Platone concepisce la politica come un miglioramento morale degli uomini. Perciò, per poter creare una città che mira a far valere il valori di giustizia e bene comune, l’unico modo è mettere al comando chi non ha un proprio interesse da far valere o difendere, secondo Platone, i filosofi sarebbero ideali per ricoprire questa carica. Lo stato platonico non è quindi uno stato di fatto, ma un modello idealizzato.

Platone - Wikipedia

3 CLASSI SOCIALI

Lo stato ideale è costituito da tre fondamentali classi sociali. Platone si basa sul principio della divisione del lavoro, egli pensa che non tutti gli uomini sono uguali e quindi non possono tutti avere le stesse funzioni sociali.

Decidendo nel nome del benessere collettivo, egli individua tre funzioni che gli uomini possono svolgere, attribuite a gruppi distinti:

  • Il compito di produrre e lavorare è affidato ai cittadini di valore minore, quindi al ceto produttivo formato da contadini, artigiani e commercianti, anime concupiscibili, cioè che possono essere oggetto di peccaminoso desiderio, ricchi di autocontrollo. Rappresentano il cavallo nero.
  • L’incarico di difendere la città è affidato ai cittadini d’animo generoso e dalle vigorose passioni, quindi ai guardiani soldati, anime irascibili ricchi di coraggio. Rappresentano il cavallo bianco.
  • Il governo della città è affidato a chi conosce il Bene e la giustizia, quindi ai guardiani filosofi, anime razionali ricchi di sapienza. Rappresentano l’auriga, l’anima razionale.

La giustizia viene quindi definita come “ciascuno che esplichi i propri compiti”.

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COLLETTIVISMO PLATONICO

L’ideale su cui si fonda lo stato ideale di Platone non può essere definito vero e proprio comunismo, come, invece, in molti libri gli autori lo definiscono. Le sue teorie politiche erano una diretta conseguenza delle sue teorie filosofiche. Se proprio si vuol parlare di “comunismo”, lo si deve mettere almeno tra virgolette, precisando che si trattava di una forma di “statalismo”, la quale, Platone non riuscì a realizzare da nessuna parte e della quale egli ne parlò in maniera più che altro provocatoria, per sfidare una cittadinanza resasi colpevole della più grave ingiustizia che avesse mai compiuto: condannare Socrate a morte.

I figli dei guardiani filosofi e dei guardiani soldati, nell’ideale di Platone, vengono prelevati dalle famiglie e allevati dallo stato. Queste due classi sociali non posseggono nulla di proprietà privata, esistono solo beni collettivi i comune fra cui vitto, alloggio e persino donne. Non ci possono essere differenze eccessive fra ricchezza e povertà.

I guardiani filosofi, inoltre, devono sottostare a 50 anni di studi.

L’appartenenza alle diverse classi sociali è decisa nelle scuole, tutto è controllato dallo stato. Si basa tutto sull’eugenetica ossia il miglioramento per la razza. Perciò nascite e matrimoni sono controllati e decisi dallo stato. Lo stato, infine, non deve essere molto vasto per non provocare guerre di aggressione o conquista.  Platone per la prima volta nella Repubblica introduce il tema dell’eugenetica nel libro III, scrivendo che le leggi della città si prenderanno cura dei cittadini, dopo aver selezionato le anime buone e aver soppresso gli umani “difettosi”, proprio come dirà nelle Leggi a proposito della selezione degli animali di razza pura da quelli bastardi fatta dal pastore7:
«Esse [le leggi] si prenderanno cura di quei tuoi cittadini che siano di buona natura nel corpo e nell’anima, ma per quanti non lo sono, se il difetto sta nel corpo li lasceranno morire, se invece sono cattivi e incurabili nell’anima i giudici stessi li manderanno a morte8».
Lo sviluppo del pensiero eugenetico di Platone prosegue nel V libro, nel quale Socrate spiega a Glaucone che, come è consueto, occorre far accoppiare i nobili uccelli con altrettanti uccelli di nobile razza, favorendo la riproduzione dei migliori nel fiore dell’età, in modo da mantenere l’eccellenza del patrimonio genetico. Sarà necessario quindi, anche tramite l’utilizzo di nobili menzogne e sorteggi pilotati, far accoppiare gli individui migliori. Quest’ultimi avranno la libertà di accoppiarsi ogni qualvolta vorranno, in modo che gli uomini valorosi semineranno il maggior numero di individui, sempre sotto l’occhio vigile dei governanti che controlleranno lo sviluppo demografico della città in modo da tenerlo per quanto possibile inalterato9. I figli degli uomini migliori saranno accuditi, in quanto la razza dei difensori deve essere pura, come ribadisce Glaucone10, ma per quanto riguarda i figli:
«dei peggiori, e anche qualcuno degli altri nel caso nascesse menomato, li nasconderanno, come è opportuno, in un luogo inaccessibile e occulto11».

Inoltre anche al IX libro delle Leggi in cui Platone suggerisce la condanna a morte per i criminali “inguaribili”, per la selezione della razza migliore:
«dunque è necessario al legislatore, a proposito di tali uomini, assegnare come punizione per i loro errori la morte, e in nessun modo nessun’altra pena15».

 


SITOGRAFIA

https://www.skuola.net/filosofia-antica/platone-stato-ideale-comunismo-platonico.html

http://www.homolaicus.com/teorici/platone/platone_comunista.htm


ARTICOLO DI GIADA LINGUA DELLA CLASSE III D DEL LICEO LINGUISTICO