni tramite il giudizio di una persona completamente esterna alle sue opere, ovvero lo stesso Rousseau. Il saggio ha la struttura di un dialogo tra Rousseau che giudica le sue opere e un francese che ha come una unica utilità quella di ascoltare le apologie di Rousseau verso se stesso. L’idea di uno scritto simile non è nuova al filosofo perchè fece già un altro libro con lo stesso fine denominato le confessioni, tasti atti ad avvalorare le sue tesi filosofiche e ad alimentare la sua paranoia ingigantendo le critiche dei filosofi contemporanei che già erano piuttosto amare. Il testo tra il francese e il giudice Rousseau si divide su tre dialoghi, struttura che dà nome al secondo nome con cui è conosciuta l’opera, cioè i Dialoghi. L’opera puo’ essere riassunta con due considerazioni e aspetti che in Rousseau appaiono evidenti:

  • La difficoltà di Rousseau nel giudicarsi obiettivamente, infatti nel testo ci sono situazioni in cui il filosofo si limita ad un elogio a se stesso del tutto illogico e privo di logica e in altre in cui il filosofo sembra avere un occhio molto critico e dimostra il suo filosofare egregiamente facendo riflessioni rilevanti sull’amor proprio
  • Rousseau sembra sottolineare la linearità delle sue opere facendo notare che esse furono scritte con un metodo logico filosofico valido e costante. Queste affermazioni sono ancora oggi messe in discussioni ma sembrerebbe che non siano vere; un esempio molto contraddittorio è il regime statale descritto nel Contratto Sociale e il senso di indipendenza citata nel Émile.

In conclusione si può constatare come la paranoia di cui Rousseau soffriva abbia influenzato anche le sue opere tarde portandolo ad un essere un personaggio filosofico rilevante ma anche molto controverso.


 

Rousseau giudice di Jean-Jacques, un testo che viene inserito in produzione a fine di Rousseau, che era nato nel 1712 e morì nel 1778, si pone come unopera in cui lautore tenta da un lato di presentare la sua filosofia e la sua vita in una visione dellinsieme unitario e coerente, e dallaltro lato a difendere la sua condotta dalla critica, spesso molto dure, ma anche esagerato per il crescente atteggiamento paranoico di un Rousseau, ora un vecchio che dei suoi detrattori. 

Per lo stesso scopo erano stati composti, alcuni anni prima, confessioni. Alcuni commentatori sottolineare lelemento di paradosso che sta alla base della scrittura di queste opere, in qualsiasi modo, volte a giustificare e difendere un Rousseau che hanno dichiarato di non tenere in alcun conto di uomini nuovi.

Lopera di Rousseau giudice di Jean-Jacques è composto da tre dialoghi tra i due interlocutori, “Rousseau”, che rappresenta lautore come sarebbe se egli non aveva scritto una delle sue opere, e “alla francese”, che è semplicemente la controparte, la discussione, si parla di “Jean-Jacques”, che corrisponde a Rousseau storico come autore di opere filosofiche e letterarie molto controversa e spesso duramente condannato. 

In questo modo, Rousseau – che descrive le sue opere, la sua carriera e i suoi pensieri come se fossero quelli di qualcun altro – è fatto salvo lesame di se stesso, il cui risultato è quello di unapologia, o anche un aperto elogio. Due sono i principali elementi che emergono da queste istanze:

  • In primo luogo, il sentimento di Rousseau, perseguitato ingiustamente dallopinione pubblica per cose che non corrispondono, per essere tradito, calunniato e diffamato, questo mette in evidenza la paranoia che gradualmente è stato il sequestro di lui. Se in alcuni passaggi della sua difesa di se stesso è ridotto allaffermazione dellassoluta la purezza e la bontà della sua anima, come non chiudere mai come lha fatta in natura, altri passaggi, tuttavia, sono estremamente lucido, e contengono riflessioni filosoficamente significativo sulle virtù e lamor proprio.
  • In secondo luogo, Rousseau ribadisce lunitarietà del suo lavoro e della sua intima coerenza interna. Questo punto è ancora in discussione, poiché linterno della riflessione rousseauiana sembrano essere alcune contraddizioni inconciliabili come il dogma di alcuni passaggi del Contratto sociale e lidea di indipendenza predicato, in Emile, o, la critica della civiltà del Discorso sulle scienze le arti, e la teoria di una società equa nel Contratto sociale.

Lopera di Rousseau giudice di Jean-Jacques non è stato scritto con lo scopo primario di essere pubblicato una volta, Rousseau ha deciso di affidare alla divina provvidenza e di lasciare il manoscritto immagine sullaltare della cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Ci sono andato con questo intento, il 24 febbraio 1776, ma laccesso al coro di colpi da uninferriata e ha dovuto desistere dal suo tentativo.

 


                                     

 

Stilografia:


ARTICOLO DI ALESSANDRO MAZZONI DELLA CLASSE IV D DEL LICEO LINGUISTICO