Nel 1603 terminó l’epoca elisabettiana e venne incoronato il nuovo re Giacomo Stuart con il nome di Giacomo I d’Inghilterra. Il successore di Elisabetta è uno scozzese, e la sua origine straniera, unita alla sua presunta omosessualità, lo rendono subito impopolare al popolo inglese. Appena salito al potere deve fronteggiare due problemi fondamentali: l’economia e la religione. Pochi giorni dopo il suo arrivo, infatti, gli venne subito presentata una petizione che chiedeva più tolleranza per i puritani, ma sul punto di accettarla gli si rivoltarono contro i cattolici, i quali cercarono di sollevarlo dal trono attraverso una serie di complotti.

Quello del 5 novembre 1605 passerà alla storia come la Congiura delle polveri (Gunpowder Plot), un piano progettato con l’obiettivo di uccidere il re, tutta la sua famiglia e gran parte dell’aristocrazia protestante. La congiura però non va a buon fine e il suo ideatore, Guy Fawkes, venne imprigionato, impiccato e decapitato insieme ad altre persone implicate nella cospirazione.

Il generale malcontento nei confronti della corona crebbe quando nel 1625 salí al trono Carlo I, figlio e legittimo successore di Giacomo. Deciso a intraprendere una condotta più aggressiva rispetto a quella del padre, tentando anche di guadagnarsi il sostegno dei puritani, dichiaró guerra alla Spagna e organizzó una spedizione navale per soccorrere gli ugonotti a La Rochelle, dove erano assediati dai francesi. La spedizione è però un fallimento e il malumore generale arriva anche all’interno del Parlamento, dove il re viene sottoposto a una Petizione di diritto, riassumibile in quattro punti che gli impedivano:

-arresti arbitrari

-tasse non approvate dal Parlamento

-obbligo di alloggiare truppe

-imposizione della legge marziale (cioè un sistema di governo in cui le leggi in vigore in uno Stato vengono temporaneamente sospese e i tribunali militari prendono il controllo della normale amministrazione della giustizia).

 

Il parlamento continuó per molto tempo ad attaccare la sua politica e crebbero anche delle manifestazioni popolari, così nel 1629 Carlo I sciolse il Parlamento decidendo di governare senza il suo aiuto in un periodo che prenderà il nome di Tirannia degli Undici anni, ovvero il periodo di governo autonomo che va dal 1629 al 1640.

Carlo I

In questo periodo di tirannia, tuttavia, non mancarono alcune riforme utili volte a risanare il bilancio inglese: dalla stipulazione della pace con Francia e Spagna all’ingresso della Ship money, una tassa il cui denaro venne destinato alla flotta da guerra, e sarà proprio questa tassa infatti a dare inizio alla potenza navale inglese. Alla fine degli anni Trenta, sembrava quindi che l’Inghilterra fosse pronta ad avviarsi verso un regime di tipo assolutistico.

Carlo I si ritrovó però a fronteggiare le proteste popolari contro la Ship Money, ritenuta illegale vista l’assenza del Parlamento, e inoltre dovette anche vedersela con la rivolta dei presbiteriani scozzesi con cui fallisce ogni tentativo di riconciliazione. Scoppió così la cosiddetta Guerra dei Vescovi, durante la quale Carlo fu costretto a convocare di nuovo il Parlamento per ottenere i mezzi necessari a condurre le imminenti battaglie, ma gli avversari della politica del sovrano erano in numero maggiore e vennero sostenuti anche dalla pressione popolare. A peggiorare la situazione fu una rivolta cattolica scoppiata in Irlanda, di cui il parlamento approfittó per costringere il monarca a cedere il controllo delle forze armate che tradizionalmente gli spettava.

Carlo, non potendo sopportare un’ulteriore affronto, decise di andare contro il parlamento e scatenó, nel 1642, una guerra civile: in un primo momento sembrava tutto volgere a favore del re, ma alla fine fu il parlamento a uscirne vincitore,soprattutto grazie al comandante dell’esercito Oliver Cromwell.

Il re era sostenuto dalla grande nobiltà e dalla Chiesa anglicana, i ribelli dalla borghesia, dalla piccola nobiltà economicamente legata a quest’ultima, dagli strati popolari, dai puritani e dalle altre sette protestanti. La direzione degli intransigenti venne assunta dal puritano Oliver Cromwell, capo del partito delle Teste rotonde (dallo stile puritano di portare i capelli corti senza parrucca) che sconfisse le truppe reali a Naseby il 14 giugno 1645.

Oliver Cromwell

Oliver Cromwell cresce educato al calvinismo in una famiglia appartenente alla gentry, la piccola nobiltà agraria inglese. Poco meno che trentenne attraversa una profonda crisi religiosa che lo spinge a diventare un fervente puritano, fermamente convinto del fatto che solo la fede sia in grado di guidare l’uomo nella vita privata e pubblica.

Compiuta una prima breve esperienza come parlamentare nel 1628, prima che questo venisse sciolto dal re, torna nel ricostituito Parlamento nel 1640, schierandosi apertamente contro l’assolutismo di Carlo I. Oliver Cromwell dichiara a gran voce di voler abbattere la diffusa corruzione di corte, creare un sistema fiscale sottoposto al controllo del Parlamento e di mirare ad una più energica difesa degli interessi nazionali in politica estera. Sarà infatti il capo militare, durante la guerra civile del 1642, del New Model Army, un esercito riorganizzato da lui stesso per andare contro il re Carlo I.

Nel 1649 il re viene condannato a morte, viene creato un Consiglio di Stato, viene soppressa la Camera dei Lord e proclamata la Repubblica con il nome di Commonwealth, al fine di governare per il “benessere comune” attraverso l’unione della corona di Inghilterra, Scozia e Irlanda. Scozzesi e irlandesi, però, non sono d’accordo e danno vita a delle rivolte che verranno gestite con la violenza da Cromwell. Si ricorda in particolare la brutale repressione del 1649 durante l’assedio di Drogheda, quando la città venne espugnata con il massacro di quasi 3.500 persone.

Questo episodio alimenterà per oltre tre secoli l’odio fra inglesi e irlandesi, così come quello fra cattolici e protestanti. Oliver Cromwell invaderà anche la Scozia nel periodo tra il 1650 e il 1651, dopo che gli scozzesi avevano deliberatamente incoronato re d’Inghilterra Carlo II, figlio di Carlo I, in un tentativo di restaurazione monarchica. 

Nel 1651 viene promulgato l’Atto di Navigazione che riserverà alla madrepatria il commercio con le colonie nordamericane ammettendo nei porti inglesi solo navi britanniche. Un colpo diretto contro gli olandesi che aprirà di fatti la strada alle tre guerre navali anglo-olandesi iniziate nel 1652 e terminate nel 1674 e che sanciranno la superiorità marittima britannica. In questo contesto Oliver Cromwell dichiara guerra alla Spagna, già duramente provata dal conflitto con i francesi, strappandole la Giamaica che poi diventerà il fulcro della tratta degli schiavi.  

Gli anni di Cromwell segnano la ripresa dell’espansione marittima inglese e inaugurano l’era dell’imperialismo britannico, viene anche nominato Lord protettore di Inghilterra, Scozia e Irlanda. Alla sua morte gli succede il figlio Richard, il quale non si dimostrerà all’altezza dei propri compiti, tanto che nel 1660 verrà restaurata la monarchia degli Stuart. 


Sitografia:

https://www.treccani.it/enciclopedia/rivoluzioni-inglesi_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/

https://cronistoria.altervista.org/oliver-cromwell-e-la-guerra-civile-inglese/


ARTICOLO DI ILARIA CASAVERE DELLA CLASSE IV I DEL LICEO LINGUISTICO