Quando sentiamo parlare di pirati spesso pensiamo ad un uomo, con la barba lunga, una benda sull’occhio e magari anche una gamba di legno; questa immagine stereotipata del pirata ci è stata trasmessa da film o libri e, nonostante sia basata su pirati realmente esistiti (come François le Clerc che effettivamente aveva una gamba di legno), rappresenta una piccolissima parte di questi interessanti personaggi storici; basti pensare che uno dei pirati più potenti, se non addirittura il più potente, fu una donna proveniente dalla Cina: Ching Shih
L’ascesa di Ching Shih
L’infanzia
Ching Shih nasce nella provincia di Guangdong (non si sa esattamente dove) in Cina nel 1775; viene da una famiglia poverissima e a soli 13 anni viene costretta a prostituirsi per aiutare economicamente la sua famiglia. La sua bellezza e i suoi modi attiravano clienti di alto profilo da tutta la regione, da comandanti dell’esercito a ricchi mercanti.
L’incontro con Zheng Yi
Nel 1801 conosce Zheng Yi, noto e temuto pirata, comandante della Red Flag Fleet (la flotta della bandiera rossa) che si innamora di Ching Shih. Alcune fonti dicono che l’innamorato Zheng Yi visitò il bordello in cui lavorava e le chiese di sposarlo mentre altre dicono che mandò i suoi uomini a rapirla e le chiese poi di sposarlo; nonostante non si sappia quale delle 2 ipotesi sia vera sappiamo con certezza che lei accettò la sua proposta a patto che avrebbe ricevuto metà dei suoi guadagni e della sua flotta, lui perdutamente innamorato accettò queste condizioni.
L’inizio della carriera da pirata
Sotto il comando di Zheng Yi e Ching Shih la flotta era cresciuta esponenzialmente, fino a raggiungere le 1800 navi, 6 volte le navi che comandava il noto Barbanera all’apice della sua carriera da pirata (circa 300).
Nel 1807 Zheng Yi muore durante una forte tempesta mentre navigava lungo la costa del Vietnam. Il comando della flotta passa quindi a Ching Shih che si fa aiutare da Cheung Po, un pescatore diventato pirata che la coppia aveva adottato quando era ragazzo.
La conquista del comando e le nuove regole
Per ottenere il comando Ching Shih dovette scontrarsi con alcuni comandanti di flotte alleate, che avevano visto nella morte di Zheng Yi un’opportunità per prendere il potere. Ogni capitano che provò a ribellarsi venne giustiziato in pubblico, in modo da essere d’esempio agli altri.
Come primo provvedimento Ching Shih implementa delle nuove regole:
- tutti i pirati che hanno dato ordini non autorizzati o si sono rifiutati di eseguire gli ordini verranno giustiziati sul posto senza la possibilità di giustificarsi.
- Tutti i beni saccheggiati dovevano essere presentati per l’ispezione. Se un pirata veniva trovato a nascondere o sottostimare merci, una parte del suo corpo veniva tagliata a seconda dell’entità del crimine.
- Lealtà e onestà erano molto apprezzate e i pirati che ne davano prova erano ricompensati generosamente, dando così l’esempio agli altri.
- Le prigioniere donne andavano trattate rispettosamente, soprattutto quelle deboli e incinte andavano liberate il prima possibile
- Lo stupro è un reato grave punito con l’impiccagione.
Per consolidare ancora di più il suo potere Ching Shih sposa Cheung Po, niente meno che il suo figlio adottivo ed erede di Zheng Yi.
Questa coppia, con una flotta di 1800 navi e oltre 80.000 pirati, diventa il terrore del mar della Cina, conquistando villaggi e saccheggiando regolarmente le navi che andavano e venivano dalle colonie inglesi e francesi, non una singola nave passava senza che lei lo sapesse e avesse l’opportunità di tassarle o direttamente di saccheggiarle.
Le battaglie
Con l’aumento del potere della Red Flag Fleet ne aumentano anche i nemici, non solo l’imperatore cinese, ma anche portoghesi e inglesi; inizialmente Ching Shih non ebbe alcun problema a respingere alcuna di queste potenze marittime, la suo flotta era talmente grande che riuscì addirittura a costringere la flotta imperiale cinese alla resa, l’imperatore cinese era addirittura disposto a concedere l’amnistia a tutti i pirati della Red Flag Fleet, pur di mettere fine a questa situazione.
Ma nulla è eterno, men che meno il potere e con il passare del tempo i nemici diventarono più preparati e le battaglie più difficili fino ad arrivare alla prima sconfitta contro i portoghesi nella battaglia della Bocca della Tigre (1809-1810), la sconfitta finale, sempre contro i portoghesi, si ebbe poco dopo a Chek Lap Kok; quest’ultima portò Ching Shih ad arrendersi e ad accettare l’amnistia propostagli precedentemente dall’imperatore cinese.
Delle migliaia di pirati che si arresero pochissimi subirono conseguenze e punizioni legali, gli fu addirittura concesso di tenere i beni saccheggiati nel tempo.
Dopo l’amnistia Ching Shih rimase a capo di una flotta, molto più piccola (120 navi) a fini commerciali, aprì una casa per il gioco d’azzardo e divenne addirittura una consigliera militare durante la prima guerra dell’oppio (1839) contro gli inglesi.
Non si può che notare un velo di ironia nel fatto che il pirata più potente della storia non sia morto in battaglia, in un naufragio o provando a fuggire dalla giustizia ma di vecchiaia, a quasi 70 anni nella città di Macao.
ARTICOLO DI ROY THEO DELLA CLASSE III A DEL LICEO CLASSICO
SITOGRAFIA:
https://deadliestfiction.fandom.com/wiki/Red_Flag_Fleet
https://it.wikipedia.org/wiki/Ching_Shih
https://www.manuelmarangoni.it/onemind/1453/sfatiamo-alcuni-luoghi-comuni-sui-pirati/
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