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IL PRIMO AMERICANO
Le popolazioni che abitavano il continente americano prima della colonizzazione europea sono indicati con l’espressione nativi americani.
L’appellativo “Indiani” venne loro attribuito grazie a Cristoforo Colombo che, in cerca di una rotta che consentisse di raggiungere l’Asia attraversando l’oceano Atlantico, credette di aver raggiungo le Indie Orientali, inconsapevolmente sbarcò in un nuovo continente, sconosciuto al mondo europeo. Al nuovo mondo Spagnoli attribuirono il nome di “Indie occidentali” e successivamente fu denominato America, grazie a Amerigo Vespucci.
Si tratta di un gran numero di gruppi etnici che condividono alcuni tratti culturali ma si differenziano per la struttura sociale, la lingua, la religione, gli usi e i costumi.
GLI ANTICHI INDIANI- Durante il Pleistocene, a seguito del periodo durante il quale le temperature si abbassarono e tutto ciò causò il congelamento di gran parte delle acque del globo terreste; in particolare lo stretto di Bering divenne un ponte naturale di collegamento tra l’Aia e l’America settentrionale. Secondo una delle tante ipotesi, infatti, si sostiene che i primi essere umani siano arrivati nel continente americano attraverso questo stretto.
NATIVI AMERICANI DEL NORDAMERICA
Regione artica- è un territorio che comprende le coste dell’Alaska e il Canada settentrionale. Per motivi climatici, è scarsamente popolato. Le popolazioni sopravvivevano grazie alla caccia (sopratutto di foche e balene) poiché l’agricoltura non era possibile praticarla. Durante il periodo invernale abitavano in abitazioni costruite con blocchi di ghiaccio o terra ricoperti di pelli; invece durante l’estate abitavano in tende. Le principali popolazioni erano gli Inuit e gli Yupik, conosciuti anche come Eschimesi,
Regione subartica- comprende parte del Canada e si estende fino al confine con gli Stati Uniti. Si tratta di popolazioni nomadi, suddivise in tribù e guidate da un capofamiglia. Le varie tribù di solito erano in lotta tra di loro. Vivevano in tende o in case interrate, praticavano sopratutto la caccia e la pesca poiché, anche in questo caso, l’agricoltura non era in grado di essere praticata a causa del clima.
Costa nord-occidentale- si tratta di una zona molto ricca che consentì lo sviluppo di popolazioni. Queste popolazioni vivevano in grandi case di legno; il principale materiale utilizzato da loro era il legno. I villaggi erano composti da un centinaio di abitanti ed organizzati secondo una gerarchia: erano più importanti rispetto al grado di parentela avente con il capo. Avevano una cerimonia molto importante durante la quale il capo e il suo gruppo donavano le proprie ricchezze allo scopo di accrescere il proprio status. La religione principale era basata sul culto del mito: infatti, le loro rappresentazioni divine raffiguravano figure stilizzate.
Altopiano- all’interno di questa zona vivevano piccoli gruppi di popolazioni che sopravvivevano grazie alla caccia, alla raccolta di frutti e alla pesca. La loro culture era simile a quella delle popolazioni che abitavano la costa nord-occidentale.
Gran Bacino- è un territorio che comprende le catene montuose ed è stata abitata da popolazioni organizzate in piccole tribù, composte a volte da un’unica famiglia. Essi si dedicavano perlopiù alla raccolta di frutti e si nutrivano grazie a semi, radici, insetti e rettili. Gli unici animali che non venivano mangiati erano i coyote perché li si credeva dotati di poteri. Per quanto riguarda la religione era poco praticata: venivano svolte alleanze con gli spiriti conosciuti attraverso sogni.
California- è un territorio che comprende il territorio dello stato attuale, escludendo la parte sud-orientale lungo il fiume Colorado. Si trattava sopratutto di raccoglitori di ghiande, di vegetali e frutta. Praticavano moltissimo la pesca, grazie alla vicinava della costa, e la caccia di cervi, orsi e altri animali. All’interno del villaggio era presenta una forte unità politica rispetto agli altri popoli e aveva molta importanza il matrimonio che doveva svolgersi all’interno del villaggio.
Pianure- all’interno di questo territorio vivevano popolazioni raggruppati in piccoli gruppi nomadi. La principale risorsa alimentare dipendeva dalla caccia di bisonti. Tra le varie cerimonie pubbliche, si ricorda la danza del sole che è un rituale durante il quale si rende grazie all’anno trascorso.
Foreste orientali- quest’area è abitata da popolazioni organizzati in villaggi giunta da un consiglio, nel quale avevano un ruolo importante anche le donne. Il clima era molto freddo poiché era influenzato dai Grandi Laghi e questo impediva la produzione dell’orticoltura ed erano costretti alla raccolta sopratutto di piante selvatiche. Anche la pesca e la caccia erano molto sviluppate in questa zona; lo sciroppo d’acero e il riso selvatico sono prodotti che erano presenti in queste terre.
Sud-est – è un territorio con un clima tropicale e che si estende a nord del golfo del Messico, dalle coste dell’Atlantico al Texas centrale. La popolazione di questa determinata area, all’arrivo degli Spagnoli e dei Portoghesi, erano conosciute come le Cinque Nazioni Civilizzate poiché avevano un’economia e organizzazione sociale molto sviluppata. La loro cultura fu rapidamente influenzata da quella spagnola. I villaggi erano organizzati con abitazioni fortificate e sorgevano anche dei templi.
Sud-ovest- è un territorio che si estende su una regione calda e arida di montagne e bacini cosparsi di oasi. Gli abitanti si dedicavano sopratutto alla caccia di mammut e di bisonti. La regione offriva una grande varietà di cibi selvatici e vegetali; infatti, intorno al 300 a.C., l’economia si basava sopratutto sulla coltivazione di mais, zucche, fagioli e meloni. Successivamente, furono ritrovate alcune tombe coperte da tumuli sepolcrali che diventarono in seguito centri di culto.
RELIGIONE- La religione più diffusa era la cosiddetta Chiesa nativa americana. Si tratta di una chiesa che unisce elementi spirituali di più tribù. Il rito più celebre è quello del peyote. Sopratutto gli agricoltori e allevatori, dei territori del sud-ovest, inventarono cerimonie come le Danze della Pioggia in quanto dovevano lottare sempre contro la scarsità d’acqua. Infatti iniziarono a perticare il cosiddetto animismo: i fenomeni meteorologici erano per loro manifestazione degli spiriti naturali che potevano essere evocati durante uno stato di digiuno. Dopo le invasioni europee, molto della cultura indiana americana si sincretizzò con molti elementi cattolici.
Gli esseri umani si sono insediati per la prima volta in America, provenendo dall’Asia, tra il XIV e il XV millennio a.C. Una seconda migrazione di popolazioni parlanti il na-dene si verificò successivamente, ancora dall’Asia. L’ulteriore successiva migrazione degli Inuit nell’area neoartica intorno al XXXVI secolo a.C. ha completato quello che è generalmente considerato come l’insediamento originario in America da parte dei popoli indigeni. I viaggi di Cristoforo Colombo tra il 1492 e il 1502 posero l’America in contatto permanente con le potenze europee (e successivamente, anche extraeuropee) del Vecchio Mondo, il che portò al cosiddetto “scambio colombiano”. Le malattie introdotte da Europa e Africa devastarono i popoli indigeni, mentre le potenze europee colonizzarono l’America. L’emigrazione di massa dall’Europa, tra cui un gran numero di servi a contratto, e l’immigrazione forzata di schiavi africani in gran parte sostituirono i popoli indigeni e la spiritualità originaria si mescolò sincretisticamente ai simboli cattolici.
L’annosa questione della prima colonizzazione del continente americano non cessa di appassionare gli studiosi: l’ultima ipotesi, formulata da ricercatori italiani dell’Università di Pavia, è ora pubblicata sulla rivista “Current Biology”, e prevede due diverse ondate di migrazione. Più in dettaglio, dall’analisi di dati genetici sembra che una stessa popolazione sia arrivata in almeno due gruppi separati più o meno nello stesso periodo.
Dopo l’ultimo massimo glaciale, avvenuto tra 15.000 e 17.000 anni fa, un gruppo raggiunse il Nord America attraverso la Beringia, il lembo di terraferma che anticamente collegava l’estremo nordorientale della Siberia con l’Alaska. Il secondo gruppo, invece, attraversò un corridoio tra due coltri di ghiaccio per arrivare direttamente nella regione a est delle Montagne Rocciose.
Questi primi americani diedero vita così a tutti i gruppi di nativi americani moderni del Nord, del Centro e del Sud del continente, con le importanti eccezioni delle popolazioni dei Na-Dene e degli Eschimesi-Aleutini delle regioni più settentrionali.
“I dati recenti ottenuti con le analisi dei reperti archeologici e ambientali suggeriscono che gli esseri umani abbiano messo piede sul suolo delle Americhe arrivando dalla Beringia circa 15.000 anni fa, e la diaspora avvenne lungo le coste del Pacifico liberate dai ghiacci”, ha spiegato Antonio Torroni dell’Università di Pavia. “Il nostro studio, per contro, si basa su uno scenario alternativo: due flussi migratori quasi concomitanti, entrambi dalla Beringia tra 15.000 e 17.000 anni fa, diedero origine alla diaspora dei Paleo-Indiani, i primi americani.”
La doppia origine dei nativi del nuovo continente ha notevoli implicazioni in molte discipline: per esempio, non c’è
ragione per ipotizzare una singola lingua originaria per i primi migranti che avrebbe dato poi dato luogo a una straordinaria ricchezza linguistica delle popolazioni trovate dalle prime esplorazioni europee del XV secolo.
ARTICOLO DI BEATRICE SANDULACHE DELLA CLASSE III I DEL LICEO LINGUISTICO
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