“I am Deganawidah and with the Five Nations’ Confederate Lords I plant the Tree of Great Peace. […] I name the tree the Tree of the Great Long Leaves.
[…]
Roots have spread out from the Tree of the Great Peace, one to the north, one the east, one to the south and one to the west. The name of these roots is the Great White Roots and their nature is Peace and Strength.
If any man or any nation outside the Five Nations shall obey the laws of the Great Peace and make known their disposition to the Lords of the Confederacy, they may trace the Roots to the Tree and if their minds are clean and they are obedient and promise to obey the wishes of the Confederate Council, they shall be welcomed to take shelter beneath the Tree of the Long Leaves”.
“Io sono Deganawidah e con I Signori Confederati delle Cinque Nazioni pianto l’Albero della Grande Pace. […] Do a questo albero il nome di Albero dalle Grandi Lunghe Foglie.
[…]
Le Radici si sono espanse dal Grande Albero della Pace, una verso nord, una verso est, una verso sud e uno verso ovest. Il nome di queste radici è le Grandi Radici Bianche e la loro natura è Pace e Forza.
Se un uomo o una nazione al di fuori delle Cinque Nazioni decidesse di obbedire alle leggi della Grande Pace e volesse rendere nota la sua disposizione ai Signori della Confederazione, che segua le Radici fino all’Albero, e se la sua mente è pura, se è obbediente, e se promette di osservare i desideri del Consiglio della Confederazione, che egli sia accolto al riparo sotto l’Albero dalle Lunghe Foglie”.
Il Gayanashagowa, la Grande Legge della Pace, è considerata da storici e antropologi la prima forma di costituzione mai esistita, da cui deriveranno poi tutte le altre costituzioni di regimi democratici egalitari, prima fra tutti quella degli Stati Uniti d’America.
La Grande Legge dell’Unione, altra libera traduzione dall’originale Gayanashagowa, risale appunto all’unificazione di cinque tribù precolombiane del Nord America: i Mohawk, gli Oneida, i Cayuga, i Seneca e gli Onondaga. Secoli prima della scoperta dell’America, queste tribù erano impegnate in continue lotte tra di loro che non sortivano altro risultato che un complessivo indebolimento generale. Proprio per far fronte a queste continue avversità, intorno al XII/XIII secolo dopo Cristo emerse la figura leggendaria dell’indiano Deganawidah. Considerato dai posteri il redentore e salvatore degli Irochesi, il cui nome significa letteralmente “due fiumi che si uniscono”, Deganawidah venne soprannominato “Il Grande Pacificatore” perché fu il fondatore della Haudenosaunee, ovvero della Confederazione delle Cinque Nazioni. Dopo anni e anni di guerra, l’unione e la pace finalmente ristabilita vennero consacrate per la prima volta nella storia con la creazione di una serie di leggi, inizialmente orali e poi tradotte anche in forma scritta che stabilivano l’uguaglianza e la parità di tutte le cinque tribù, fuse insieme nella Confederazione Irochese, che in breve tempo diventò la una delle più forti potenze politiche, commerciali e militari presenti nel Nord-America, in grado di esercitare una forte egemonia sulle popolazioni vicine. I centodiciassette punti che costituiscono la prima costituzione della storia vennero raccolti in quella che viene tutt’oggi considerata un’opera letteraria: il Gayanashagowa.
“Haudenosaunee”, nome con cui ancora oggi gli Irochesi si riferiscono a se stessi, significa letteralmente “Popolo della Lunga Casa”. Al tempo dei primi arrivi dei coloni europei, avvenuti nella prima metà del XVII secolo circa, il territorio irochese comprendeva parte dell’attuale sud del Canada e parte del nordest degli Stati Uniti. Questo territorio, che si estendeva in lunghezza per circa cinquecento chilometri dalla valle del Mohawk a est fin quasi alle cascate del Niagara a ovest, rappresentava simbolicamente una “lunga casa”, che a sua volta si rifaceva alla tipica abitazione irochese consistente in una costruzione di legno la cui lunghezza poteva raggiungere fino i sessanta metri ed era in grado di ospitare diverse famiglie. La fondazione della Confederazione Irochese mantenne il sistema dei clan, la cui appartenenza si basava sulla matrilinearità, già in uso nelle cinque tribù. Non vi è dubbio che il potere detenuto dalle donne trovava le sue basi negli schemi di sussistenza degli irochesi, che vivevano in villaggi fortificati e in cui, sebbene da parte degli uomini fossero praticate sia la caccia che la pesca, la fonte principale di sussistenza era costituita dalla coltivazione di diverse varietà di mais, fagioli e zucche (soprannominati dagli irochesi le “tre sorelle”), che era mansione delle donne, le quali inoltre erano le proprietarie dei terreni e delle case. Le matrone eleggevano anche i capi, che formavano poi il consiglio della lega. Le matrone decidevano inoltre il destino dei prigionieri di guerra, se l’adozione o la tortura, e nelle loro mani stava anche la decisione della guerra o della pace.
La Confederazione Irochese, cui poi si aggiunse anche una sesta nazione (la tribù dei Tuscarora), all’arrivo degli Europei sopravvisse vittoriosa grazie a un’alleanza con gli inglesi contro i francesi, ma si indebolì notoriamente durante la guerra d’indipendenza, durante la quale le tribù di divisero, alcune alleate con i britannici e altre con gli americani. Ma dopo alcune vittorie, le tribù rimaste fedeli all’alleanza originaria furono sconfitte dagli americani, dopo che George Washington nel 1779 diede l’ordine di distruggere gli indiani alleati degli inglesi, conquistandosi così presso gli irochesi il soprannome di “Distruttore di Città”.
Oggi i resti della lega (circa 10.000 individui) vivono in riserve nello stato di New York e nel Canada. Ecco le parole del rappresentante degli Irochesi Kenneth Deer durante in congresso delle Nazioni Unite nel 2012 per i diritti delle popolazioni indigene:
“Abbiamo una lunga storia e una ricca cultura in Nord America. Vediamo la nostra lingua e la nostra cultura in maniera olistica, per includere tutti gli aspetti delle nostre vite, non limitandosi soltanto alle canzoni e alle danze, alle perline e alle piume. La nostra costituzione, conosciuta come la Gayanashagowa o “La Grande Legge della Pace” come è liberamente tradotta, fa parte integrante della nostra cultura. Questa costituzione racchiude la nostra struttura politica, i doveri degli uomini, i doveri delle donne, e il nostro ciclo spirituale insieme a ogni altro aspetto che ne è compreso.
Il nostro popolo possiede i propri racconti sulla creazione oltre alla sua visione del mondo, abbiamo i nostri concetti sul nostro posto all’interno della creazione. Crediamo che la nostra creazione abbia un fine, crediamo di avere un destino da compiere, e di trovarci su questa Terra per raggiungere quel proposito. Lavoriamo al compimento di questo destino ogni giorno della nostra vita.
Uno dei grandi risultati è stato quello di portare le cinque nazioni originali dalla guerra alla pace, per formare l’Haudenosaunee. Abbiamo imparato a sotterrare le nostre armi di guerra sotto l’albero della pace, mettendo da parte l’odio, la rabbia e la sete di vendetta dentro di noi, e ad usare solo buone parole tra di noi per appianare le nostre differenze, con parole che non ci feriscano o offendano a vicenda.
Abbiamo imparato come comportarci con diplomazia e come rispettarci reciprocamente, e così facendo abbiamo creato una federazione di nazioni potente e ben rispettata. Gli Stati Uniti d’America si sono infatti ispirati alla nostra costituzione per la stesura della loro. Ancora oggi noi continuiamo a impugnare questa costituzione. I suoi insegnamenti trascendono ogni tempo e forma d’oppressione. La forza della nostra cultura risiede nelle nostre menti. Ci viene insegnato chi siamo e il perché esistiamo. Crediamo in noi stessi e nel nostro posto nella creazione. Crediamo che il creatore ci abbia messo qui per un proposito, e per una ragione, e siamo qui per portare a compimento questo destino.
Possiamo mantenere la nostra cultura in vita solo attraverso la tutela della nostra educazione, della nostra economia, dei nostri luoghi sacri, delle nostre politiche e di tutte le nostre strutture sociali.
Crediamo che la cultura sia la nostra sovranità. E secondo la nostra cultura, crediamo che la sovranità sia cultura e che la cultura sia sovranità”.
Se le parole del rappresentante irochese non sono sufficienti a comunicare il ruolo chiave che la Grande Legge della Pace ha avuto nello sviluppo successivo della democrazia, la sua importanza si vede chiaramente nelle parole di Benjamin Franklin, che durante il congresso di Albany nel luglio 1754 pronunciò parole che influenzarono profondamente i rivoluzionari e padri della futura nazione americana. Egli disse: “Sarebbe molto strano … Se sei nazioni di selvaggi ignoranti fossero capaci di formare una tale unione, che di fatto è sussistita per secoli e tuttora appare indissolubile, mentre una tale unione sarebbe impraticabile per dieci o dodici colonie inglesi”.
Questo fu l’inizio del pensiero democratico occidentale, diede l’avvio al primo governo democratico del mondo, e tale esempio fece scuola, si diffuse prima pian piano anche in Europa, per poi raggiungere i quattro angoli della Terra. L’insegnamento di Deganawidah si basava sul principio che tutti gli uomini fossero fratelli, pari e con uguale diritto ad essere liberi e felici. I padri della Costituzione degli Stati Uniti avevano interiorizzato questa nuova dottrina, e questo è il motivo per cui nella Costituzione americana vi troviamo i riflessi di quella irochese.
L’antropologo Morgan Lewis Henry, chiamato dagli Irochesi «colui che si tiene in mezzo», ossia colui che fa da mediatore tra gli indiani e i bianchi, nella sua opera “La lega degli Irochesi” elogia la lega affermando che mai nella storia indiana erano stati toccati certi livelli di valore militare e organizzazione politica, con ottimi oratori capaci di veicolare la politica interna con il proprio carisma.
Sitologia:
https://www.sociosofia.world/blog/101-perche-nessuno-conosce-deganawidah
http://www.treccani.it/enciclopedia/irochesi_%28Enciclopedia-Italiana%29/
https://it.wikipedia.org/wiki/Irochesi
http://www.treccani.it/enciclopedia/lewis-henry-morgan/
Bibliografia:
- Gayanashagowa,
- La lega degli Irochesi, Morgan Lewis Henry, Cisu editore
ARTICOLO DI TERESA PIDELLO DELLA CLASSE III B DEL LICEO CLASSICO
Commenti recenti