Figlio di Robert Cromwell ed i Elizabeth Steward, Oliver Cromwell nacque il 25 Aprile 1599 a Huntingdon,  una cittadina inglese nella contea del Cambridgeshire. Studiò al Sidney Sussex College di Cambridge, appena fondato, ma, forse a causa della morte del padre, abbandonò gli studi prima di ottenere il diploma.  Dopo un periodo giovanile di dubbi religiosi, abbracciò con assoluta e quasi fanatica dedizione i motivi religiosi e politici della causa puritana. Allo scoppio della guerra civile inglese, Cromwell cominciò una brillante carriera militare arruolando e organizzando un reparto di cavalleria, noto come “Ironside”, che presto divenne il nucleo su cui si formò il nuovo esercito, il cosiddetto New Model Army, da cui derivò il soprannome di Cromwell, “Old Ironside”. Grazie alla vittoria nella Battaglia di Marston Moor, egli guadagnò una grande reputazione. Come leader della causa dei sostenitori del Parlamento e come comandante supremo del New Model Army, i cui soldati erano familiarmente noti come “Le Teste Rotonde” (The roundheads), Cromwell inflisse una sconfitta decisiva al re Carlo I, ponendo di fatto fine al potere assoluto della monarchia.

CROMWELL COME MEMBRO DEL PARLAMENTO

Cromwell riuscì a farsi eleggere membro del Parlamento come rappresentante della natia Huntingdon nel periodo 1628-1629 dopo avere rinunciato a seguire uno zio emigrato in Virginia . Nel suo discorso di insediamento si espresse in favore di una radicale trasformazione democratica, ribadendo tesi già espresse in un piccolo trattato da lui pubblicato sulla necessità di “dare il voto a tutti gli uomini”, idea che in seguito poi ripudiò. Cromwell si adoperò anche con forza nella difesa degli abitanti della regione dei Fens, nell’est del paese, minacciati dai ricchi proprietari terrieri di venir ecacciati dalle proprie terre. Dopo avere sciolto il parlamento Carlo I regnò per gli undici anni successivi, alienandosi il consenso di molti a causa delle tasse imposte senza l’approvazione parlamentare e imponendo una sua particolare visione “cattolicizzata” al protestantesimo della Chiesa d’Inghilterra. Quando, nel 1640, il re fu costretto dalla mancanza di fondi a riconvocare il parlamento, Oliver Cromwell fu uno dei molti parlamentari che si opposero strenuamente all’imposizione di nuove tasse fino a quando il re non avesse acconsentito a governare con il consenso del parlamento sia nel campo amministrativo sia in quello religioso. L’impossibilità di giungere a un accordo provocò lo scoppio della guerra civile fra le fazioni dette, rispettivamente, dei “Parlamentaristi” e dei “Realisti”. Cromwell era un appassionato sostenitore della causa parlamentare e la sua maggiore attenzione andava alle questioni religiose. Sebbene non fosse un oratore particolarmente abile, egli fu sin dall’inizio uno dei leader più in vista della fazione parlamentare, essendo anche legato da vincoli di parentela a un numero significativo di parlamentari e le sue idee erano prese in grande considerazione. Quando alcuni delatori lo denunciarono come uno dei più pericolosi membri del complotto contro il re, ne fu ordinato l’arresto ma, all’arrivo dei soldati, durante l’irruzione reale in Parlamento il 3 gennaio 1642, la maggior parte degli interessati si era già messa in salvo. Cromwell riuscì a evitare l’arresto ribadendo le sue prerogative di membro del Parlamento e ammonendo il sovrano che con quell’atto “avrebbe dato l’inizio a una guerra fratricida”. Nonostante fosse sempre stato influente, fu solo in piena guerra civile che divenne il leader assoluto della causa parlamentare, e questo avvenne soprattutto per merito della sua grande abilità come capo militare. Sebbene in seguito sia stato personalmente corresponsabile della detronizzazione e dell’esecuzione del re, all’inizio della guerra civile Cromwell non era su posizioni radicalmente repubblicane, ma piuttosto cercava di fare in modo che Carlo accettasse di regnare con il parlamento, e con una linea politica in campo religioso più condivisa dalla popolazione, che nella gran maggioranza era di fede protestante.

LA VISIONE RELIGIOSA DI CROMWELL

Secondo lui, religione e politica erano strettamente collegate: era un fervente puritano ed anche fermamente convinto che la salvezza eterna fosse alla portata di tutti coloro che si conformavano agli insegnamenti della Bibbia e ai dettami della propria coscienza; avversario della Chiesa Cattolica che, a suo parere, negava il primato assoluto della Bibbia in favore del primato del Papa e della gerarchia ecclesiastica, autorità che accusava di essere causa di tirannia e persecuzioni contro i protestanti in tutta Europa e per questo si batté con vigore contro le riforme che Carlo I stava introducendo nella Chiesa d’Inghilterra, come l’investitura di vescovi e l’introduzione di libri di preghiere in stile cattolico al posto e in contrapposizione allo studio della Bibbia. La convinzione di Cromwell che il cattolicesimo portasse inevitabilmente alla persecuzione dei protestanti fu rafforzata dalla ribellione scoppiata in Irlanda nel 1641, in occasione della quale i cattolici irlandesi massacrarono molti emigranti inglesi e scozzesi di fede protestante. In Inghilterra il resoconto di questi episodi sarà una delle motivazioni principali che Cromwell porterà a giustificazione della spietata durezza con cui condurrà le successive campagne militari in Irlanda. Nel corso della guerra civile Cromwell si trovò peraltro in contrasto anche con i gruppi più estremisti della fazione protestante. Sebbene fosse alleato sia dei quaccheri sia dei presbiteriani, Cromwell non approvava il loro modo autoritario di imporre il proprio credo agli altri protestanti. Egli si avvicinò quindi sempre più alla fazione “indipendente”, che sosteneva la necessità di garantire, una volta finita la guerra, la piena libertà religiosa per tutti i protestanti. Cromwell era inoltre un seguace del Provvidenzialismo, dottrina secondo cui Dio si occupava direttamente degli affari del mondo terreno, influenzandolo tramite le opere di “persone elette”, che Dio aveva “mandato” nel mondo proprio a questo scopo. Durante la guerra civile Cromwell era fermamente convinto di essere uno di questi “eletti”, e interpretò le vittorie da lui ottenute come segno evidente dell’approvazione divina, e le sconfitte come un’indicazione che aveva compiuto qualche errore e doveva cambiare direzione.

AL COMANDO DELL’ESERCITO

La grande influenza di Cromwell come comandante militare durante la guerra civile inglese è stata d’importanza cruciale per la storia successiva delle Isole Britanniche. Cromwell entrò nell’esercito dei parlamentari all’età di quarantatre anni e reclutò un reparto di cavalleria al cui comando riportò una serie di vittorie in Anglia Orientale(una regione geografica e culturale dell’Inghilterra orientale), guadagnando esperienza e una grande reputazione. Sceglieva i propri ufficiali in base al merito piuttosto che al titolo nobiliare, come invece era d’uso all’epoca. Al riguardo disse: “Preferisco un capitano vestito da rozzo contadino, che ama le cose per cui sta combattendo, piuttosto che un cosiddetto gentiluomo che altro non è, appunto, che un gentiluomo”. Questa nuova mentalità fece diventare il New Model Army il punto di riferimento per alcuni movimenti politici radicali, come i “Livellatori” (Levellers) ed i “Diggers” (Zappatori), sia religiosi, come i “Fifth Monarchist”.  Pur non avendo alcun tipo di addestramento in fatto di tattica militare, dimostrò fin dall’inizio un innato talento per il comando. Riuscì in molte occasioni a dimostrarsi più abile del principe Rupert, veterano di molte campagne in Europa. I soldati di Cromwell impararono presto ad apprezzare e ammirare il suo coraggio e la sua costante preoccupazione di farli operare nelle migliori condizioni possibili. Fu promosso a comandante generale della cavalleria e addestrò i suoi uomini a compiere rapide sortite, per poi raggrupparsi velocemente dopo ogni attacco, tattica adottata con grande successo nella battaglia di Naseby. In combattimento i suoi reparti dimostravano sempre un alto grado di disciplina e di motivazione. Le vittorie ottenute sul campo fecero aumentare progressivamente la sua influenza politica, fino a farlo diventare il personaggio più potente e autorevole del tempo. Nel 1646, alla fine della guerra civile, il re Carlo era di fatto prigioniero del parlamento e ormai delegittimato, mentre Cromwell, nella sua posizione di comandante in capo dell’esercito vittorioso, era il vero arbitro del futuro dell’Inghilterra. Se durante la guerra civile Cromwell dette ottima prova di sé come coraggioso comandante di reparti di cavalleria, negli anni successivi guidò intere armate con eccezionale capacità e competenza. Le brillanti campagne che si conclusero con la conquista dell’Irlanda e della Scozia dimostrarono una grande abilità, oltre che sul campo di battaglia, anche e soprattutto nell’organizzazione delle linee di rifornimento e delle operazioni logistiche in quei territori ostili.

LA CONDANNA A MORTE DI CARLO I

La cosiddetta seconda guerra civile inglese, scoppiata nel 1648 dopo che Carlo I riuscì a evadere dalla “prigione”, fece chiaramente capire a Cromwell che non sarebbe mai stato possibile venire a patti con il re. Il re fu nuovamente imprigionato e processato per alto tradimento, e Cromwell fu subito messo sotto pressione dai suoi seguaci perché “Il sanguinario Carlo  Stuart” fosse giustiziato. Nel gennaio 1649, quando i membri superstiti del parlamento si riunirono a Whitehall per decidere se procedere o meno alla condanna a morte del re, le truppe di Cromwell fecero irruzione nell’aula, e permisero di votare solo a coloro che erano favorevoli all’esecuzione del sovrano. La condanna a morte fu controfirmata da 59 membri del parlamento, e Carlo fu giustiziato il 30 gennaio. Sul momento Cromwell non ebbe tempo di occuparsi del nuovo assetto istituzionale da dare al paese, poiché dovette immediatamente lasciare l’Inghilterra per attaccare le residue roccaforti reali in Irlanda e Scozia.

IL MODO DI OPERARE DI CROMWELL

Molti atti politici di Cromwell dopo la presa del potere vennero descritti dai commentatori dell’epoca come “eccessivamente rigorosi, avventati e tirannici”. Egli fu spesso spietato nel reprimere gli ammutinamenti che si verificarono nelle file dei suoi eserciti verso la fine della guerra (che furono a volte causati dal rifiuto del parlamento di pagare il salario alle truppe). Cromwell dimostrò poca simpatia per i Livellatori (Levellers), un movimento egualitarista (ovvero che sostiene la necessità di garantire a tutti gli stessi diritti politici)  che aveva dato un grande contributo all’affermazione della causa parlamentare. Il programma politico dei Levellers era stato discusso vigorosamente in occasione dei cosiddetti Putney debates (Dibattiti di Putney), tenutisi fra le varie fazioni appena prima della fuga del re. Cromwell non era pronto a gestire una vera e propria democrazia radicale, ma d’altra parte, come dimostrarono gli eventi successivi, non era nemmeno in grado di istituire una repubblica parlamentare stabile, basata su un’oligarchia di fatto.  Con la scomparsa del re e dei suoi sostenitori venne a mancare il motivo principale del consenso coagulatosi intorno a Cromwell, e le varie fazioni presenti in parlamento avevano presto cominciato a contrapporsi l’una all’altra. Seguendo, ironicamente, la stessa procedura adottata dal re detronizzato (che aveva causato lo scoppio della guerra civile), Cromwell sciolse il parlamento repubblicano nel 1653, e assunse in prima persona il controllo diretto del paese con i poteri di un vero e proprio dittatore, forte della popolarità e dell’appoggio incondizionato da parte di quell’esercito che lui stesso aveva creato durante la guerra civile. La politica estera di Cromwell portò allo scoppio della Prima guerra anglo-olandese (1652 – 1654), contro la Repubblica delle Sette Province Unite dei Paesi Bassi, poi vinta dall’ammiraglio Robert Blake nel 1654. In coerenza con il proprio impegno a garantire la più assoluta libertà religiosa a tutte le confessioni, eccetto quella cattolica, incoraggiò gli Ebrei a ritornare in Inghilterra a 350 anni di distanza dalla loro cacciata per opera di Edoardo I. Nel 1655 egli volse la sua attenzione ai nemici tradizionali dell’Inghilterra, Francia e Spagna, cercando di approfittare del conflitto fra i due, impegnati nella Guerra franco-spagnola. Sebbene egli fosse convinto che la volontà di Dio fosse l’affermazione del protestantesimo come religione prevalente in Europa, egli perseguì una politica estera pragmatica e realistica, alleandosi con la Francia cattolica contro la Spagna, anch’essa cattolica. In sostanza, dichiarando guerra alla Spagna, egli contava sul ritorno alla politica di opportunismo mercantile già perseguita ai tempi della regina Elisabetta e successivamente abbandonata dagli Stuart. Alleatosi dunque con la Francia del cardinale Mazzarino, diede corso alla guerra inglese contro la Spagna (1655-1660) ottenendo, grazie al risultato positivo di questa, il porto di Dunkerque sulla Manica (secondo gli accordi con il Mazzarino) e l’isola di Giamaica nei Caraibi, strappata agli spagnoli grazie all’azione della flotta inglese condotta da sir William Penn. Nonostante i successi in politica estera la situazione interna in Inghilterra si andava deteriorando: «i commercianti si rifiutavano di pagare i dazî, i giuristi contrastavano la legalità dei decreti di Cromwell, i realisti si sollevavano; il suo governo era costretto a trasformarsi in una tirannia militare, sempre più gravosa. Nel 1656 l’avvocato inglese William Sheppard, su richiesta di Cromwell, pubblicò un programma di riforma delle leggi inglesi con il nome di England’s balme. Si attentò alla sua vita, si cercò di ottenere un nuovo governo proponendogli la corona.  In quell’anno, il parlamento offrì a Cromwell la corona di re. Tuttavia, fu messo di fronte ad un dilemma, poichè lui stesso aveva rovesciato la monarchia.  Dopo sei settimane di riflessione, decise di rifiutar l’offerta, accettando in compenso di essere insignito con il titolo di Lord Protettore. Fu una vera e propria incoronazione, che fece di lui un monarca. Si decise inoltre di non rendere ereditaria la carica, ma nomino suo successore il figlio Richard.

LA MORTE E LA SUA ESECUZIONE POSTUMA

Cromwell soffriva di malaria. Ciononostante il suo stato di salute era complessivamente buono. Improvvisamente colpito da un riacutizzarsi della malaria, subito seguito da sintomi di colica renale, rimase ottimista, insieme agli uomini del suo entourage, su un decorso favorevole della malattia. Un diplomatico veneziano, medico, che si trovava ospite a corte, lo visitò ed espresse l’opinione che i suoi medici personali non lo stessero curando in modo appropriato, causando un rapido peggioramento delle sue condizioni. Morì a 59 anni il 3 settembre 1658; Cromwell aveva nominato, nel 1657, suo successore il figlio maschio maggiore sopravvissuto, Richard. A due anni di distanza dalla morte di Cromwell, ufficialmente attribuita a malaria, il parlamento restaurò la monarchia incoronando Carlo II, poiché Richard Cromwell si era dimostrato un “successore non all’altezza” ed era stato costretto alle dimissioni e all’esilio. Il 30 gennaio 1661, nell’anniversario dell’esecuzione di Carlo I, la salma di Cromwell venne riesumata dall’abbazia di Westminster e, insieme alle salme di Robert Blake, John Bradshaw e Henry Ireton, sottoposta al macabro rituale dell’esecuzione postuma (hanged, drawn and quartered). Al termine il corpo fu gettato in una fossa comune a Tyburn tranne la testa, infilata su un palo ed esposta davanti all’abbazia di Westminster fino al 1685. In seguito questo macabro cimelio passò di mano molte volte, per essere finalmente sepolto nel cimitero del Sidney Sussex College, a Cambridge, nel 1960.


SITOGRAFIA

https://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1284&biografia=Oliver+Cromw

https://www.vanillamagazine.it/impiccato-sventrato-e-squartato-l-esecuzione-postuma-di-oliver-cromwell/

https://it.wikipedia.org/wiki/Oliver_Cromwell


ARTICOLO DI LORENZO BIANCO DELLA CLASSE IV I DEL LICEO LINGUISTICO