CONTRAN FRANCESCO 5^ A  3/5/2018

Saggio di italiano: vincitore Premio Tonelli

L’attività sportiva dai poemi omerici al 2018: da attività competitiva ed elemento di esclusione a mezzo per migliorare la vita dei cittadini

Dai poemi omerici provengono le prime testimonianze scritte occidentali di attività sportive: i giochi funebri in onore di Patroclo nell’Iliade e la competizione per ottenere la mano di Penelope tendendo l’arco di Ulisse nell’Odissea ne sono un chiaro esempio. In Grecia poi sono nate le Olimpiadi, sacre, che si tenevano ogni quattro anni e stabilivano la pace tra le poleis: nella prima guerra persiana non è un caso che Leonida debba recarsi alle Termopili con il suo solo seguito, senza l’esercito spartano, perché erano in corso i Giochi Olimpici.

Nell’ambito artistico, a proposito di Olimpiadi, celebre è Il discobolo di Mirone. Senofane scrive che i vincitori delle competizioni ricevevano un cimelio, onori e  vitto a spese pubbliche , lamentandosi perché « è davvero un’usanza irragionevole, né è giusto preferire la forza al pregio della sapienza».

Dello stesso parere è Seneca, che ritiene inutile perdere tempo nella cura del fisico, meglio sarebbe impiegare il tempo nello studio della filosofia. E’ sempre Seneca a denunciare il gusto per la violenza nei giochi che si tenevano in arene e anfiteatri romani, dove il pubblico si lamentava se non vedeva scontri sanguinosi. Il tema dei gladiatori è ripreso in Pollice Verso di Gèrome, dipinto nel 1872, dove c’è il mitico e antistorico gesto dell’imperatore che, inclinando il pollice in basso, inviterebbe il gladiatore a uccidere il vinto a terra. Senza dare giudizi morali, Tacito descrive i giochi dei Germani, quali la danza tra i coltelli: sembra chiaro che l’attività sportiva è connaturata dall’antichità all’essere umano, come forma di realizzazione nell’ambito competitivo della società. Questa tradizione agonistica continua a essere descritta nel ciclo bretone, con narrazioni di giostre e tornei tra cavalieri: i migliori impressionavano le dame di corte, conquistandole con le loro gesta.

Dall’epoca medievale all’Ottocento mancano grandi autori che parlino di competizioni sportive, ma è noto che si tenessero: nel Trecento nacque l’antenato del moderno tennis, e il calcio fiorentino ancora oggi praticato nacque poco dopo. La grande fioritura della competizione sportiva e la sua seconda età dell’oro sono da ricercare nel secondo Ottocento, con l’avvento della società di massa: lo sport venne alla portata di molti, nacquero le prime federazioni, si svilupparono le prime competizioni, si diffusero la bicicletta, il calcio, il cricket, il tennis, regolamentato nel 1875; nel 1893 nacque il Genoa Cricket e Football Club. Non deve stupire che d’Annunzio, ne Il Piacere, romanzo famoso appartenente al filone dell’Estetismo, narri di una vittoria sportiva in una corsa di cavalli, unita alla conquista di una delle molte donne da parte di Andrea Sperelli.

Lo sport rifiorì con il ritorno dei Giochi Olimpici ad Atene, nel 1896. Da allora l’attività sportiva entra nella vita di tutti, si sviluppano nuove attività e federazioni, nasce il CONI; la competizione sportiva diventa un  banco di sfida alternativo alla guerra per le nazioni, e non è un caso che nel 1916, nel 1940 e nel 1944 non si siano tenuti i Giochi Olimpici: la guerra aveva colpito l’Europa e il mondo intero. Anche in periodi pacifici, le Olimpiadi divennero un pretesto politico: il nazismo, che tra i princìpi cardine ha la cultura del corpo, utilizzò i Giochi Olimpici di Berlino (1936) come efficacissimo mezzo di propaganda, attività letteraria efficace, che penetrò nelle coscienze di chi vide tutto questo. In campo architettonico, l’Olympiastadion fu un esempio dell’attività nazista in campo artistico. Proprio a Berlino l’attività di discriminazione razziale si estende al campo sportivo: più di un atleta tedesco con ambizioni da medaglia venne escluso dai giochi in quanto ebreo. Quando due anni dopo in Italia si proclamano le leggi razziali, esse sono estese anche allo sport, evidentemente una parte importante della vita del cittadino, se comportava un’esclusione dai circoli: Bassani, ne Il giardino dei Finzi-Contini, narra di una telefonata di Alberto Finzi-Contini, il quale invita il protagonista a giocare a tennis nel suo campo privato, siccome ha saputo che agli ebrei era stato precluso il circolo.

Un elemento di coesione come lo sport è utilizzato quindi per dividere, ma Saba ci dice che ha anche una straordinaria capacità di unire: in Goal il poeta descrive la gioia provata quando una squadra segna, dicendo che ci sono «pochi momenti come questo belli». Con lo sviluppo del giornalismo sportivo l’attività agonistica è raccontata dalla letteratura con biografie, narrazioni, resoconti, mentre l’arte utilizza soprattutto la fotografia, anche se col passare degli anni lo sport è sbarcato nell’ambito musicale e cinematografico: questo perché le competizioni hanno contribuito alla creazione di nuovi miti, nuovi eroi in un certo senso sostitutivi di quelli del mito che non sentiamo più nostri. Ecco quindi spiegata la mitizzazione di Maradona a Napoli, di Pelè in Brasile, di Michael Jordan negli Stati Uniti.

Le gesta sportive parlano per loro e hanno un importante peso politico. In Italia, dopo l’attentato a Togliatti, il paese era piombato in un clima surreale, sembrava che sarebbe scoppiata una nuova guerra civile: De Gasperi chiese a Bartali, che gareggiava nel Tour, di vincere per riunire gli italiani e farli desistere. Avvenne effettivamente questo, ad evidenziare ancora una volta quanto la componente sportiva sia diventata importante nella vita.

Quanto ha detto Senofane è ancora vero? Si preferisce la forza alla sapienza ancora oggi? Non è più vero questo, in primo luogo perché oltre alla componente fisica per vincere sono importanti qualità tecniche e intellettive di buon livello, ma oltre a ciò, lo sportivo oggi può far sentire la propria voce su innumerevoli temi, e sa che molti lo ascolteranno perché è famoso: è nata da qualche anno The Players’ Tribune, piattaforma online in cui le star possono parlare di ciò che desiderano, dalle tematiche prettamente connesse alla loro attività fino all’ambito sociale, economico, politico. Il problema tra polizia e afroamericani è stato più volte affrontato da giocatori NBA: se è vero che la qualità del loro scritto non può essere paragonabile all’attività artistica e letteraria di Mirone e d’Annunzio, è anche vero che la letteratura in ambito sportivo oggi, accanto a biografie e film, è costituita prevalentemente da articoli di giornale, dalla voce degli stessi atleti e dall’epica che si crea intorno ad essi.

Anche senza questo portale il gesto sportivo eclatante suscitava riflessioni: nel 1966, nel bel mezzo dei conflitti razziali negli Stati Uniti, Martin Luther King aveva pronunciato il suo celebre discorso, i Texas Western Miners vinsero il titolo NCAA, utilizzando una squadra con soli afroamericani, facendo capire al mondo l’inutilità del razzismo. Non è da ritenersi casuale che, dopo che sfilarono insieme le due Coree ai Giochi Olimpici Invernali del 2018, ora si prefigura una riconciliazione, o almeno una distensione dopo il clima di tensione dei mesi precedenti.

Senofane ha ragione nel dire che se tra i cittadini di una polis c’è un abile pugile, non per questo all’interno di essa l’ordine sarà migliore; ma oggi, se quel pugile fa sentire la propria voce, inevitabilmente la polis potrebbe guadagnarne: la comunicazione di massa ha portato anche a questo.