Jean Jacques Rousseau nacque a Ginevra il 28 Giugno 1712. Perse la madre a pochi giorni di vita a causa di complicazioni legate al parto e per i primi dieci anni della sua vita fu cresciuto dal padre, un orologiaio acculturato ma di condizioni modeste, che tramandò al figlio l’interesse per la lettura e la sua indole patriottica. Con il padre, Rousseau si formò leggendo le opere di vari autori francesi, ma anche di Plutarco, dal quale apprese numerose nozioni che avrebbero in futuro influenzato il suo pensiero, e che Rousseau stesso dichiarò che fosse il suo autore preferito nel suo saggio autobiografico “Confessioni”. Nel 1722, Rousseau perse anche il padre, costretto a lasciare Ginevra per evitare l’arresto, e venne affidato al pastore Lambercier di Bossey, con il quale visse per un paio d’anni, che lo educò secondo principi religiosi e morali. Nel 1724, tornato a Ginevra presso lo zio, diventò apprendista un cancelliere e successivamente di un incisore. Successivamente, a causa di una lite, fu costretto a lasciare Ginevra e recarsi in Savoia, dove un parroco lo inviò ad Annecy, da Madame de Warens, la quale convinse Rousseau a convertirsi al Cattolicesimo e divenne in seguito la sua amante. Ad Annecy, egli studiò anche le arti della musica e del canto. Nel 1742 divenne amico di Diderot, Fontenelle, Marivaux e Rameau e, contario al nuovo sistema di scrittura musicale proposto dall’Accademia delle Scienze di Parigi, esprime il suo disaccordo scrivendo “Dissertation sur la musique moderne”, si recò poi a Venezia presso un ambasciatore francese, dove scrisse “Les Muses Galantes”. Nel 1762 pubblicò “Il Contratto Sociale”, considerato una delle sue maggiori opere ed “Émile ou de l’Éducation”, condannato come opera empia. Morì a causa di un collasso nel Luglio del 1778, a 66 anni.
EMILIO O DELL’EDUCAZIONE
Il pensiero di Rousseau va controcorrente rispetto all’illuminismo, la corrente filosofica più rappresentata nella sua epoca. A differenza degli altri pensatori suoi contemporanei, egli è convinto che il maggior bene dell’uomo non sia la ragione, bensì le necessità e le passioni che lo distinguono. Il suo pensiero è basato sulla premessa che l’essere umano è “buono per natura” e che, quando lontano dagli influssi sociali, vive in una condizione di uguaglianza e libertà, ma questi due principi con il passare del tempo vanno ad alterarsi quando l’uomo entra in contatto con la società e i costumi errati che questa instaura, ovvero l’accrescimento degli interessi, il quale le persone avide ed egocentriche, e la corruzione delle passioni e della morale, a favore dell’arricchimento materiale, ma con il rafforzamento delle ineguaglianze come conseguenza. Dunque, Rousseau propone una riforma che ha come fine riportare l’uomo al suo stato naturale di uguaglianza e ripristinare l’integrità morale, così da formare una società più corretta.
“Emilio o dell’Educazione” è un romanzo pedagogico che spiega il percorso educativo ideale a formare gli allievi come persone in grado di creare una società rinnovata ed efficiente. L’opera è composta di cinque libri, ciascuno dei quali corrisponde alle cinque fasi fondamentali dello sviluppo cognitivo. La trama narra dell’educazione del giovane Emilio, allievo immaginario utilizzato come modello, seguito da un maestro interpretato da Rousseau stesso, che è anche narratore dell’opera. Emilio è un bambino orfano, ma ricco, nobile e sano, la sua educazione durerà 25 anni, durante i quali il ragazzo verrà seguito da un precettore che lo formerà sia come individuo che come cittadino.
LA PRIMA E LA SECONDA EDUCAZIONE
Rousseau sostiene che la crescita di un individuo dipende dall’educazione, che fin dalla nascita è regolata da “tre maestri”: la natura, che cura lo sviluppo interno di facoltà e organi, gli uomini, che ne determinano l’uso che ne facciamo e le cose, che provvedono all’acquisizione sia dell’esperienza che degli oggetti. Se questi tre maestri non vengono assecondati correttamente, l’educazione non risulterà efficace. L’educazione dev’essere condotta in mezzo alla natura che, oltre a fortificare il corpo e l’anima, è un luogo che la corruzione della società non può raggiungere. Per i primi anni di vita, l’allevamento e il nutrimento del bambino sono pienamente a cura della madre, successivamente l’incarico di educatore passerà al padre, che dovrà innanzitutto prevenire l’acquisizione di abitudini sbagliate che possano deviare i bisogni naturali. Inoltre, Rousseau insiste molto sull’apprendimento del linguaggio, quest’ultimo richiede tempo e non deve in alcun modo venire forzato, è raccomandato usare poche e semplici parole corrispondenti a degli oggetti da poter mostrare. Non bisognerebbe ancora introdurre l’educazione morale, poiché non si è ancora in grado di comprendere i divieti e i motivi che vi sono dietro. Durante la seconda età evolutiva, che va dai 3 ai 12 anni, l’individuo acquisisce consapevolezza di sé stesso, del mondo circostante e inizia a formare i primi ricordi, ma non sarà ancora in grado di comprendere i ragionamenti astratti, pertanto non si dovrà pretendere questo. Questa fase si basa sul concetto della libertà come conquista, ovvero la comprensione che esiste uno squilibrio tra le proprie necessità e i mezzi a disposizione per soddisfarle. Sulla base di questo concetto di potrà introdurre una prima educazione morale, che non imporrà obblighi o divieti, ma impartirà le basi dell’osservazione e del confronto.
L’EDUCAZIONE INTELLETTUALE E SOCIALE
Dai 12 ai 15 anni la ragione si sviluppa velocemente ed è mossa dalla curiosità, a cui il precettore deve appoggiarsi per tramandare i propri insegnamenti. Durante questa fase si introducono le basi del sapere formale, che non consiste nella trasmissione di idee prestabilite, quanto alla scoperta delle idee e dell’utilità della ricerca e i suoi risultati. L’apprendimento è volto al raggiungimento di fini concreti e la capacità di saper fronteggiare da sé le difficoltà, dunque la lettura non viene considerata fondamentale. Viene prediletto il lavoro manuale, in particolare la falegnameria, poiché l’uomo che svolge questo tipo di lavori è considerato libero, in quanto dipendente solo dal suo lavoro e indipendente dalla fortuna e dagli altri uomini. É però dall’adolescenza che inizia la vera e propria educazione. L’apprendimento non è più basato sulle sensazioni e la curiosità, ma dall’introduzione nella società tramite le passioni. Con lo sviluppo delle passioni si sviluppano anche l’immaginazione e l’abilità di comprendere le idee astratte, quest’ultima sarà utili per l’educazione religiosa e il raggiungimento dell’idea razionale di Dio. Tuttavia, Rousseau raccomanda che le passioni vengano stimolate solo in modo moderato, per non far si che esse interferiscano con la crescita naturale. Altri due concetti molto importanti acquisiti tramite i contatti sociali sono la comprensione dei sentimenti di amore e pietà, sia per sé stessi, che nei confronti altrui. Rousseau afferma che è necessario che l’adolescente sia posto a confronto con situazioni dolorose, in questo modo apprenderà ad apprezzare maggiormente chi gli sta vicino e a rispettare i propri simili.
Sitografia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Jean-Jacques_Rousseau
https://www.sololibri.net/Jean-Jacques-Rousseau-vita-opere-pensiero.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Emilio_o_dell%27educazione
https://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/psicologia-pedagogia/Pedagogia/La-riflessione-pedagogica-nell-et–moderna/L-educazione-dell-uomo-secondo-natura–Rousseau.html
ARTICOLO DI CHIARA SANZO’ DELLA CLASSE IV D DEL LICEO LINGUISTICO
Commenti recenti