L’utopia come genere letterario “Utopia” significa “non luogo” ed è un neologismo che fu inventato dall’inglese Tommaso Moro, il quale diede il titolo alla sua opera principale, pubblicata nel 1516. I racconti utopistici iniziarono a diffondersi tra il Cinquecento e il Seicento e diventarono un vero e proprio genere letterario. Essi prendevano spunto sia dalla Repubblica di Platone che dai viaggi di esplorazione.
Strumento di critica sociale Nel racconto utopistico si esprime la critica alla società dell’epoca, la quale è rivolta al modello aristocratico-feudale, che è ancora presente in gran parte d’Europa, e alla nuova società che sta nascendo che, grazie alle ricchezze dei borghesi, sta sviluppando trasformazioni economiche e sociali molto radicali. Però, questa nuova trasformazione crea una nuova povertà, più pesante e soprattutto più visibile a causa di una rapida espansione. C’è, quindi, un’emarginazione nella società.
Aspetti comuni Tra le due utopie più conosciute, l’Isola di Utopia di Moro e la Città del Sole di Campanella, ci sono alcuni elementi in comune, come per esempio l’assenza della proprietà privata, la giustizia e l’uguaglianza sociale. Ci sono anche delle componenti che assumono un valore filosofico. La ridefinizione del sapere è un elemento molto comune, infatti sia Moro che Campanella sottolineano la loro esigenza di sapere indirizzato verso un miglioramento della qualità della vita umana.
L’Utopia L’isola di Utopia è l’opera utopistica di Tommaso Moro, il quale descrive un’isola dove non esistono le proprietà private e i mali ad esse associati, come per esempio i furti, gli omicidi ecc. egli cerca di creare una società perfetta, ma che fosse anche impossibile da realizzare. Ognuno pensa a sopravvivere curando i propri bisogni e contribuisce al benessere della società attraverso un lavoro di poche ore, così da poter dedicare le restanti ore della giornata a attività ricreative e di istruzione. Gli abitanti di Utopia regolano il proprio comportamento sulla base della ragione, quindi dei diritti naturali, e sono tolleranti verso qualsiasi fede, anche se credono a un essere superiore. È uno stato totalitario. Gli abitanti sono Utopi, la capitale è Amauroto (evanescente, che non c’è), il fiume è Anidride (senz’acqua) e il principe è Ademo (senza principe). Utopi sono persone pacifiste, comuniste e collettiviste. Quest’opera è anche una denuncia verso i processi di modernizzazione, ma in particolare verso il sistema delle recinzioni (enclosures), con cui i proprietari delimitano i campi aperti per incrementare l’allevamento delle pecore.
La Città del Sole L’utopia di Tommaso Campanella, La Città del Sole, trova una corrispondenza tra individuo e Stato. Alle tre facoltà dell’uomo: Potenza, Sapienza e Volontà; corrispondono nello Stato tre ministri: Pon, Sin e Mor, i quali si occupano rispettivamente dell’ordine e della difesa, della scienza e dell’educazione, della regolamentazione delle unioni e delle nascite. I ministri sono gli strumenti del Sole, il quale ne coordina l’azione e guida lo Stato. La Città del Sole è sull’isola di Taprobana. Gli abitanti sono i solari.
L’abolizione della proprietà privata Nella città ideale non esiste la proprietà privata e tutti lavorano soltanto quattro ore al giorno, potendosi così dedicarsi allo studio e a tutto ciò che favorisce la realizzazione personale. Esistono magazzini comuni dove, senza nessuna forma di pagamento o di controllo, chiunque può prelevare ciò che gli manca. Nella città di Campanella non esiste divisione in classi, quindi tutti svolgono lavori manuali e tutti si dedicano allo studio.
L’educazione Il compito di far crescere ed educare i bambini è affidato esclusivamente allo Stato, infatti loro vivono in luoghi comuni e non conoscono i propri genitori. L’educazione e l’istruzione costituiscono uno dei fondamenti della città, le cui sette cerchia di mura sono tutte istoriate, ciascuna con soggetti attinenti a un diverso settore del sapere.
La generazione Per quanto riguarda la generazione, i sacerdoti si occupano di formare le coppie dalle quali nascerà una prole sana e ben formata. Per questo motivo, i sacerdoti decidono anche il momento più propizio al concepimento, in base alle coincidenze astrali. Essi non sono pacifisti e ammettono anche la pena di morte.
La tolleranza religiosa L’astronomia e l’astrologia hanno molta importanza, sia per prevedere gli eventi della vita e per favorirne il buon esito, sia per il culto, basato su una religione strale. Nella Città del Sole vige la massima tolleranza, con l’unica eccezione dell’ateismo, considerato socialmente pericoloso. Gli atei non vengono perseguitati, ma si proibisce loro di ricoprire cariche pubbliche e di propagare le proprie idee.
Sitografia:
https://www.skuola.net/filosofia-moderna/campanella-citta-sole.html https://www.skuola.net/libri/moro-utopia.html
Bibliografia:
“Il nuovo pensiero plurale 2A”
ARTICOLO DI SERENA SITA’ DELLA CLASSE IVI DEL LICEO LINGUISTICO
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