Le passioni dell’anima (Les passions de l’âme) è l’ultima opera del fisico e matematico francese Cartesio, pubblicata nel 1649 prima della sua morte. Il libro è scritto in lingua francese e sviluppa il tema delle passioni. L’intenzione dell’autore era quella di trattare di esse né come un moralista né come uno psicologo, ma solamente come un fisico. Quindi l’accostamento al tema delle passioni è nell’ordine di una prospettiva scientifica.

In origine doveva avere solo destinazione privata, a beneficio della principessa Elisabetta di Boemia, attenta lettrice delle opere cartesiane precedenti e afflitta da numerosi problemi di salute, che Cartesio considerava conseguenze di affezioni dell’anima. I due hanno intessuto una fitta corrispondenza: qualcosa come cinquantanove lettere, scritte tra il 1643 e il 1649.

L’opera può essere divisa in tre parti e ogni parte è divisa in articoli. La prima parte è costituita dai primi cinquanta e tratta delle passioni in generale, della loro relazione con il corpo (7-16), della loro relazione con l’anima (17-29) e della loro relazione con l’unione di anima e corpo (30-50). In una lettera alla principessa Elisabetta viene chiarita questa suddivisione: riguardo al corpo abbiamo come sola idea inseparabile quella di estensione, riquardo all’anima abbiamo quella di pensiero, e riguardo al corpo e all’anima presi assieme abbiamo la sola idea inseparabile di unione fra due sostanze. Così la trattazione nella prima parte segue quest’ordine di pensieri. In apertura il filosofo sostiene che la materia che sta approfondendo non è mai stata trattata da nessuno prima d’ora, si lamenta dell’insufficienza della scienza tramandata dagli antichi a proposito delle passioni. Cartesio sostiene che fra i due lati dell’uomo, quello dell’anima e quello del corpo, ci sia una frattura inconciliabale perchè ognuna delle due nature procede interagendo con l’altra, ma restandone contemporaneamente completamente distinta: per il corpo varranno le leggi della fisica e sarà pura macchina, mentre per la mente varranno le leggi del pensiero e sarà puro spirito. Per questo causa della morte è “un guasto” nella macchina corporea. Dall’articolo 7 all’articolo 16, per spiegare le passioni dal punto di vista del corpo, si tratta di neurologia. Per quanto concerne la spiegazione neurologica del movimento e dell’azione del corpo sull’anima, esse sono scientifiche, e fanno parte della storia della medicina, che le ha falsificate non molto tempo fa. Sucessivamente l’autore si occupa delle passioni dal punto di vista dell’anima ,della Res Cogitans, la Sostanza Pensante in quanto distinta dall’altra sostanza esistente, quella corporea o Res Extensa. Descrive come l’anima umana si rapporti alle passioni e come queste siano azioni sotto altri punti di vista spiegando che tutto quel che capita di nuovo è, in genere, chiamato dai filosofi passione rispetto al soggetto a cui capita, e azione rispetto a quello che lo determina. Di conseguenza l’azione e la passione sono sempre una medesima cosa con due nomi, secondo che ci si riferisca all’uno o all’altro di quei due soggetti. Gli articoli dal 30 al 50 trattano delle passioni dell’anima all’unione di anima e corpo. Cartesio si domanda, come fecero anche gli antichi, se l’anima sia diffusa in tutto il corpo o se abbia una sede in un organo specifico e determina che sia in una piccola ghiandola in cui l’anima esercita le sue funzioni più specificamente che non nelle altre parti: la Ghiandola Pineale (posta alla base del cervello). La scelta è dovuta al fatto che essa sarebbe l’unica parte non doppia del cervello.

La seconda parte riguarda la causa e le funzioni delle passioni, la loro enumerazione, le sei primitive, la loro fisiologia e il loro uso. Quanto alle cause delle passioni Cartesio sostiene che sono gli oggetti dei sensi che provocano l’agitazione della piccola ghiandola posta in mezzo al cervello (non si danno cause interne delle passioni e non si parla neanche della variabilità soggettiva nell’esperienza delle emozioni); quanto alla loro funzione, essa consiste nel disporre l’anima a voler ciò che la natura indica come utile (ad esempio la paura dispone l’anima a fuggire ciò che gli è nocivo).Le sei passioni che chiama primitive, dalle quali dipendono tutte le altre, cioè quelle composte, sono: ammirazione (o stupore), amore, odio, desiderio (o appetizione), gioia, tristezza. L’analisi delle sei passioni primitive prevede l’individuazione delle cause che le sprigionano e i rimedi per affrontarle, superarle o trasformarle in bene tentando di classificarle descrivendone anche il loro modo di esprimersi attraverso il corpo, arrivando a considerare come passione più importante la meraviglia in quanto priva di un opposto. Cartesio spiega la fisiologia delle passioni attraverso il movimento del sangue e degli spiriti, in seguito parla della loro funzione. Quella naturale è di spingere l’anima a consentire e a contribuire alle azioni che possono servire alla conservazione del corpo. Nonostante ciò possono essere considerate difettose in quanto molte cose nocive al corpo non comportano alcuna tristezza iniziale, e danno persino gioia; mentre altre sono utili, pur causando all’inizio disagio. Perciò dobbiamo servirci dell’esperienza e della ragione per distinguere il bene dal male così da non rivolgerci a nulla con trasporto eccessivo. Nell’opera torna spesso il tema antico secondo cui sarebbe un bene la moderazione delle passioni. Infine vi sono alcune riflessioni sulla virtù che rimandano alla riflessione ellenistica: contro il potere della passioni l’esercizio della virtù è il rimedio sovrano.

Nella terza parte si occupa invece delle passioni particolari come stima, disprezzo, generosità, umiltà virtuosa e viziosa, orgoglio, venerazione, speranza, timore, sicurezza, disperazione, gelosia o vergogna. Cartesio conclude affermando che dal momento che sono state tutte analizzate non c’è motivo di temerle, perchè per loro natura sono tutte buone ma è l’uomo a dover evitare l’eccesso e il cattivo uso, perchè da loro dipende tutto il male e il bene nella vita. Per questo è importante imparare a dirigerle e diventarne padroni in modo che esse cagionino soltanto mali sopportabili tali che sia sempre possibile volgerli in gioia.

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SITOGRAFIA

http://nuke.metodocalligaris.org/Default.aspx?tabid=110

https://it.wikipedia.org/wiki/Le_passioni_dell%27anima

https:/blogphilosophica.wordpress.com/2019/11/08/cartesio-le-passioni-dellanima/

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ARTICOLO DI CHIARA TARANTINO DELLA CLASSE IV D DEL LICEO LINGUISTICO

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