Con il termine di “stampa”, ci si riferisce a un procedimento meccanico capace di riprodurre più copie di un testo scritto o di un disegno. La più antica forma di stampa conosciuta in Cina fin dal VI secolo e diffusasi in Europa nel ‘200, è la così detta stampa xilografica.
Questa tecnica impiegava una matrice in legno sulla quale era inciso uno scritto o un disegno, successivamente inchiostrato. La matrice veniva poi riprodotta a pressione su pergamena e quindi su carta. In questo modo durante il Medioevo vennero prodotti soprattutto carte da gioco e santini. Un esempio di questa categoria è la così detta “Madonna del fuoco”.
E’ conservata nel duomo di Forlì, ed è risalente ai primi del ‘400.
In Europa durante il ‘200,oltre a quelle di legno vi erano in uso matrici, prima d’argilla e successivamente in metallo, che provenivano anch’esse dall’Oriente.
Queste tecniche di stampa erano ancora in uso nella metà del’400 quando il tedesco, Johannes Gutenberg introdusse la stampa a caratteri mobili. Le lettere erano fuse singolarmente, venivano assemblate per formare le pagine, consentendo maggior nitidezza nella stampa e soprattutto maggiore velocità di riproduzione.
Il primo libro stampato da Gutenberg fu la Bibbia Latina” in foglio di 1882 pagine, detta “delle 42 linee” in quanto, ogni pagina era formata da due colonne di 42 righe ciascuna
. La nuova tecnica si diffuse rapidamente in tutta Europa, a soli 50 anni dalla sua invenzione, erano già stati stampati 30 000 titoli con una tiratura superiore a 12 000 000 di copie.
La diffusione della stampa a caratteri mobili fu un’autentica rivoluzione culturale, favorì la comunicazione moderna e contribuì alla diffusione del sapere. Durante tutto il XVI secolo i testi stampati con la tecnica di Gutenberg, erano detti “incunaboli”, dal latino ‘cuna’ ,culla,in riferimento alla prima fase della tipografia.
Sono stati salvati numerosi incunaboli si stima 450 mila, di cui 1/4 si trovano in Italia. Il nostro paese infatti, durante il Rinascimento divenne uno dei principali centri di cultura dell’epoca. Il primo tipografo italiano fu Giovanni Filippo De Lignamine, attivo a Roma nella seconda metà del ‘400, fu il primo ad aprire a Roma una tipografia per la stampa a caratteri mobili. Il più importante editore italiano fu però il veneziano Aldo Manuzio
che introdusse numerose innovazioni destinate fino ai nostri giorni. Tra queste l’invenzione del carattere corsivo e la definitiva sistemazione della punteggiatura. Manuzio infatti, fu il primo ad utilizzare il punto per concludere un periodo. E a impiegare la virgola, l’apostrofo e l’accento in forme moderne. Gli si attribuisce inoltre l’invenzione del punto e virgola.
ARTICOLO DI ELISA NEGRI DELLA CLASSE III I DEL LICEO LINGUISTICO
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