I tornei medievali sono una forma di competizione cavalleresca, e nascono come giochi guerreschi con fine di esercizio all’arte della guerra.
Il termine torneamentum, deriva per retroversione latina dal francese settentrionale tornoïer, che rinvia all’idea di girar attorno a qualcosa, del correre vorticosamente, del volteggiare.
Storia
Una tradizione consolidata vuole che il torneo sia stato ‘inventato’ da un cavaliere nativo dell’Angiò, Geoffrey II signore di Prouilly, nella prima metà del XI secolo, tuttavia, recenti studi, testimoniano la loro presenza sin dall’ epoca carolingia, testimonianze ricavate dalle cronache dello storico Nirardo. Per tutto il Duecento, i tornei sembrano essere state piccole battaglie ‘in campo chiuso’ piuttosto che battaglie simulate: dove si combatteva in squadre che si scontravano alla rinfusa sia a cavallo sia a piedi e, secondo alcuni storici, vi si sperimentavano anche nuovi sistemi tattico-strategici. Nel gioco avevano modo di sfogarsi, rivalità, animosità e rancori: molto probabilmente, la guerra ‘in campo chiuso’, fu un espediente socio-rituale per impedire che il meccanismo dei contrasti e magari la spirale della vendetta dilagassero nella società, compromettendone ordine, equilibrio e serenità. Ma nello scontro ‘in campo chiuso’, accanto alla possibilità che odi e rancori si sfogassero esaurendosi, vi era anche la possibilità che colpi accidentalmente dati e ricevuti provocassero l’insorgere di nuovi rapporti d’inimicizia. A tutto ciò deve aggiungersi, che, durante questi scontri, si accendeva anche, fra i combattenti, un altro tipo di gara: quella di superare gli avversari non solo nel valore, nel coraggio e nella forza, bensì anche nella sfarzosità delle armi, delle insegne e dei corredi e nel lusso degli abiti e dei premi posti in palio. Nel torneo non sempre, contrariamente a ciò che si pensa, i soldati avevano un comportamento nobile e rispettoso, ma spesso erano presenti comportamenti guidati dall’avidità e dall’avarizia: generati dalle grandiose somme dei montepremi. Tanto questi premi erano ingenti che si andò sviluppando un vero e proprio ceto di campioni professionisti, i ‘corridori di tornei’, che si spostavano di festa in festa sfidando i cavalieri del luogo e arricchendosi delle poste guadagnate. Qualcuno addirittura, giunto ad una certa età, si ritirava dai combattimenti godendo non solo delle ricchezze acquisite, ma spesso anche di ricchi matrimoni, ottenuti grazie all’ammirazione delle proprie gesta.
Bisogna però pensare che queste fortune appartenevano a pochi, poiché la mortalità in questi tornei era altissima. Proprio la violenza a cui erano arrivati gli scontri, indusse la Chiesa nel 1130 a proibire, ma senza successo, i tornei, scomunicando i torneanti e proibendo la sepoltura cristiana a coloro che trovavano la morte negli scontri. Nel XIII secolo si formalizzò la distinzione tra tornei con armi à outrance, cioè da battaglia, e armi à plaisance, ovvero spade senza punta, per limitare le ferite. La Chiesa grazie alla nuova forma di torneo nel 1281 cancellò le proibizioni. I regolamenti erano redatti in volgare francese e chi non si atteneva era accusato di essere un fellone
Come funzionava?
Il torneo veniva indetto da un gran signore o un re, che invitava quanti più nobili o cavalieri potesse permettersi. Ogni cavaliere doveva avere un paggio, un araldo e uno scudiero tutti e quattro a cavallo. Poi veniva deciso il campo, che poteva raggiungere grandissime dimensioni, fino a superare i cento chilometri.
Lo scopo del torneo era di allenare i propri guerrieri. Uno sconfitto fatto prigioniero poteva equivalere ad un riscatto di 20 kg di argento o 5 d’oro. Inoltre c’era anche una somma da corrispondere per il cavallo. Più prigionieri si facevano e più si guadagnavano grandi somme o, talvolta, anche terre e titoli.
Il torneo divenne una forma di spettacolo sempre più popolare e venne affiancato dalla giostra, un tipo di scontro che prevedeva che i cavalieri combattessero uno contro l’altro. Esistevano due tipi di giostre: quella all’incontro, ovvero la più pericolosa, in cui i due contendenti cavalcando in direzioni opposte tentavano di colpirsi con una lancia, costruite apposta per spezzarsi all’impatto; e quella all’anello, in cui il cavaliere doveva infilare la lancia in uno o più anelli. Questa tipologia di combattimento rendeva i cavalieri ancora più celebri e acclamati. Spesso, chi riusciva a distinguersi in codesti duelli aveva l’ammirazione di numerose cortigiane, che poteva anche sfociare in proposte nuziali. Nelle giostre venivano realizzati gli ideali di amore cortese, i nobili cavalieri si sfidavano in nome della “servitù d’amore” e per compiacere le dame. Talvolta per simboleggiare questi ideali, i cavalieri facevano ingresso in campo con il polso vincolato ad una catena d’oro tenuta dalla donna.
Nel corso dei secoli gli svolgimenti di tornei e giostre si modificarono. Nel XV secolo fu introdotta una barriera che teneva separati i due contendenti e furono proibiti colpi all’elmo. Proprio tra il XV e XVI secolo fu il periodo d’oro per giostre e tornei. Le ultime manifestazioni risalgono al XVII secolo.
Medieval tournaments
They were competitions created to train military. The word came from tourneamentum, a latinization of the french word tourneil.
History
A tradition wants that this game was invented by Goffrey II, an Angiò’s knight. However recent studies confirm the existence of those tournaments since the Carolingian’s age. In the 1200’s, tournaments were like small battles, fought in a defined place. There were two teams battling one against the other trying new strategies. The tournaments were used to settle disputes and hostilities between nobles, this spared the poor farmers from the devastation of the wars between knights. However theese tournaments started other quarrels caused by accidental hits. Knights didn’t just compete in their battle’s skills but also in the beauty of their equipment. Contrary to the common belief, the opponents weren’t always respectful and loyal, acts of dishonesty and avidity ,were common; such acts were caused by the big amount of money that winners got. The big prizes created a new “social class” made of professional fighters who travelled across Europe, challenging locals knights. This horsemen, were able to accumulate enormous riches from prices and marriages with noblewomen. However theese people were an exception. The majority of the contendants suffered injuries from the violent collisions, and many even lost their lives. Due to the violence of the tournaments they were abolished by the Church which in 1130 prohibited a catholic burial for knights that died in tournaments. In the XIII century two type of fights were created, one with outrance weapons, reals ones, and one with plaisance weapons, that are swords without tip. Thanks to theese new rules the Church cancelled the prohibitions in 1281.
How theese tournaments worked?
The tournaments were declared by a Sir or a King, who called as many knights as he could. The Lord had to mantain for each competitor: a horse, a page, a squire and all the equipment. Then he deided the tournament’s location. The area could be really big even a hundred kilometres. The Lord created the tournaments both for trainig his vassals and prestige. The participants fought for glory and money; that could be gained by capturing other contedants or their horses. Some prisoners were extremely valuable, and worted even 5 Kg of gold or 20 Kg of Silver. Sometimes people won titles and possessions.
Another example of tournament was the Medieval Joust. In the joust there were two opponents fighting one against the other.There were two type of joust ; in the most dangerous one, the two opponents would run one against the other and hit with a spear, built for breaking at the impact. In the second one the partecipants had to fix in the centre of ring with the lance. The joust made the cavaliers even more famous and valued. The joust was the rappresentation of the ideal of cortly love, sometimes the cavaliers apperead in the arena buonded in a gold chain holded by the dame.
The joust changed a lot during the centuries. In the XV century they have put a barrier between the two opponents and they prohibited to hit the head. The golden age of the joust was between the XV and XVI century. By the end of the XVII jousting ceased.
Sitografia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Torneo_medievale
https://www.treccani.it/enciclopedia/torneo_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/
http://www.armisetleo.it/tornei-e-donne-medievali.html
ARTICOLO DI VITTORIA SILETTI DELLA CLASSE III A DEL LICEO CLASSICO
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