Al giorno d’oggi il gatto è un animale domestico amatissimo e molto popolare nelle case di tutti, ma è sempre stato così? Come era visto dagli uomini del Medioevo?
Sicuramente dal Medioevo a oggi le considerazioni del gatto sono notevolmente cambiate, poiché sono state abbattute tutte quelle credenze e leggende che un tempo ruotavano intorno a questo felino. Infatti proprio in questo periodo storico il gatto aveva una pessima reputazione in quanto considerato come reincarnazione del diavolo, streghe trasformate o addirittura animale eretico.
La funzione principale del gatto era di per sé molto utile perché cacciava topi e piccoli roditori sgraditi, che potevano portare malattie e anche danneggiare i raccolti, per questo motivo era soprannominato musipula, ma nonostante l’aiuto che questi forniva all’uomo gli fu attribuita una metafora brutale: infatti secondo alcuni scritti medievali “il modo con cui il gatto gioca con il topo prima di ucciderlo è paragonabile a come il demonio si comporta con il peccatore”. Così un animale del tutto innocuo nel Medioevo si trasformò in un vero e proprio motivo di terrore.
Si pensava radicalmente che durante i riti satanici il gatto fosse la reincarnazione terrestre del diavolo e si presentassero ogni qualvolta si effettuasse un rito pagano, questo valeva soprattutto per i gatti di colore nero (che ancora oggi sono associati a credenze di superstizione riguardanti la sfortuna), come affermò lo scrittore britannico Walter Map nel 1180 circa; anche i templari furono accusati di usufruire dei gatti. Altri sostenevano che le streghe si trasformassero in gatti o che questi possedessero dei poteri soprannaturali come avere nove o, in altri paesi, sette vite. Un’altra credenza molto diffusa era che se ai gattini appena nati non fosse stata incisa una croce, una volta cresciuti sarebbero diventati streghe.
un gatto che leccandosi invoca il simbolo satanico.
I provvedimenti che vennero presi furono davvero raccapriccianti: infatti, prima nel 1233 con papa Gregorio IX che emanò la Vox in Rama documento ufficiale in cui riconosce i gatti come animali satanici e dopo con papa Innocenzo VIII che nel 1484 dichiarò che il gatto era l’animale del diavolo e di tutte le streghe scomunicandolo, questi poveri felini dovettero subire, oltre a ogni tipo di violenza, delle vere e proprie perseguitazioni che sfociavano poi nella morte al rogo insieme alle streghe. Nella notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 di giugno, i gatti venivano catturati in massa a bruciati al rogo insieme ad altre donne accusate di praticare la stregoneria. Ciò però causò un notevole abbassamento della popolazione di questo felino che come conseguenza portò all’aumento del numero di topi e quindi all’accrescimento di epidemie di peste.
Probabilmente tutto questo odio nei suoi confronti nasce dalla sua natura di essere indipendente: infatti, come accade anche oggi, il suo comportamento è a tratti più schivo rispetto a quello del cane. Considerato che gli uomini a quel tempo credevano che Dio avesse creato gli animali affinchè aiutassero l’uomo il gatto non sempre rispettava questi standard ed era visto come un’anomalia nel mondo animale. Non aveva un padrone fisso e si intrufolava di casa in casa sia di notte che di giorno e per quanto addomesticato non avrebbe mai potuto eguagliare in alcun modo la fedeltà mostrata invece da un cane. Considerati questi aspetti del suo comportamento, fu anche paragonato agli eretici che come i gatti si rifiutavano di piegarsi alla dottrina e avevano non una, ma molte interpretazioni religiose. Inoltre la Bibbia non fa mai parola del gatto. Anche per quanto riguarda le rappresentazioni di questo animale nell’arte, è raffigurato in modo abbastanza particolare.
Non tutti però odiavano i gatti, i musulmani li rispettavano profondamente: infatti lo stesso Maometto amava vivamente i gatti, inoltre erano molto apprezzati per il loro impeccabile senso di pulizia e la cura che esibiscono. Il famoso profeta possedeva un gatto di nome Muezza a cui era estremamente affezionato; una leggenda narra che Maometto dovesse vestirsi con l’abito da cerimonia, ma considerato che il gatto ci stava dormendo sopra per non svegliarlo con molta calma tagliò la manica della veste su cui era sdraiato l’animale, lasciandolo dormire.
SITOGRAFIA:
https://www.foliamagazine.it/i-gatti-nel-medioevo-perche-erano-tanto-odiati/
https://www.italiaoggi.it/news/maometto-amava-molto-i-gatti-2316200
https://www.visionealchemica.com/riti-tradizioni-leggende-della-notte-san-giovanni/
https://it.wikipedia.org/wiki/Felis_silvestris_catus#Medioevo_e_rinascimento
Articolo redatto dall’alunna BROVARONE CRISTINA della classe III B del Liceo Classico
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