La scuola di Mileto, non era una vera e propria scuola, né come si può intenderla oggi, né come la intendevano le scuole di Platone e Aristotele. Ci troviamo tra il VII ed il VI secolo a. C. quando questi pensatori elaborano le proprie dottrine. E’ forse probabile che i filosofi di Mileto si conoscessero ma non dobbiamo pensare che ci fosse una scuola di filosofia; o che uno contraddica l’altro o che il pensiero di uno sia continuativo con l’altro. I primi filosofi greci che conosciamo sono quelli appartenenti a questa scuola e sono Talete, Anassimandro e Anassimene, filosofi che per l’importanza che la natura aveva nel loro pensiero, sono chiamati fisiologi. Essi hanno compiuto la prima grande rivoluzione culturale del pensiero umano, formulando il concetto di natura in senso filosofico, di physis considerato “il più grande concetto dell’umanità”. Physis deriva dal verbo phuo, che significa “generare” e “venire alla luce” ed è un’evoluzione spontanea che non avviene per alcuna influenza esterna; per questo motivo deve contenere dentro di sé il principio, la causa prima per la quale si è sviluppato e si svilupperà tutto il resto: l‘archè. Proprio perché appartiene ad essa l‘archè non può essere divino, ma deve essere un ente fisico.
Secondo Talete l’origine di tutte le cose è l’acqua. Notò infatti che il nutrimento di tutte le cose è umido e che i semi sono umidi, pertanto, dato che l’acqua è il principio naturale delle cose umide, l’acqua doveva essere l‘archè. L’acqua era anche la base del mondo, sulla quale galleggiava la terra. Talete trasforma i primi miti legati all’acqua (molto importanti a Mileto, una città che vive di commercio e che per il quale è fondamentale la navigazione) in un logos, un discorso filosofico.
Secondo Anassimandro, nessuno dei quattro elementi fondamentali poteva essere l’archè, perché altrimenti sarebbe prevalso sugli altri, si sarebbe quindi rotto l’equilibrio e non avremmo ora un mondo ordinato. L’origine di tutte le cose deve essere invece al di sopra delle parti, deve contrapporsi agli enti finiti, deve essere infinito e indefinito (apeiron). Pertanto le cose nascono da esso ed in esso sono destinate a ritornare. Chi cerca di ribellarsi a questa regola divina (theia) viene punito: infatti è vinto dal tempo ed è costretto a ritornare nell’apeiron. Così, quando i contrari si separano da esso, rompono l’armonia e sono costretti ad espiare questa colpa con la morte, in seguito alla quale verranno riassorbiti nel principio per essere di nuovo generati, secondo una legge infinita, ciclica e necessaria. Il mondo si sarebbe creato con la separazione dal movimento vorticoso, caratteristico dell’infinito originario del caldo e del freddo, i quali si danno origine a fuoco e a terra, acqua e aria. Di conseguenza prima o poi l’intero mondo è destinato a morire e ad essere riassorbito nel principio.
Secondo Anassimene l’archè è l’aria ed in essa è sospesa la terra. Nell’individuarla come principio l’aria è fondamentale per la vita e Anassimene descrive l’universo come un enorme organismo vivente che respira. Questo soffio vitale è il principio che anima il mondo. Il differenziarsi dell’aria negli altri elementi avviene secondo due processi: la rarefazione e la condensazione. Rarefacendosi, l’aria diventa fuoco; condensandosi, diventa vento, poi nuvola e, condensandosi ancora, acqua, terra e quindi pietra. Anche il caldo e il freddo sono dovuti allo stesso processo infatti la condensazione produce il freddo, la rarefazione il caldo. Anche Anassimene ritiene che l’aria abbia un movimento vorticoso. Quasi come se fosse l’equivalente concreto dell‘apeiron, l’aria da origine a tutte le cose che poi ritorneranno ad essere aria, per infiniti cicli cosmici.
ARTICOLO DI BELLIFEMINE FRANCESCA DELLA CLASSE III A DEL LICEO CLASSICO
SITOGRAFIA: LA SCUOLA DI MILETO (homolaicus.com)
La scuola di Mileto: Talete, Anassimandro, Anassimene | Scia Letteraria
Commenti recenti