CONSULTA LINK:
https://mandascott.co.uk/poem-codes-of-the-soe/
https://www.iwm.org.uk/history/the-secret-british-organisation-of-the-second-world-war
https://nigelperrin.com/soe-pearl-witherington.htm
https://spartacus-educational.com/SOEwitherington.htm
SOE – SPECIAL OPERATION EXECUTIVE
IL primo ministro del Regno Unito, Winston Churchill, nel luglio del 1940, vista la posizione in vantaggio dell’Asse, decise di fondare un’organizzazione segreta che si occupasse di sabotaggio e sovversione conosciuta con l’acronimo di SOE, Special Operation Executive. L’organizzazione nacque sotto ordine diretto di Churchill e agì sotto il comando del Ministro dell’Economia Bellica, Hugh Dalton.
Il SOE operò negli stati occupati dalla Germania con il compito di organizzare una Resistenza, reclutare e addestrare volontari, distribuire armi e munizioni, raccogliere informazioni, sabotare le linee di comunicazione, far esplodere strade e ponti. Il SOE, dunque, fu diviso in due dipartimenti principali: SO1 che si occupava della propaganda e il SO2 che attuava le operazioni.
Grazie alla strategia e alla necessità di reclutare agenti dai Paesi occupati, poterono operare in moltissimi stati con persone che conoscevano il luogo. La collaborazione più conosciuta è quella con i Maquisards, i partigiani francesi, ma furono paracadutati agenti anche in Polonia, Belgio, Italia, Jugoslavia, Ungheria, Grecia, nei territori asiatici occupati dai giapponesi, in nord d’Africa, in Romania, Danimarca, Cecoslovacchia, Norvegia, Albania, Olanda e anche in Germania, dove vennero paracadutati prigionieri di guerra tedeschi reclutati dagli inglesi.
Gli agenti venivano addestrati e attrezzati per riuscire a passare inosservati nei Paesi a cui erano destinati. Per riuscire in operazioni di sabotaggio o infiltrazione, dovettero trovare metodi molto ingegnosi, dunque vediamo esplosivi nella frutta di plastica, informazioni nascoste nel sapone, nelle spugne o addirittura nei tubetti di dentifricio. Le radio, o le sue componenti, vennero per esempio camuffate in aspirapolveri, grammofoni o in fasci di ramoscelli.
Gli agenti a tutti gli effetti, come suggeriscono i trucchi che dovevano escogitare, affrontavano molti pericoli, braccati senza sosta dalla Gestapo, pertanto dovevano avere determinate capacità, essere molto abili e parlare più lingue.
MESSAGGI CRIPTATI
Ogni agenzia di intelligence aveva il suo linguaggio criptato per poter comunicare con gli agenti in campo e così anche il SOE dovette trovare il suo. Mentre l’MI6 comunicava usando tra spia e corrispondente un libro della stessa edizione, di cui veniva fatta una corrispondenza cifrata in base al numero della pagina, del paragrafo, della linea e della parola, il SOE si serviva di poesie, con il metodo del MI6. Il primo problema che si pose in questa corrispondenza fu che moltissimi agenti vennero catturati e uccisi dal momento che, scegliendo poesie tanto memorizzabili quanto conosciute, i loro messaggi venivano decifrati piuttosto facilmente dai decodificatori tedeschi, che avevano un’alta educazione. Nei pochi casi in cui gli agenti riuscivano a comporre messaggi difficilmente interpretabili dai tedeschi, rendevano altrettanto difficile la decodificazione anche ai Loro. Per non parlare del fatto che molto spesso i messaggi risultavano complicati per via degli errori grammaticali o di spelling commessi dagli agenti sotto pressione. Per questi motivi, la soluzione migliore e forse più ovvia fu quella di creare poesie che non comparissero nei libri di testo. Così, i quartier generali si riempirono di “Intelligent Gentlewomen”, ossia, ragazze ben istruite il cui compito era appunto quello di creare poesie facili da ricordare, che gli agenti potessero imparare a memoria. Lo stesso scrittore Leo Marks, che scrisse libri al riguardo, lavorò nel dipartimento di crittografia del SOE e compose molte poesie per gli agenti sul campo.
Le donne, tuttavia, non lavorarono solo al riparo nei quartier generali, moltissime furono agenti operative sul campo e affrontarono tanti pericoli quanti i loro compagni uomini. Come spesso succede però, le loro storie non vennero raccontate o premiate allo stesso modo. Quasi sei anni fa, mi sono imbattuta ne “Le gazze ladre” di Ken Follett, libro che Follett dedicò alle cinquanta donne del SOE che furono inviate in Francia. Alla fine del libro, l’autore riporta un passaggio dal libro di Foot “SOE in France”, che riporta molto brevemente la storia di Pearl. Siccome ho amato molto il libro, la cui trama assomiglia per certi aspetti alla vita di Pearl, ho deciso di dedicarle questo piccolo spazio.
PEARL WITHERINGTON
Figlia di britannici, Pearl nacque in Francia nel 1940. Il padre con i suoi problemi di alcolismo e la povertà che ne conseguì, fece sì che l’infanzia di Pearl fosse piuttosto travagliata. A soli diciassette anni, per esempio, era Pearl a mantenere la madre e le sorelle. Nonostante i problemi avuti durante l’infanzia però, riuscì a completare gli studi elementari e trovare lavoro all’ambasciata britannica come segretaria. Prima che scoppiasse la guerra, si fidanzò segretamente con Henry Cornioley. Quando però la Francia venne occupata e si diffuse la notizia che gli inglesi sarebbero stati radunati, Pearl portò la madre e le sorelle in salvo passando dalla Spagna fino ad arrivare in Inghilterra. Lì, trovò lavoro al Ministero dell’Aria, che all’epoca si occupava della RAF. In quegli anni, ritrovò un vecchio amico, Maurice Southgate, che come lei non riusciva a vedere la sua amata Francia in mani tedesche. Southgate si arruolò nel SOE F SECTION nel 1942, un anno prima di Pearl, il cui capo ostacolò come poté il suo arruolamento. Nel 1943 anche Pearl si unì al SOE e dopo l’addestramento, venne paracadutata con il nome di “Marie” in Francia dove divenne l’assistente e il corriere di Southgate, nel gruppo dal nome Stationer. Dopo essere scappato da una prigione di guerra, anche Henry la raggiunse e divenne il suo luogotenente più fidato. Nel 1944 Southgate tornò alla base con nuovi ordini dal quartier generale: organizzare un esercito per combattere i tedeschi il D-Day. Le cose però si complicarono quando Southgate cadde in una trappola della Gestapo e per questioni di sicurezza dispersero il gruppo. Nel frattempo, Londra decise di affidare un gruppo, chiamato Wrestler, a Pearl, che dovette cambiare nome in codice in Pauline. Durante il D-Day, Wrestler riuscì a compiere solo piccole azioni di sabotaggio, ma per tutta risposta Pearl e i suoi uomini vennero accerchiati alla loro base, fuori Valençay, da circa duemila tedeschi, convinti di aver a che fare con il quartier generale di un esercito di maquis. In realtà, vi erano 120 uomini mal equipaggiati. Sorprendendoli con tattiche di guerriglia, il piccolo e malconcio esercito di Pearl riuscì a tener fronte ai tedeschi per quattordici ore, infliggendo loro più morti di quanti ne dovettero piangere. Nei giorni seguenti, Pearl radunò 1500 uomini con cui riuscì non solo a sabotare ferrovie, ma anche ad essere di supporto alle truppe americane sopravvissute allo sbarco. Ritornata in Inghilterra divenne ufficiale e poté finalmente sposare Henry. Mentre il vecchio compagno Southgate tornò dal campo di concentramento di Buchenwald. In questa storia, però, c’è una pecca. L’eroismo dimostrato da Pearl sarebbe stato degno di un’onorificenza uguale a quella dei suoi colleghi maschi, difatti, Southgate venne premiato con una medaglia al valor militare (DSO). Ma Pearl, pur avendo guidato un esercito di guerriglia, rimaneva una donna e pertanto le offrirono una medaglia al valore civile. Medaglia che lei rifiutò, asserendo che non vi era nulla di civile in ciò che aveva fatto. Un anno più tardi lei e altre quattro donne della sezione F del SOE ricevettero una medaglia militare, solo grazie alla politica meritocratica del SOE.
SOE – SPECIAL OPERATION EXECUTIVE
The Prime Minister of the United Kingdom, Winston Churchill, in July 1940, decided to establish a secret organization that dealt with sabotage and subversion known by the acronym of SOE, Special Operation Executive.
The organization was founded under Churchill’s direct order and acted under the command of the Minister of Economic Warfare, Hugh Dalton.
The SOE operated in the German-occupied states to organize a Resistance, recruit and train volunteers, distribute weapons and ammunition, gather information, sabotage communication lines, blow up roads and bridges. The SOE, therefore, was divided into two main departments: SO1 which dealt with propaganda and the SO2 that carried out the operations.
Thanks to the strategy and the need to recruit agents from the occupied countries, they were able to operate in many states with people who knew the place. The best known collaboration is with the Maquisards ,the French partisans, but agents were also parachuted into Poland, Belgium, Italy, Yugoslavia, Hungary, Greece, the Japanese-occupied Asian territories, North Africa, Romania, Denmark, Czechoslovakia, Norway, Albania, the Netherlands and even Germany, where German prisoners of war were parachuted in.
Agents were trained and equipped to go unnoticed in the countries to which they were intended. In order to succeed in sabotage or infiltration, they had to find very ingenious methods, so we see explosives in plastic fruit, information hidden in soap, sponges or even toothpaste tubes. Radios, or its components, were, for example, disguised in vacuum cleaners, gramophones or bundles of twigs.
The full-fledged agents, as the tricks they had to devise suggest, faced many dangers, relentlessly hunted by the Gestapo, so they had to have certain abilities, be very skilled and speak multiple languages.
THE INTELLIGENT GENTLEWOMEN
Each intelligence agency had its own encrypted language in order to communicate with the agents in the field and so the SOE also had to find its own. While MI6 communicated using a book of the same edition, which was made an encrypted correspondence based on the page number, paragraph, line and word, THE SOE used poems, using the MI6 method. The first problem that arises in this correspondence was that many agents were captured and killed since, by choosing poems as memorised as they were known, their messages were deciphered rather easily by the German decoders, who had a high education. In the few cases where agents were able to compose messages that the Germans could hardly interpret, they made it just as difficult to decode by their agency. Not to mention the fact that very often the messages were complicated due to the grammatical or spelling errors of the agents under pressure. For these reasons, the best and perhaps most obvious solution was to create poems that did not appear in textbooks. Thus, the headquarters were filled with “Intelligent Gentlewomen”: well-educated girls whose job was precisely to create poems that were easy to remember. Writer Leo Marks, who wrote books on this subject, worked in SOE’s encryption department and composed many poems. One of his most famous poems is The Life That I Have, that the author composed when his fiancée died in a plane crash.
The life that I have
Is all that I have
And the life that I have
Is yours.
The love that I have
Of the life that I have
Is yours and yours and yours.
A sleep I shall have
A rest I shall have
Yet death will be but a pause.
For the peace of my years
In the long green grass
Will be yours and yours and yours.
Women did not only work at headquarters in England, many were parachuted into the occupied countries, taking countless risks and often dying on the ground as their male colleagues did. But often, stories are not spread or rewarded in the same way. Almost six years ago, I came across Ken Follett’s “Jackdaws,” a book that Follett dedicated to the fifty SOE women who were sent to France. At the end of the book, the author reports a passage from Foot’s book “SOE in France”, which very briefly reports Pearl’s story. Since I loved the book, whose plot is similar to Pearl’s life in some respects, I decided to dedicate this small space to her.
PEARL WITHERINGTON
Pearl was born in France in 1914 from British parents. Pearl’s childhood was rather troubled. Despite her childhood problems, however, she was able to complete her primary studies and find work at the British Embassy as a secretary. Before the war broke out, she secretly became engaged to Henry Cornioley. However, when France was occupied and news spread that the British would be rounded up, Pearl took her mother and sisters to safety via Spain to England. There, she found work at the Air Ministry. In those years, she found an old friend, Maurice Southgate, who like her could not see her beloved France in German hands. Southgate enlisted in SOE F SECTION in 1942, a year before Pearl.
In 1943 Pearl also joined SOE and after training, she was parachuted in France as “Marie”, where she became Southgate’s assistant and courier, in the network called Stationer. After escaping from a war prison, Henry also joined her and became her most trusted lieutenant. In 1944 Southgate returned to base with new orders from headquarters: organizing an army to fight the Germans on D-Day. However, things got complicated when Southgate fell into a Gestapo trap and for security reasons dispersed the group. Meanwhile, London decided to entrust a group, called Wrestler, to Pearl, who had to change her code name to Pauline. During D-Day, Wrestler managed to perform only minor sabotage actions, but in response Pearl and her men were encircled at their base, outside Valesay, by about two thousand Germans, convinced that they were dealing with the headquarters of an army of maquis.
In fact, there were 120 poorly equipped men. Surprising them with guerrilla tactics, Pearl’s small and battered army managed to cope with the Germans for fourteen hours, inflicting more deaths on them than they had to mourn. In the following days, Pearl gathered 1,500 men with whom she managed not only to sabotage railroads, but also to support the American troops who survived the landing. Returning to England, she became an officer and was finally able to marry Henry. While old teammate Southgate returned from Buchenwald concentration camp. In this story, however, there is only one flaw. Pearl’s heroism would have been worthy of a military medal equal to that of her male colleagues, in fact, Southgate was awarded a medal for military valour (DSO). But Pearl, despite having led a guerrilla army, remained a woman and therefore offered her a medal of civil value. Medal that she refused, asserting that there was nothing civil in what she had done. A year later, she and four other women from SOE’s F-section received a military medal, only thanks to SOE’s meritocratic policy.
ARTICOLO REDATTO DALL’ALUNNA COLONGO ELEONORA DELLA CLASSE V A DEL LICEO CLASSICO
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