All’inizio del ‘300, in Europa la sede papale si spostò da Roma ad Avignone, in Francia, per 68 anni, dal 1309 al 1377. Le ragioni dietro questa variazione, un cambiamento epocale che non si era mai verificato prima, erano di carattere prevalentemente politico: il re di Francia Filippo IV il Bello, che cercava di rendere la sua nazione la potenza principale nel continente, era riuscito a far eleggere Pontefice Bertrand de Got, Arcivescovo di Bordeaux, che non si recò subito a Roma ma si tenne lontano dalla città ormai pericolosa.
Lo scontro col papa
Furono le difficoltà economiche del regno a spingere Filippo il Bello contro il papa. Il re decise infatti di imporre il pagamento delle tasse anche al clero di Francia e Bonifacio VIII rispose con la bolla del 1296 con la quale si minacciavano di scomunica sia i laici che chiedevano contribuzioni ai chierici sia i chierici che le avessero pagate. Filippo ribatté proibendo la fuoruscita di oro e d’argento destinati a Roma. Il papa parve allora risolversi a più miti consigli, ma fu un’illusione. Lo scontro si riaccese dopo poco: il re arrestò un inviato papale e Bonifacio VIII convocò nel 1301 un concilio.
La tensione montò ancora quando Filippo IV chiamò a raccolta ‒ era la prima volta che questo avveniva ‒ tutti i ceti francesi (aristocrazia feudale, clero e borghesia cittadina) e ruppe ogni rapporto con Roma. Bonifacio VIII di contro promulgò nel 1302 una bolla, la Unam Sanctam (“Una Santa”), nella quale riaffermava la superiorità della Chiesa e del suo pastore su ogni altro potere: solo Dio poteva giudicare il papa.
Lo schiaffo di Anagni
Filippo IV decise così di passare all’azione e dispose la cattura di Bonifacio VIII. Nei suoi piani, il papa avrebbe dovuto essere condotto innanzi a un concilio che, dopo averlo posto in stato d’accusa, l’avrebbe infine destituito. Un suo inviato, Guglielmo di Nogaret, con l’aiuto della famiglia degli Sciarra Colonna si introdusse nel settembre 1303 nel palazzo papale di Anagni, vicino Roma. Bonifacio VIII era lì ad attenderli, seduto sul trono: alla richiesta di dimettersi, pena la vita, avrebbe risposto in italiano volgare agli aggressori “ec le col, ec le cap”, ossia “ecco il collo, ecco il capo”. Il papa non avrebbe in realtà subito alcuna offesa fisica, anche se l’episodio è noto come lo schiaffo di Anagni. Qualche giorno dopo la folla liberò il papa che però, dopo poco più di un mese, spirò.
Dopo un breve pontificato di transizione, Filippo IV ottenne l’elezione di un papa a lui favorevole, Clemente V, che per suo ordine trasferì la sede del papato in Francia, ad Avignone.
La soppressione dell’ordine dei templari
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Clemente V obbedì al sovrano anche quando questi gli ordinò di sopprimere l’ordine religioso-militare dei templari. L’obiettivo di Filippo IV era molto chiaro: desiderava incamerare gli ingenti beni dei cavalieri e, insieme, liberarsi del suo principale creditore, lo stesso ordine, che aveva anticipato al re cospicue sostanze.
Nel 1312 ottenne la desiderata soppressione, mentre non riuscì a vedere la fine del processo per eresia istruito contro i templari nel 1307, perché questo era ancora in corso quando il sovrano morì (1314). Aveva però fatto intanto imprigionare il maestro dell’ordine, Jacques de Milay, e tutti i cavalieri, che furono poi condannati ad atroci torture e al rogo.
La Roma del tempo era campo di battaglia tra le famiglie nobili, da sempre in lotta le une contro le altre, e non solo l’autorità dei Pontefici non era mai riuscita a placare questi scontri e a governare effettivamente sul Paese, ma le stesse bande avevano influenza sull’elezione e le decisioni dei Papi. Bertrand de Got, salito al soglio con il nome di Clemente V, rinunciò a stabilirsi nella città eterna con la scusa del clima insalubre, mentre in realtà voleva sottrarsi alle ingerenze dei nobili romani, sperando comunque di tornarvi. Dopo aver fissato la propria dimora nell’allora piccolo centro di Avignone, nella Provenza al tempo feudo del re di Napoli, vassallo del Pontefice, Clemente V avviò una lunga sequela di trattative con Filippo IV, al fine di riallacciare i rapporti tra la Chiesa e la monarchia francese. Stabilirsi lontano da Roma era una soluzione temporanea dettata dall’inasprirsi dei conflitti nella città, tuttavia Clemente V trascorse il resto del suo pontificato ad Avignone. Debole di salute, si piegò quindi alla volontà del re e, consigliato da cardinali quasi tutti francesi, accettò fra le altre richieste di condannare di eresia l’Ordine dei Templari, cosicché il re potesse appropriarsi del loro denaro. Il Pontefice più che ospite era prigioniero di Filippo e si parla per questo di cattività avignonese.
Alla morte di Clemente, fu eletto Papa Giovanni XXII, vescovo di Avignone, che si insediò nuovamente nella città francese senza essere capace di opporsi al re. Cercando di facilitare un successivo ritorno a Roma si preoccupò della situazione dell’Italia, avversò la potente signoria milanese dei Visconti, che volevano appropriarsi di Bologna nello Stato Pontificio, ma fece comunque gli interessi del sovrano francese quando scomunicò il legittimo imperatore germanico Ludovico il Bavaro, che ottenne comunque il titolo imperiale, mentre Giovanni aveva favorito senza successo il rivale Federico I d’Asburgo, nel tentativo di scatenare una guerra civile in Germania che avrebbe rafforzato la Francia.
Il periodo di massimo splendore per la sede papale di Avignone si ebbe sotto il pontificato di Benedetto XII, che fece terminare la costruzione del costosissimo Palazzo Papale di Avignone. Benedetto continuò la politica dei suoi predecessori nel campo della dottrina ecclesiastica, obbligando ad esempio i vescovi a risiedere nelle proprie diocesi.
La lotta contro Ludovico il Bavaro si riaccese con Clemente VI, che scomunicò l’imperatore provocando la sua deposizione e l’elezione di Carlo di Lussemburgo. Fu un Papa prodigo dei beni della Chiesa: acquistò la città di Avignone ed i territori circostanti dal Regno di Napoli per 80.000 fiorini d’oro, la città sarebbe stata proprietà del Papato fino alla Rivoluzione Francese. Per quanto riguarda l’Italia, Cola di Rienzo fu eletto ambasciatore di Roma ad Avignone ed invitò il Pontefice a ritornare alla sede originale, garantendosi l’appoggio di Clemente. Cola si proclamò tuttavia liberatore di Roma, cosa che non piacque ai nobili della città, alle masse e nemmeno al Papa, che lo scomunicò costringendolo a rifugiarsi a Praga; dopo il fallimento della guerra contro i Visconti, il Pontefice fu costretto a cedere Bologna. Clemente celebrò il secondo Giubileo nel 1350, stabilendo che se ne sarebbe tenuto uno ogni 50 anni anziché ogni 100. Fu in carica durante la peste del 1348-1350 e difese gli ebrei ai quali era stata data la colpa dell’epidemia.
Sotto Innocenzo VI furono riconquistati i territori persi durante la cattività avignonese e le famiglie di Roma furono riappacificate: due importanti prerogative per un futuro ritorno nella città del Pontefice. Egli ottenne l’incoronazione del nuovo imperatore germanico Carlo IV di Lussemburgo a Roma, un notevole passo in avanti verso la ripresa di autorità della città, non poté però recarvisi personalmente e la cerimonia fu ufficiata da un suo legato. Infine, fu prevalentemente grazie a lui se Francia e Inghilterra, nel 1360, si riappacificarono temporaneamente durante la Guerra dei cento anni.
Urbano V, dopo aver frenato le nuove mire espansionistiche dei Visconti, ordinò che la sede papale fosse ufficialmente mossa da Avignone a Roma, ma il suo soggiorno fu di breve durata. L’alto clero, prevalentemente composto da francesi, continuò a consigliare al Pontefice di lasciare la città e tornare ad Avignone; questo, spaventato dalle rivolte improvvise in molte città pontificie, si rifugiò nella vecchia sede dopo poco tempo.
L’ultimo Papa stabilitosi ad Avignone fu Gregorio XI, che lasciò definitivamente la città nel 1376, spinto tra gli altri da Santa Caterina da Siena. La stessa Caterina svolse un ruolo determinante nel ristabilire l’equilibrio dopo la morte di Gregorio nel 1378, quando cioè con l’elezione del nuovo Papa Urbano VI il mondo cristiano si spaccò in due, come era già successo tra Cattolici ed Ortodossi: ebbe inizio lo Scisma d’Occidente, provocato dai cardinali francesi, che non riconoscevano Urbano ed elessero l’antipapa Clemente VII con sede ad Avignone, in alcuni momenti coesistettero persino due antipapi. Non vi erano però discordie di tipo teologico: lo scisma aveva solamente cause politiche ed economiche. Questa situazione si protrasse fino al 1417, quando in seguito ad accordi che limitavano il potere del Pontefice, quasi tutti i cardinali furono favorevoli all’elezione di Martino V.
Articolo redatto dall’alunno Carta Moliné Edoardo della classe 3°A del Liceo Classico
SITOGRAFIA
Storico.org, Studenti.it, Informa Giovani Italia, Treccani, La Repubblica
http://www.storico.org/italia_medievale/papato_avignone.html
https://www.studenti.it/papato-di-avignone-storia-cattivita-avignonese-e-scisma-occidente.html
https://www.informagiovani-italia.com/la_cattivita_avignonese.htm
https://www.treccani.it/enciclopedia/clemente-vi-papa/
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