Renè Descartes, meglio noto come Cartesio, nacque nel 1596 a La Haye, è un giovane rampollo che frequenta il collegio dei Gesuiti fino al 1612, figlio di un a famiglia benestante passa le sue giornate ad annoiarsi nello studiare discipline come letteratura e latino sprecando così il suo giovane e brillante intelletto
Dopo aver studiato la precettistica gesuita, sentiva il bisogno di essere istruito direttamente dall’esperienze del mondo; fu così che iniziò a fare esperienze di viaggio e non solo: egli parteciperà infatti alla Guerra dei trent’anni, tappa successiva fondamentale del suo viaggio sarà l’Olanda nel 1628 dove, grazie alla particolare condizione libertaria politica e sociale del paese olandese, potrà trovare quella serenità e condizione che nelle sue opere descrive fondamentale per l’utilizzo della Ragione. Nel frattempo tra il 1619 e il 1630 scrive le “Regole per la guida dell’intelligenza”, alcune regole che saranno precursori del suo metodo fondato sull’analisi e la geometria.
Qualche anno più tardi, nel 1633 Galileo Galilei viene condannato per il suo consenso alla dottrina copernicana, di conseguenza Cartesio all’interno del “Discorso sul Metodo“, che scriverà nel 1637, farà intendere il suo appoggio a Galilei. Questo “Discorso” risulta una introduzione per tre saggi molto importanti: Diottrica, Meteore e Geometria.
Morirà a Stoccolma nel 1650 alla corte della regina Cristina di Svezia, a causa delle rigide temperature e della polmonite.
Il Metodo
Cartesio espone il suo metodo nella seconda parte dell’opera, il “Discorso sul Metodo” , che doveva fungere solo da introduzione per i tre saggi nominati in precedenza. Secondo Cartesio non doveva essere un rigoroso trattato filosofico ma solo un discorso riguardo il metodo per l’utilizzo del “buon senso” o ragione.
Un’altra caratteristica da osservare è che, Cartesio scrive questa opera in francese e non in latino, la lingua dei dotti. Questo perché all’interno del testo, egli attaccherà più volte i suoi precettori e con essi anche gli intellettuali del tempo, per il loro insegnamento antiquato che non gli ha insegnato nulla di concreto.
Il metodo ha come fondamento quattro regole, ma prima bisognerebbe premettere il pensiero Cartesiano riguardo la conoscenza. Ciò che muove Cartesio alla scrittura dell’opera è una forte critica alla filosofia che predominava il tempo e che pensatori come Galileo, Keplero e Bacone, stavano dissolvendo, ovvero la tipica filosofia scolastica di origine aristotelica.
Ciò che contraddistingueva la scolastica medievale era la logica sillogistica: i pensatori moderni, tra cui Cartesio, trovavano inutile lo strumento sillogistico così utilizzato, perché non dà alcuna informazione nuova, e non fa altro che esplicitare ciò che già si trova nelle premesse, anche detti “primi principi”.
Cartesio però non rinnega né Aristotele né il sillogismo ed il conseguente metodo deduttivo; anzi lo utilizza applicandolo in modo diverso, fondendolo col principio base della sua geometria, l’analisi
Morale Provvisoria
Cartesio si dice pronto di applicare il suo metodo a tutte le scienze:
In particolar modo risulta interessato al “vivere sociale e civile”; tale morale, che Cartesio definisce “provvisoria”, è di fondamentale importanza per non rimanere indecisi nelle azioni; mentre la ragione glielo permette grazie al metodo.
Per regolare le proprie azioni quindi, dispone di 3 regole :
- “la prima era di obbedire alle leggi e ai costumi del mio paese“. Tale regola è espressione della moderazione che più volte Cartesio ha dimostrato di perseguire. Ogni uomo si fa portatore di un determinato carico di idee e costumi nella propria vita etico-sociale, dunque di seguire in questo caso le consuetudini del senso comune.
- “la seconda era di esser fermo e risoluto nelle mie azioni, e di seguire anche le opinioni più dubbie una volta accettate”. Chiarifica tale regola con la metafora di un uomo che sperduto in un bosco non ha idea di dove andare. Dice Cartesio che risulta sempre meglio prendere una via, che seguita con coerenza sicuramente porterà fuori dalla selva.
- “la terza fu di vincere sempre piuttosto me stesso che la fortuna”. Tale considerazione di Cartesio trova nel cambiare alcuni propri desideri, magari irraggiungibili, che cambiare il mondo per realizzarli, anche in questo caso è in linea con la sua moderazione pratica piuttosto di un gesto rivoluzionario.
Il metodo e il sistema cartesiano avevano bisogno di una giustificazione, cosa che avviene attraverso la dimostrazione dell’esistenza di Dio e dell’anima umana, la prova dell’esistenza di Dio serve per dare certezza dell’esistenza del mondo e delle certezze acquisite attraverso il metodo; tali dimostrazioni verranno trattate prima nella parte quarta del discorso e poi approfondite nelle “Meditazioni Metafisiche“.
ARTICOLO DI GAIA ORSO DELLA CLASSE IV D DEL LICEO LINGUISTICO
DIEGO FUSARO: CARTESIO E LA MORALE PROVVISORIA
https://www.youtube.com/watch?v=_zpex2L8ERw
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