L’amore è una tematica che è stata affrontata da molti filosofi; in particolare Platone, prima di Aristotele. I Greci identificavano con parole diverse le varie sfaccettature dell’amore, le più importanti sono tre:
- Agape (αγάπη): l’amore della ragione, caratterizza chi vive il sentimento in modo incondizionato e desidera solo il bene dell’altra persona.
- Philia (φιλία): amicizia, affetto a cui deve corrispondere un ritorno.
- Eros (έρως): il desiderio, spesso associato all’amore sessuale.
Amore aristotelico
Aristotele descrive così l’innamoramento: l’ego di una persona (che può essere cosciente o subcosciente) si cancella per rinascere a nuova vita (fenomeno della palingenesi), unendo la propria anima con quella della persona amata. L’amore prevede dunque la presenza di un’unica anima che abita due corpi; questo processo di fusione porterà all’unità universale che si realizzerà alla fine dei tempi. Una caratteristica dell’innamorato è che prova gioia, anche se si crede di poter gioire solo quando amati.
Aristotele affrontò spesso il tema della philìa: con questo termine intendeva diversi tipi di rapporti, che potevano essere quelli tra consanguinei o anche amicizie rette da interessi politici e economici. Nel libro VIII dell’Etica Nicomachea le tipologie di amicizia vengono divise in base all’aspettativa su cui fondano: l’utile e il piacere possono dare vita a un rapporto quando i due amici cercano l’uno nell’altro un vantaggio. Si dice essere tipico dei vecchi e degli uomini che perseguono un interesse intrattenere rapporti di amicizia volti alla ricerca di un’utilità, mentre i giovani diventano amici perché ricercano il piacere l’uno nell’altro. Entrambe queste tipologie sono accidentali e durano fino a quando la persona amica è utile o piacevole, non è un’amicizia perfetta come quella tra uomini simili in virtù, che si vogliono bene perché è nella loro natura. Questa amicizia stessa è da considerarsi una virtù che tutti ricercano, poiché nessuno sceglierebbe di vivere senza amici. Un’altra considerazione fatta da Aristotele è che se tutti gli uomini fossero amici non ci sarebbe affatto bisogno della giustizia, e che la massima espressione della giustizia abbia la stessa natura della amicizia.
Un altro amore di cui Aristotele parla e che considera importante e virtuoso è quello verso se stessi. Formulò infatti una visione sui due tipi di egoismo e su come esso possa caratterizzare negativamente o positivamente gli uomini: il primo egoismo è di chi aspira solo ai piaceri terreni e si lascia guidare dall’irrazionalità; tale concezione è chiaramente peggiorativa e tipica della maggior parte della popolazione. Però possono essere egoisti anche gli uomini saggi e giusti: in questo caso sono infatti guidati dalla ragione e il loro atteggiamento, per quanto sia in funzione di una felicità e una realizzazione personale, ha un effetto positivo sul resto della comunità e non è quindi cosa di cui vergognarsi. Un uomo buono e nobile, tramite l’egoismo, si avvale dei benefici dell’onore e della dignità.
ARTICOLO REDATTO DA ELISA MAFFEO DELLA CLASSE IIIA DEL LICEO CLASSICO
SITOGRAFIA:
http://https://lamenteemeravigliosa.it/egoismo-amor-proprio-aristotele/
http://http://www.psicologiadellamore.it/i-vari-tipi-di-amore-secondo-i-greci/
BIBLIOGRAFIA:
Filosofia cultura cittadinanza 1 a cura di Antonello La Vergata e Franco Trabattoni
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